La Lingua dei Segni è Universale?

lingua dei segni

La lingua dei segni spesso viene identificata come una forma di linguaggio semplificato, costituto da gesti, facilmente comprensibili, che si limitano a mimare azioni e oggetti comuni.

Questo lascerebbe presagire che la lingua dei segni sia quindi una sola, comune per gli individui non udenti di tutto il mondo.

  • E’ davvero così?

Ovviamente non c’è nulla di più erroneo da affermare, poiché la Lingua dei Segni è una vera e propria lingua e, presenta le stesse caratteristiche delle lingue vocali.

Generalmente, come le lingue vocali, le lingue dei segni variano in base al Paese in cui vengono utilizzate: in Italia c’è la lingua dei segni italiana (LIS), in Francia c’è la lingua dei segni francese (LSF), negli Stati Uniti c’è la lingua dei segni americana (ASL) e così via. In alcuni casi, esserci più lingue dei segni in uno stesso territorio: in Spagna, per esempio, è presente sia la lingua dei segni catalana (LSC) che la lingua dei segni spagnola (LSE).

Le persone che comunicano attraverso la lingua dei segni quindi, non comunicano semplicemente con i gesti ma usano un linguaggio complesso dotato di una propria grammatica, una sintassi, delle regole e dei vincoli, differenti dalla lingua parlata nel paese cui appartengono.

La grande varietà delle lingue è spesso dovuta alle differenze culturali e anche la lingua dei segni risente notevolmente dell’influenza culturale del Paese in cui si è originata.

Attraverso l’utilizzo dei gesti, è possibile esprimere ogni genere di concetto, da quelli concreti a quelli altamente astratti. In realtà la lingua dei segni non si basa solo su gesti ma su forme di comunicazione più articolate, che consentono la comprensione reciproca, attraverso un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo,

La “Sign Language and Deaf Studies Research Unit” ha fornito la prima descrizione degli aspetti fonologici, lessicali e grammaticali della Lingua dei Segni Italiana.

In Italia la lingua dei segni si definisce con l’acronimo LIS (Lingua italiana dei segni) e possiede una sua struttura e sintassi, spesso differente dall’italiano scritto o parlato verbalmente.

Un esempio è rappresentato dalle forme verbali che, oltre che con il soggetto, devono concordare con l’oggetto dell’azione.

Inoltre per promuovere anche la comunicazione scritta, a partire dal 2005, la “Sign Language and Deaf Studies Research Unit”, ha iniziato a sperimentare l’uso di una lingua dei segni scritta, in modo da comporre testi in LIS e trascrivere i dialoghi in forma di LIS in linguaggio scritto.

Per concludere, quindi non si può ritenere che la lingua dei segni sia universale in tutto il mondo. Le lingue dei segni, infatti sono lingue a tutti gli effetti e presentano pertanto le stesse caratteristiche delle lingue vocali, variando esattamente come queste.