Aspetti Temperamentali e di Personalità nel Disturbo di Panico pt.2

disturbo di panico

Le valutazioni cliniche dei pazienti con Disturbo di Panico, quando sono svolte a breve distanza di tempo dall’esordio del disturbo stesso, molte volte non evidenziano particolari tratti di personalità, mentre è possibile riscontrare tratti compulsivi, narcisistici, borderline, evitanti e dipendenti nei pazienti con una lunga storia di malattia, ed in quelli che presentano comorbilità con i Disturbi dell’Umore.

In questi casi il disturbo di personalità sembrerebbe essere più la conseguenza, che non piuttosto il substrato su cui si innesta il disturbo d’ansia. Ciò viene avvalorato dall’osservazione clinica che evidenzia come a seguito di un adeguato trattamento farmacologico e psicoterapeutico, molti di tali tratti di personalità che si evidenziano durante le fasi acute del disturbo, soprattutto quelli di dipendenza emotiva, si attenuano insieme alla remissione sintomatologica del Disturbo di Panico.

Le osservazioni svolte fin ora ci portano a considerare come un’accurata ricostruzione anamnestica della storia del paziente con Disturbo di Panico e Agorafobia evidenzia spesso un qualche “antecedente” del disturbo il quale, nella maggior parte dei casi, si configura come un complesso quadro di aspetti intrapsichici e temperamentali, come i tratti ansiosi e di dipendenza emotiva dagli altri, e di aspetti comportamentali ansiosi ed evitanti, con la presenza di almeno un sintomo prodromico nei 6 mesi precedenti l’esordio del disturbo stesso.

In particolare, quando il disturbo esordisce nell’infanzia, o si trova associato ad un disturbo d’ansia di separazione presente fin dall’età scolare, può anche essere difficile individuare una fase premorbosa, ovvero libera dal disturbo stesso.

Ciò suggerisce come ai fini di una valutazione diagnostica accurata, sia importante non solo la ricostruzione degli aspetti sintomatologi del disturbo ma anche l’indagine dettagliata e sistematica, avvalendosi anche di strumenti standardizzati, delle fasi del disturbo che precedono gli attacchi di panico, presenti nella storia più o meno lontana dei pazienti.

Talvolta questi aspetti risultano trascurati e non vengono riferiti spontaneamente dal paziente se non quando esplorati in modo opportuno dal professionista. A ciò si aggiungano le difficoltà che talora si incontrano nel determinare con precisione l’esordio del Disturbo di Panico, in particolare quando compare  in età evolutiva: alcuni pazienti, infatti, possono non ricordare un primo attacco di panico, o un attacco che sia “tipico”,  ma spesso riferiscono di aver “sempre sofferto” di alcuni sintomi propri dello spettro panico o agorafobico.

Così come si verifica per i Disturbi dell’Umore, anche nel caso del Disturbo di Panico con Agorafobia, un attenuato ma persistente quadro sintomatologico ad esordio precoce, spesso egosintonico, potrebbe essere letto come disposizione temperamentale: tale disposizione subclinica, definibile come “temperamento fobico-ansioso”, potrebbe costituire, in alcuni casi, un fattore di rischio, aumentando la possibilità che si venga a configurare il disturbo.

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Secondo Perugi e coll. [1998] un insieme di tratti definiscono e configurano il “temperamento fobico-ansioso”. Tra questi, a livello temperamentale, troviamo l’ipereccitabilità del sistema simpatico con ripetute manifestazioni neurovegetative, quali palpitazioni, sudorazione, intolleranza al caldo, sensazione di instabilità. È presente una emotività eccessiva e la sensazione di “fame d’aria”, che spesso si accompagna a disagio nei luoghi chiusi.

A livello comportamentale è presente l’ipersensibilità alla separazione dalle figure significative. Ciò si manifesta, fin dall’infanzia, con un pattern di comportamento caratterizzato da attaccamento marcato con richiesta di iperprotezione da parte dei familiari. Spesso l’ansia di separazione permane fino all’età adulta, determinando comportamenti di dipendenza nei confronti delle figure significative.

È presente inoltre una difficoltà ad allontanarsi da ambienti familiari con conseguente riduzione delle condotte esplorative. Talvolta ciò influenza lo stile di vita, che si caratterizza per la tendenza a rimanere sempre nei medesimi luoghi e per la scarsa propensione ad andare in luoghi nuovi e non conosciuti.

A livello emozionale l’instabilità emotiva e l’iperarousal neurovegetativo determinano una sensazione di insicurezza, che spesso si accompagna alla tendenza all’interpretazione “catastrofica” sia dei sintomi soggettivi che di potenziali pericoli esterni. È presente inoltre una marcata sensibilità alla rassicurazione. L’interpretazione catastrofica delle sensazioni fisiche, in alcuni casi si accompagna con il timore delle malattie.

L’insieme di tutte queste caratteristiche può rimanere a livello subclinico, non causando disagi marcati e può essere compatibile con livelli soddisfacenti di funzionamento.

Su tale base temperamentale agiscono i fattori ambientali, ovvero esperienze di separazione, eventi stressanti, malattie fisiche ecc. che rappresentano stimoli aspecifici ed eventi scompensanti che sono cioè in grado di scatenare gli attacchi di panico e quindi le fasi conclamate del disturbo.

Anche se in circa il 50% dei pazienti con Disturbo di Panico che giungono all’osservazione clinica non si evidenziano manifestazioni subcliniche di rilievo precedenti il primo attacco di panico, lo studio degli elementi che concorrono a definire il “temperamento fobico-ansioso” ci illustra un complesso modello di sintomi prodromici e di disturbo della personalità che precedono l’esordio del Disturbo di Panico, superando una concettualizzazione strettamente nosografica che riduce il disturbo alla sua sintomatologia.
Le manifestazioni prodromiche possono essere interpretate come disturbi temperamentali attenuati e di scarso rilievo clinico, fino a che non avviene l’esordio del disturbo conclamato.

La ricostruzione degli elementi temperamentali e della personalità nel Disturbo di Panico, così come negli altri disturbi psicopatologici, rappresenta tutt’ora un settore fondamentale e complesso di ricerca che tende ad individuare, e quindi ad intervenire preventivamente sulle peculiari caratteristiche comportamentali e biologiche, considerate indicatori di manifestazioni cliniche della malattia.

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Riferimenti Bibliografici

Caprara G.V., Cervone D. Personalità. Determinanti, dinamiche, potenzialità. Raffaello Cortina Editore, 2003.

DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore.

Fava G.A., Grandi S. et al. Prodromal symptoms in panic disorder with agoraphobia: a replication study. Journal of Affective Disorders, 1992.

Frances A., Liebowitz M. et al. Moving towards the DSM-IV Classification of Anxiety Disorders. Atti del Congresso: “Panic Disorders: A Challange for Psychiatrists”. Venezia, 3-4 marzo 1989.

Marks I.M. The classification of phobic disorders. British Journal of Psychiatry, 1970.

Perugi G., Toni C. et al. Delineating a putative phobic-anxious temperament in 126 panic-agoraphobic patients: toward a rapproachement of European and US views. Journal of Affective Disorders, 1998.

A cura della Dott.ssa Eugenia Ferrovecchio