Dipendenza da Internet: una rassegna della letteratura sulle alterazioni funzionali e strutturali documentate dalle neuroimmagini

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La dipendenza da Internet (IAD) è definita come l’incapacità di una persona di controllare l’utilizzo di questo strumento, con conseguenti disturbi nell’area psicologica, sociale e lavorativa (Young K., 1998).

La IAD rappresenta un disturbo molto diffuso, che verrà inserito nella quinta versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), uno dei sistemi nosografici per i disturbi mentali più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia in ambito clinico che nella ricerca.

Kimberly Young, psicologa americana di fama internazionale e pioniera nell’ambito della IAD, ha sviluppato per prima un trattamento basato sulle evidenze scientifiche per la dipendenza da Internet e nel 1995 ha fondato il Center for Internet Addiction1 .

Secondo la sua classificazione esistono 5 tipi specifici di dipendenza da Internet: sesso virtuale, relazioni virtuali, videogiochi online, giochi al computer e sovraccarico cognitivo (Young K. et al., 2000). La dipendenza da Internet risulta frequentemente associata ad altri disturbi psichiatrici, tra cui dipendenza da sostanze, depressione, problemi di rabbia e ansia sociale (Flisher C. 2010, Ko C. et al., 2012). Inoltre, sono stati individuati numerosi aspetti di questo disturbo comuni ad altre patologie note. Le persone con dipendenza da Internet, infatti, mostrano sintomi clinici come craving, astinenza, tolleranza, impulsività e compromissione delle capacità cognitive nel prendere decisioni rischiose (Sim T. et al. 2012, Sun D. et al. 2009, Block J. 2008; Shapira N. et al., 2000).

Di seguito vengono presentati i risultati dei più recenti studi di neuroimaging sulla dipendenza da Internet.

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