In questa prima parte del corso verrà data una definizione di ansia e di panico nella normalità e nella patologia per poi presentare gli elementi del cognitivismo clinico che contribuiscono a creare uno stato d’ansia patologico. Successivamente verranno approfonditi gli stati d’ansia in relazione alla persona e i modelli del cognitivismo clinico sui disturbi ansiosi. Infine l’attenzione si concentrerà sui meccanismi di mantenimento dell’ansia.
Nella prima lezione del corso, dopo aver dato una definizione di ansia, come uno stato emotivo caratterizzato da apprensione, preoccupazione e tensione, si passerà ad analizzare le sue componenti e il meccanismo per cui è in grado di innescare una reazione attacco-fuga; successivamente si vedrà come l’ansia possa sfociare nel patologico. In seguito si esaminerà lo stato emotivo del panico e cosa lo distingue dall’ansia; dopodiché verrà trattata l’iperventilazione, dovuta a una scorretta respirazione, con tutta la sintomatologia che ne consegue. Infine si approfondirà l’ansia sociale dandone una definizione, distinguendola dal temperamento inibito, fino a spiegare la sua eziologia multifattoriale.
Breve test di apprendimento relativo alla lezione seguita
Nella seconda lezione si indagherà inizialmente la relazione tra lo stato ansioso e l’alessitimia, cioè un disturbo nella regolazione delle emozioni, analizzando le varie componenti di una reazione emozionale. In seguito si studierà il rapporto tra ansia e impotenza appresa, ovvero la percezione che il soggetto ha riguardo alle difficoltà, vissute come un’incapacità personale di fronteggiare l’evento. Per concludere si parlerà della relazione tra ansia e stile esplicativo, vale a dire il modo in cui le persone si spiegano le cause degli eventi.
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In questa unità ci concentreremo sui fattori temperamentali ed esperienziali che possono predisporre l’individuo a un disturbo ansioso. Con il termine temperamento si fa riferimento a caratteristiche innate alla base del comportamento; mentre i fattori esperienziali riguardano variabili ambientali che partecipano alla formazione della personalità. Successivamente si porrà attenzione alla personalità di tipo fobico e ossessivo.
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Nella seguente unità si esamineranno gli aspetti sintomatici e nosologici del disturbo da attacchi di panico, che consiste in un brusco aumento dell’ansia durante il quale compaiono sintomi come tachicardia e nausea e l’ipocondria, caratterizzata da una costante apprensione per la propria salute. Infine si approfondirà l’ansia sociale in riferimento al Modello di Clark e Wells, ponendo attenzione alle credenze negative del fobico sociale, al suo stile attributivo, al rimuginio e al ruolo dei comportamenti protettivi.
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Questa unità riguarda il disturbo ossessivo compulsivo (DOC), caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni o da ossessioni pure. Successivamente porrà l’attenzione su come è concettualizzato dal cognitivismo clinico lo stato mentale di un paziente DOC, evidenziando nell’attività ossessiva cinque aspetti: evento critico, prima valutazione, tentativi di soluzione di primo ordine, seconda valutazione, tentativi di soluzione di secondo ordine.
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La quarta lezione del corso analizza come i modelli del cognitivismo clinico concettualizzano i disturbi d’ansia. Dopo aver descritto la “formula cognitiva dell’ansia”, ossia tutti i vari elementi che contribuiscono a scatenare una reazione ansiosa, si passerà ad esaminare i fattori patogeni dei disturbi d’ansia e come le tecniche di gestione dell’ansia vadano ad agire su ciascuno di questi. Successivamente si analizzeranno i contenuti e le credenze cognitive dei pazienti con disturbo d’ansia studiati da Ellis e Beck. In seguito verranno affrontati gli schemi cognitivi, cioè un insieme di principi collegati tra loro in grado di influenzarsi a vicenda, che nel caso dei disturbi d’ansia appaiono rigidi e inflessibili. Infine si vedrà il contenuto cognitivo riguardante l’intolleranza alle emozioni.
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La prima parte della lezione approfondisce il rimuginio, un’attività ripetitiva e pervasiva di tipo verbale, in grado di aggravare lo stato ansioso. La seconda parte spiega il Modello del circolo vizioso del panico di David Clark che evidenzia quali sono gli aspetti cognitivi che provocano e mantengono il disturbo di panico.
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La seguente lezione studia i meccanismi che conducono alla nascita, al mantenimento e alla cronicizzazione di un disturbo ansioso. In questa parte ci si soffermerà sui meccanismi di mantenimento cognitivi, ossia l’attenzione, la memoria selettiva, la prudenzialità estrema, l’eccessiva polarizzazione degli scopi, l’errore metacognitivo, i bias e le euristiche.
