Apprendimento e creatività a scuola

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L’apprendimento è un aspetto imprescindibile e fondamentale per lo sviluppo di competenze e abilità, va pertanto tenuto sempre in considerazione nel momento in cui si pianificano e sviluppano programmi educativi in grado di fornire un’educazione che risponda a criteri di qualità.

Bisogna identificare, comprendere, valorizzare e promuovere il potenziale creativo in contesti educativi così come in altri contesti di vita dei bambini e dei ragazzi.

Nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012 viene evidenziato come un’azione formativa efficace in ambito scolastico, così come in altri contesti a carattere educativo, ha tra i suoi principi metodologici il “favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze”. In tale prospettiva, “la problematizzazione svolge una funzione insostituibile: sollecita gli alunni a individuare problemi, a sollevare domande, a mettere in discussione le conoscenze già elaborate, a trovare appropriate piste d’indagine, a cercare soluzioni originali”.

Nella pedagogia contemporanea le attività e gli interventi educativi finalizzati allo sviluppo del potenziale creativo dei bambini e dei ragazzi sono riconosciuti quali elementi centrali non solo per l’apprendimento di nuove conoscenze ma, secondo una prospettiva più ampia, per favorire il pieno e sano sviluppo della personalità.

Facilitare e supportare la creatività ha infatti l’obiettivo di promuovere l’autonomia di pensiero e l’attitudine alla scoperta, l’apprendimento e la curiosità durante tutto l’arco di vita. Tali attitudini e abilità diventano anche gli strumenti che la scuola attuale ha il compito di fornire ai ragazzi per prepararli ed aiutarli ad affrontare il futuro e per far fronte alle molteplici sfide che il mondo attuale costantemente pone, assolvendo in tal modo ad uno dei suoi compiti principali.

Attualmente la creatività è, così come lo era in passato, oggetto di importanti riflessioni teoriche e studi empirici in ambito sia psicologico che pedagogico: ad esempio J. Bruner (2015, 2009) ne individua le caratteristiche “nell’abilità e nell’attitudine ad intuire in modo immediato possibili relazioni formali, prima ancora di saperle dimostrare in un orizzonte logico”, inoltre l’azione creativa innesca una “sorpresa produttiva” dove un ruolo importante viene svolto dalla metacognizione: il soggetto creativo introduce elementi nuovi e originali nell’ambito del suo campo d’azione.

Secondo gli studi dello psicologo americano J.P. Guilford (1969), la creatività è un processo che implica la creazione di nuove idee e nuovi concetti, o di nuove associazioni tra idee e concetti già esistenti e la loro trasformazione e concretizzazione in un prodotto nuovo ed originale. Da un punto di vista scientifico, i prodotti del pensiero creativo (o anche del pensiero divergente) hanno quindi in sé i caratteri della “originalità” e della “appropriatezza”.

Il pensiero divergente, concettualizzato come stile di pensiero che genera diverse soluzioni possibili ad un problema, sostanzia il processo creativo. J.P. Guilford quindi lega il pensiero divergente alla creatività: sviluppare la creatività e il pensiero divergente vuol dire migliorare lo spirito critico che permette di analizzare e valutare tra alternative di possibili soluzioni per un dato problema, riconoscendo tra pensieri e oggetti connessioni originali, proponendo innovazioni e cambiamenti, modellando e adattando le conoscenze acquisite ai vari e differenti contesti che si presenteranno nel corso della vita.

Sempre nell’ambito della soluzione di problemi, J.P. Guilford evidenzia come anche il pensiero convergente (che si applica alla ricerca di una soluzione univoca e convenzionale a un dato problema) sia necessario nel processo creativo, in particolare nella fase di elaborazione, ovvero quando è importante distinguere e scegliere tra le alternative, mentre il pensiero divergente mette in moto un’attività combinatoria, generando creativamente differenti risposte a quel dato problema e ricombinandole in maniera innovativa ed originale.

In tale prospettiva l’insegnamento deve promuovere e portare allo sviluppo di un pensiero complesso, frutto di un apprendimento non limitato agli anni della scuola, ma che accompagni potenzialmente tutto l’arco di vita.

Compito dell’insegnante non è solo quello di trasmettere dei contenuti disciplinari e nozionistici, ma anche quello di progettare e concretizzare un’azione formativa che sia realmente rivolta agli alunni, valorizzando e promuovendo al meglio il peculiare potenziale creativo di ogni singolo allievo.

Flessibilità, innovazione e rinnovamento sono aspetti e abilità che la scuola deve promuovere, sollecitare e sostenere così da rendere possibile la creazione di quel pensiero non convenzionale, che sia cioè peculiare di ogni persona nella sua individualità e unicità, rendendo possibili occasioni costanti di crescita e di apprendimento continuo di fronte a situazioni nuove.

Fondamentale in questo senso è lo sviluppo di un approccio volto alla risoluzione di problemi che, come precedentemente indicato, promuova il pensiero creativo e divergente oltre che la diversità di opinioni.

Promuovere l’apprendimento e la ricerca basandosi sul problem solving a sua volta prevede la pianificazione di attività che abbiano come caratteristiche: un obiettivo comune per il gruppo classe, la comprensione e stimolazione del pensiero dell’alunno investendo la sua persona di ruoli, che offrano l’opportunità di condivisione del compito svolto con i pari, una azione educativa fondata sul riconoscimento dell’importanza di valorizzare e sviluppare le particolarità e gli interessi di ogni singolo studente, sollecitando in lui la curiosità e la voglia di imparare.

Gli studenti diventano realmente i protagonisti del processo di insegnamento e apprendimento soprattutto quando sono loro, e non solo l’insegnante, ad assumere un ruolo centrale, divenendo così possibile promuovere attività didattiche che consentano un approccio creativo. Per favorire la scoperta e l’apprendimento attivo è necessario, dunque, che la pratica didattica sia volta alla centralizzazione dell’alunno, dedicando ampio spazio alla ricerca individuale e di gruppo, favorendo in tal modo la scoperta, la conoscenza, la creazione di nuovi contenuti e lo sviluppo di un pensiero complesso.