L’Alienazione genitoriale: cos’è, come si manifesta e come si valuta

separazione genitori

L’alienazione genitoriale è una grave forma di abuso, le piccole vittime sono i “bambini alienati”, ovvero i bambini coinvolti nella separazione conflittuale dei genitori.

E’ lo psichiatra americano R.A. Gardner a parlare per la prima volta nel 1985 di Sindrome da Alienazione Genitoriale (PAS – Parental Alienation Syndrome):

«Un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. In questo disturbo, un genitore (alienatore) attiva un programma di denigrazione contro l’altro genitore (genitore alienato). Tuttavia, questa non è una semplice questione di “lavaggio del cervello” o “programmazione”, poiché il bambino fornisce il suo personale contributo alla campagna di denigrazione. È proprio questa combinazione di fattori che legittima una diagnosi di PAS. In presenza di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di PAS non è applicabile» (da alienazione genitoriale.com)

Ma che cos’è effettivamente l’alienazione genitoriale, come si manifesta nel bambino vittima di questo abuso? Come agisce il genitore abusante?

L’alienazione è una sorta di “programmazione”, un lavaggio del cervello ad opera del genitore alienante che porta il bambino a perdere il contatto affettivo con il genitore alienato e la sua famiglia, manifestando sia verbalmente che con comportamenti agiti odio e disprezzo; il bambino alienato infatti fa proprio il linguaggio “adulto” sprezzante del genitore alienante, che per questo appare dissonante con la sua età.

Il genitore alienante compie la “programmazione” con delle vere e proprie “tecniche di alienazione”, come: ripetute espressioni denigratorie nei confronti dell’altro genitore; false accuse di trascuratezza, violenza o abuso; la costruzione di una “realtà virtuale  familiare” di terrore e vessazione che genera, nei figli, profondi sentimenti di paura, diffidenza e odio verso il genitore alienato. Tutto questo porta ad un rapporto di dipendenza del figlio nei confronti del genitore alienante.

In un recente convegno tenutosi all’Università di Genova si è rilevato come su un campione di circa 200 casi, le prime vittime (dopo i figli) della PAS siano i padri, nel dettaglio, la PAS vede come vittime i padri nell’80% dei casi e per il 20% le madri.

Come si riconosce l’Alienazione Genitoriale nella valutazione delle competenze genitoriali, ad esempio nei processi di separazione e divorzio per l’affidamento dei figli?

Prima di tutto, la valutazione dei casi di abuso psicologico di alienazione non è semplice o scontata; non ci si può improvvisare, anzi è un’operazione che richiede formazione e competenze specifiche.

La valutazione spetta al Consulente Tecnico d’ufficio (CTU) nominato dal giudice nei casi in cui l’affido dei figli sia conteso.

La Consulenza Tecnica dovrà rispondere esattamente ai quesiti del Giudice e dovrà tener conto di innumerevoli e importanti elementi, come aspetti fisici, ambientali, emozionali, sociale e intellettuali.

La Consulenza Tecnica prevederà sicuramente oltre ai colloqui, anche la valutazione psicodiagnostica del nucleo familiare, con una batteria di test opportunamente somministrati e interpretati.

Lo psicologo non dovrà mai dimenticare che per assumere incarichi come CTU sono necessari una formazione e competenze specifiche, esperienza e continuo aggiornamento e non solo perché si tratta di requisiti richiesti dall’Ordine, non solo in linea con il Codice Deontologico, ma perché si tratta di assumere un compito di delicatezza e importanza estrema, che se assolto male e in modo approssimativo può soltanto aggiungere ulteriore danno e sofferenza alla vita del bambino in primis e dei genitori.

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