Resilienza e antifragilità: l’arte di superare gli ostacoli

resilienza

Il concetto di resilienza, come viene inteso nella psicologia moderna, nasce negli anni ‘50 dello scorso secolo dagli studi condotti da alcuni psicologi americani sullo sviluppo infantile. 

Nel corso degli anni, tuttavia, il tema della resilienza ha iniziato a diffondersi anche e soprattutto nel mondo degli adulti: in ambito professionale, nei rapporti affettivi, nella formazione e nella crescita personale, la resilienza è diventata una vera e propria parola d’ordine.

Più recente è, invece, la nascita del principio di antifragilità, enunciato e illustrato dal matematico Nassim Nicholas Taleb nel 2012, nel suo libro “Antifragile: prosperare nel disordine”. La differenza principale tra i due concetti sta proprio in questo focus sulla “prosperità”, sulla capacità di tirare fuori il meglio dalla situazione in cui ci si trova, imparare dai propri errori e crescere.

Cos’è la resilienza

Con il termine resilienza si intende la capacità di fronteggiare le avversità, di rialzarsi dopo una caduta, di non lasciarsi abbattere o destabilizzare dalle situazioni di difficoltà.

Essere resilienti non significa, tuttavia, essere distaccati o disinteressati: la persona resiliente non è “immune” alla paura, all’incertezza, allo stress e alle preoccupazioni, ma è in grado di mantenere l’equilibrio, non farsi travolgere dalle emozioni negative e incassare anche i colpi più duri.

È importante notare che la resilienza non è una capacità innata, ma può essera appresa con l’esperienza. È anche per questo che i primi studi sul tema rivolgevano l’attenzione sullo sviluppo infantile: è da bambini che, inizialmente, si inizia a fare esperienza dei propri limiti e delle proprie potenzialità, attraverso processi di trial and error che mettono alla prova la propria capacità di mantenere alta la motivazione e rialzarsi – spesso, in queste circostanze, anche in senso letterale.

Inoltre, non bisogna dimenticare che la resilienza non dipende esclusivamente dalla capacità, dalla personalità e dall’attitudine di un individuo, ma può essere condizionata e favorita dalla presenza di alcuni fattori di protezione: elementi che possono intervenire a supporto dell’individuo in difficoltà, come, ad esempio, i rapporti affettivi all’interno di una famiglia o di una coppia, i rapporti di amicizia o la collaborazione dei colleghi.

Cos’è l’antifragilità

L’antifragilità è un concetto che “va oltre” la resilienza, superando l’idea che un sistema fisso e immutabile sia sempre positivo e da proteggere a ogni costo.

Se, infatti, un sistema resiliente è in grado di resistere agli urti e mantenere integra la propria identità, un sistema antifragile è capace di abbracciare l’imprevisto, l’incertezza e il cambiamento con un atteggiamento positivo. 

Essere antifragili vuol dire essere capaci di fronteggiare le avversità, tirarne fuori qualcosa di buono, imparare dagli errori e migliorare costantemente, adattandosi di volta in volta alle nuove circostanze e alle nuove esigenze che queste portano con sé. 

L’obiettivo dell’antifragilità non è imparare a proteggersi o a resistere agli urti, ma diventare capaci di comprendere che cosa ha causato quegli urti, dove siamo stati colpiti (e perché) e cosa possiamo fare per evitare che questo accada di nuovo, anche mettendo in dicussione e trasformando i nostri paradigmi mentali, se necessario.

Come superare gli ostacoli grazie alla resilienza e all’antifragilità 

Davanti a una situazione di crisi o di difficoltà, è normale avere reazioni istintive di panico o disperazione. Che si tratti di un lutto, di una separazione, di un licenziamento, di un trauma psicologico o fisico, la sensazione di perdita e mancanza di controllo su ciò che ci circonda può portare a farci sentire del tutto impotenti di fronte all’ostacolo che abbiamo innanzi e farcelo percepire come insormontabile.

La capacità di resilienza è ciò che ci permette di mantenere o recuperare la calma e resistere allo schok, dandoci la possabilità di analizzare il problema a mente lucida e contrastare o limitare l’interferenza di fattori di stress esterni (paura, ansia, bassa autostima, senso di impotenza). 

L’antifragilità interviene, invece, in un secondo momento, quando l’attenzione va a posarsi proprio su quei fattori. Attraverso un approccio che non biasima l’errore e l’emotività, è possibile comprendere meglio quali sono gli elementi che ci condizionano negativamente e come possiamo modificare e migliorare le nostre capacità per superarli, in modo da evitare che si ripresentino in futuro. 

Per approfondire

Il tema della resilienza è trattato nel corso online Resilienza – Reagire con successo agli imprevisti della vita, tenuto dalla psicologa Carin Irma Blumenthal. Il corso, composto di cinque lezioni, fornisce un approfondimento sul concetto di resilienza, con particolare riferimento al trauma, e illustra nel dettaglio i potenziali fattori di protezione e di rischio. Infine, offre consigli su come rafforzare la propria capacità di resilienza, fornendo anche esempi concreti.

Il seminario online Pandemia e isolamento sociale – Come reagire e agire positivamente, tenuto dalla psicologa clinica Veronica Rossi, offre consigli e suggerimenti su come comportarsi in un particolare esempio di situazione difficile: l’isolamento sociale. Il programma del seminario è composto da tre lezioni, dedicate alle caratteristiche dell’emergenza sanitaria e dell’isolamento come eventi traumatici, agli effetti della pandemia e del lockdown sulla salute mentale, e alla presentazione di indicazioni pratiche per affrontare al meglio la situazione.