Il rapporto tra atleta, allenatore e genitore

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All’interno dei contesti sportivi in cui i protagonisti sono i giovani atleti, si assiste ad un vero e proprio “triangolo relazionale” nel quale entrano in relazione tre figure: atleta, allenatore e genitore.

La famiglia rappresenta per il bambino il primo contesto di sviluppo ed il ponte verso le prime socializzazioni. Le prime relazioni sociali risentono ampiamente dell’influenza dell’ambiente familiare, solo successivamente, il ragazzo mediante l’inserimento in altri contesti sociali, tra cui le società sportive, inizierà ad orientare autonomamente i propri rapporti amicali.

Inoltre, in qualsiasi contesto sociale ed educativo il genitore tenderà, in modo più o meno consapevole, ad investire di aspettative il proprio figlio. Le aspettative dovranno rapportarsi alla realtà e non sempre potranno venire realizzate dal ragazzo. Per evitare tensioni derivanti da ciò sarebbe bene imparare a conoscere davvero il proprio figlio e ricorrere ad aspettative realistiche e realizzabili, rispettando prima di tutto la sua unicità.

In questo discorso, l’allenatore può divenire un punto di riferimento per la famiglia. L’allenatore è una persona che trascorre diverso tempo con il proprio figlio, ha quindi ampiamente modo di conoscerne punti di forza e debolezza e può divenire un importante elemento di supporto per l’educazione del ragazzo.

L’allenatore è al centro della comunicazione sia con gli atleti che con i genitori, pertanto risulta essere una sorta di mediatore dell’esperienza sportivo-educativa.

Per l’atleta, l’allenatore rappresenta una figura cruciale, spesso diviene un punto di riferimento, sia a livello sportivo che umano. Talvolta l’allenatore, soprattutto in adolescenza, può rappresentare una sorta di sostituto delle figure genitoriali, specie laddove carenti.

Per un sano sviluppo delle capacità psicosociali di bambini ed adolescenti, i rapporti tra famiglia ed allenatori sono cruciali, è fondamentale che essi siano armoniosi.

Vi sono due variabili relazionali profondamente sconsigliate:

  •  Alleanza allenatore-genitori contro il ragazzo. Ciò, soprattutto nel caso di adolescenti, comprometterebbe la loro stima e fiducia;
  • Alleanza atleta-allenatore contro i genitori. I genitori potrebbero influire nell’abbandono della pratica sportiva del proprio figlio o comunque influire sull’evoluzione del rapporto del loro figlio con l’allenatore

Cosa è necessario per creare una buona relazione all’interno del triangolo relazionale atleta, famiglia, allenatore?

  •  Fiducia reciproca;
  • Diversificazione dei ruoli e degli scopi educativi;
  • Stima e collaborazione reciproca tra famiglia e allenatore;
  • Assenza di critiche sterili per entrambe le figure formative.

È fondamentale che le due figure di riferimento per il giovane, in accordo con il proprio ruolo, affianchino il ragazzo nel processo di acquisizione della propria identità individuale, contribuendo anche al riconoscimento e all’accettazione dei propri punti di forza e punti di debolezza.

Allenatore e genitore, dovrebbero quindi, collaborare in maniera coordinata per promuovere la crescita psicologica, sociale, umana e sportiva del ragazzo.

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