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Questa unità analizza i meccanismi di mantenimento dei disturbi ansiosi legati alle emozioni e ai comportamenti. Dunque in un primo momento si esaminerà il mood congruity effect , l’emotional reasoning , l’anxiety sensitivity e il problema secondario; successivamente l’attenzione si sposterà sull’ evitamento e i comportamenti protettivi di ricerca di sicurezza.
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Il secondo modulo del corso riguarda le tecniche di gestione dei sintomi ansiosi dal punto di vista della terapia cognitivo comportamentale. Si approfondirà la psicoeducazione, le tecniche di rilassamento corporeo, la ristrutturazione cognitiva e le tecniche comportamentali. Infine verrà accennato come condurre un assessment e come scegliere le tecniche più adeguate per il paziente.
Questa unità spiega quanto sia rilevante per un paziente imparare ad automonitorarsi per individuare tempestivamente le sue problematiche. Dopodiché, oltre ad affrontare l’assessment generale e specifico, approfondisce l’importanza della psicoeducazione, della ristrutturazione cognitiva, dell’esposizione in vivo o enterocettiva fino ad arrivare alla prevenzione delle ricadute. Infine verranno introdotti i diari dell’ansia e del panico come importanti strumenti di automonitoraggio.
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La seguente unità presenta il Modello ABC, uno strumento che permette di evidenziare le idee disfunzionali scomponendo una situazione emozionalmente significativa in: evento attivante (A), ragionamenti rispetto all’evento attivamente (B) e reazione emotiva-comportamentale (C).
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Questa unità verte sulla psicoeducazione che consiste nel fornire informazioni dettagliate circa il disturbo ansioso che il paziente presenta con lo scopo di favorire il riconoscimento, la comprensione e la gestione delle manifestazioni sintomatologiche.
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La settima lezione affronta la tecnica del respiro lento che permette di contrastare l’iperventilazione e di non far sfociare uno stato d’ansia in un attacco di panico. In un primo momento bisogna insegnare al paziente a individuare il ritmo del suo respiro per capire se ha una modalità di respirazione scorretta, successivamente gli verrà insegnata la tecnica del respiro lento.
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Questa unità tratta il rilassamento muscolare utile per ridurre l’ansia e la tensione muscolare. In un primo momento verrà trattato il rilassamento muscolare progressivo, in seguito quello isometrico.
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La seguente unità riguarda la ristrutturazione cognitiva, una tecnica che ha l’obiettivo di condurre alla modificazione di convinzioni disfunzionali più o meno consapevoli del paziente ansioso, andando a decatastrofizzare le situazioni da lui temute.
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Questa lezione approfondisce le tecniche comportamentali per la gestione dell’ansia. In particolare verrà esaminata l’esposizione enterocettiva che consiste nell’esporre il paziente alle sensazioni fisiche che prova durante un attacco di panico, con l’obiettivo di modificare le interpretazioni erronee che ha circa la sue sensazioni.
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In questa lezione si analizza l’esposizione in vivo, ovvero l’esposizione alle situazioni realmente temute del paziente. Inizialmente si dovrà stilare una gerarchia di circostanze temute, successivamente creare una serie di obiettivi di esposizione che a loro volta dovranno suddividersi in obiettivi più semplici.
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La decima lezione del corso riguarda l’esposizione con prevenzione della risposta applicata ai pazienti con DOC. In un primo momento vengono descritte le fasi per procedere con l’esposizione, ossia una fase preliminare con un assessment generale, un assessment specifico e la ricostruzione del profilo interno del paziente che permette di pianificare l’intervento. Invece la seconda fase ha lo scopo di insegnare al paziente a scegliere l’azione che ritiene adatta per lui, portandolo a superare il conflitto.
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Nell’ultima lezione del corso si affrontano la terza e la quarta fase dell’esposizione con prevenzione della risposta. Inizialmente vengono spiegate delle tecniche che permettono di far emergere nel paziente un bias di ragionamento rispetto alla percezione che ha della propria responsabilità nel realizzare l’evento temuto. Dopodiché si spiega il funzionamento effettivo dell’esposizione con prevenzione della risposta. Infine verrà sottolineata l’importanza della prevenzione delle ricadute in questo tipo di disturbo.
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Durante questo corso è stato affrontato il disturbo d’ansia e il disturbo ossessivo compulsivo, concentrandosi sulle tecniche di gestione della sintomatologia di questo tipo di pazienti. Fondamentale è la corretta formulazione del caso clinico che permetterà poi di scegliere la tecnica più adatta a quel tipo di paziente.
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Il corso prevede l’elaborazione e lo studio degli argomenti in programma; il tempo di lavoro individuale stimato sul materiale a disposizione è di 24 ore (calcolo orario fonte: http://www.provider-ecm.it/corsi_fad/ecm) Download: - Slide del corso - Materiale didattico