CANE: DETECTIVE A QUATTRO ZAMPE

cane molecolare

Il cane accompagna l’uomo in molte delle sue attività da quasi 15.000 anni. Dalla fine del XIX secolo, si è assistito ad un sempre più massiccio ricorso ai cani nel supporto ai servizi pubblici, specialmentenelle attività di sicurezza, di difesa e di soccorso; in particolare, l’uomo ha scelto i cani come stretti collaboratori anche nell’ambito della criminalistica (nel 1896 il criminalista austriaco Hans Gross dimostrò le grandi potenzialità dei cani in questo settore), da qui la nascita della materia denominata cino-criminalistica, disciplina che, sulla scorta delle più recenti ricerche scientifiche universitarie sulle capacità olfattive del cane, prevede l’impiego di unità cinofile sulla scena del crimine.

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L’espressione unità cinofila indica il binomio formato dal cane e dal suo conduttore (e non, come spesso erroneamente si sente dire, il reparto che utilizza i cani); tuttavia, in realtà sarebbe più corretto usare l’espressione unità cinotecnica, in quanto il cane non è solo oggetto d’affezione ma rappresenta effettivamente anche uno strumento di lavoro e di espansione delle capacità umane.
Si può ricorrere alla cino-criminalistica (che, se svincolata dalla scena criminis, sconfina nella materia più generale denominata cino-criminologia) quando si indaga su:
• crimini nei quali si può utilizzare una traccia olfattiva lasciata dall’autore, per l’identificazione successiva di uno o più sospettati (odorologia forense),
• omicidi singoli o seriali, in cui sono da cercare resti cadaverici o tracce biologiche cadaveriche latenti (cadaver dogs),
• reati a sfondo sessuale, in cui sono da ricercare tracce biologiche latenti per poi confrontarle con uno o più sospettati (sex offender search dogs o sos dogs),
• atti di piromania o incendi dolosi, per ricercare tracce di acceleranti di incendio sul luogo del reato o su abiti ed oggetti di proprietà di uno o più sospettati (arson dogs),
• attentati dinamitardi, per ricercare e riscontrare la presenza di esplosivi e polvere da sparo in luoghi o su persone presumibilmente coinvolte nei reati (bomb-sniffing dogs),
• crimini nei quali, attraverso la tecnica del prelievo della traccia olfattiva, è possibile individuare e seguire il percorso effettuato da una persona (mantrailing).
Come si vede da questo esaustivo elenco, Fido può fare molto di più che cercare e rilevare sostanze (stupefacenti, banconote od anche esplosivi), poiché è in grado di riconoscere e seguire l’odore di una persona specifica e di dare risposte affidabili ma semplici – affermative o negative – alle nostre “domande”, ad esempio possiamo “interrogarlo” sulla presenza di quell’impronta olfattiva (e quindi di quella persona) in quell’ambiente o su quella vittima.
L’addestramento di questi straordinari animali esalta le loro doti naturali e lo fa in modo assolutamente ludico. La gratificazione finale (che viene concessa quando il cane ha svolto bene il suo compito) è sicuramente un incentivo, ma gli allenamenti ed il lavoro vero e proprio costituiscono già di per sé un divertimento ed una soddisfazione per il cane, oltre che la possibilità di sfogare il suo naturale istinto. Sarà compito del conduttore interpretare al meglio i segnali del segugio.
Colgo qui l’occasione per sottolineare come l’espressione cane molecolare (che potrebbe anche sembrare il titolo di un’opera futurista o surrealista), benché abusata dai giornalisti, sia scientificamente scorretta, poiché tutti i cani (anzi, tutti gli animali) sono molecolari, nel senso che gli organi olfattivi di tutti loro sono programmati per reagire a molecole.

A cura della dott.ssa Ester Belfatto