Ansia e oli essenziali: possibili campi di applicazione

oli essenziali

A cura della dott.ssa Valeria Melloni

Introduzione

Gli oli essenziali sono prodotti di origine vegetale, che nella pianta svolgono il ruolo di metaboliti secondari, quindi con funzioni di regolazione e di protezione da insetti e patogeni. Gli OE sono sostanze complesse costituite da centinaia di componenti che possono variare notevolmente nella loro composizione a seconda del processo di estrazione da parte del produttore o dell’origine della pianta (Ramsey et al., 2020) e contengono, tra le altre classi di molecole, aldeidi, chetoni, esteri, alcoli, terpeni. Lo stesso olio essenziale di una data pianta, può presentare distribuzione diversa dei componenti, dovuta alle diversità di clima, suolo, metodo di coltivazione.

Gli oli essenziali sono caratterizzati da alta lipofilia, che li rende in grado di attraversare efficacemente le membrane biologiche e distribuirsi nell’organismo, anche con applicazioni esterne. Questa loro caratteristica, unitamente alla ricchezza e diversità della composizione ne ha favorito negli anni l’utilizzo a finalità fitoterapeutica, grazie anche alla piacevolezza dell’esposizione che migliora la predisposizione dei soggetti all’utilizzo. La disciplina che si basa sull’impiego di oli essenziali è denominata aromaterapia. Le vie con cui i componenti degli oli essenziali raggiungono le strutture cellulari possono essere:

  • la via olfattiva, con cui le molecole si legano alla superficie dei recettori olfattivi dei neuroni e vengono assorbite per endocitosi mediata dai recettori;
  • la via respiratoria, con assorbimento a livello alveolare e raggiungimento del torrente circolatorio;
  • la via orale, grazie alla capacità di penetrare le mucose grazie alla lipofila di queste molecole;
  • la via transdermica, dove, sempre in virtù delle caratteristiche lipofile degli oli essenziali, la barriera cutanea è attraversata dai componenti per raggiungere poi la circolazione capillare.

I disturbi di ansia sono molto rappresentati nella popolazione, e presentano un carico di problematiche che possono influire sulla vita lavorativa e di relazione di chi ne soffre, oltre ad esacerbare i sintomi ed il vissuto di altre patologie concomitanti. La prevalenza dei disturbi di ansia ha raggiunto il 25% a seguito della pandemia globale di COVID-19 (Tan et al, 2023).

Le terapie allopatiche disponibili si basano soprattutto sull’utilizzo di Benzodiazepine, che a fronte di una nota efficacia comportano diversi effetti collaterali, ed il rischio di tolleranza ed abuso sul lungo termine. Per questi motivi l’aromaterapia rappresenta una possibile alternativa e negli anni recenti si sono moltiplicati studi che ne hanno verificato l’effettiva possibilità di impiego.

1. Principali oli essenziali usati nella gestione dell’ansia

1.1 Olio essenziale di Lavanda

L’olio essenziale di Lavanda (Lavandula angustifolia), storicamente è stato utilizzato nel trattamento dell’ansia, oltre ad altri impieghi tradizionali come antimicrobico, spasmolitico, cicatrizzante su ferite esterne. In tempi più recenti, diversi studi hanno fornito un supporto scientifico a questo impiego empirico, fornendo anche ipotesi di meccanismo di azione.

Sono stati condotti molti studi clinici randomizzati sull’aromaterapia in contesti medici che possono provocare ansia È stata segnalata una riduzione dell’ansia di stato in situazioni quali ansia preoperatoria, rimozione del tubo toracico, e ricoveri in unità di terapia intensiva (Braden et al., 2009). Altri studi hanno osservato ad esempio la riduzione dello stato di ansia rilevato in alcune donne nel post-parto, dopo somministrazione 2 volte al giorno per 4 settimane.

Gli studi relativi all’aromaterapia portano con sè alcune criticità legate ad un possibile effetto di suggestione legato al profumo, o al massaggio effettuato con l’olio stesso. A questo scopo risultano interessanti i risultati favorevoli ottenuti con l’esposizione di olio di lavanda a topi anosmici (Chiioca et al., 2013).

Il meccanismo di azione è da attribuire principalmente ai componenti linalolo e linalile acetato, che dopo l’applicazione topica hanno dimostrato di penetrare rapidamente nelle membrane cellulari e raggiungere concentrazioni sieriche superiori a 100 ng/mL. I meccanismi molecolari sembrano essere correlati all’inibizione dei canali del calcio voltaggio-dipendenti, alla riduzione dell’attività del recettore 5HT1-A ed all’aumento del tono parasimpatico (Malcolm et al., 2017).

Oltre alle applicazioni topiche, l’olio essenziale di Lavanda, può essere somministrato per via orale, esistendo formulazioni in capsule molli con 80 mg di estratto standardizzato di olio essenziale, che possono essere assunte 1 o 2 volte al giorno. Esiste uno studio randomizzato, controllato, in cieco che ha valutato tramite RMN e tomografia ad emissione di positroni,le modificazioni cerebrali in un gruppo di volontari sani dopo l’assunzione di 160 mg/die di estratto standardizzato di o.e di lavanda per uso orale, per 8 settimane, riscontrando un ridotto potenziale di legame al recettore 5HT1-A nell’ippocampo e nella corteccia cingolata anteriore nel gruppo SLO rispetto al placebo. Il riscontro appare interessante, in quanto una iper attivazione di questo sistema recettoriale è coinvolto nella fisiopatologia dell’ansia (Akimova et al., 2009).

1.2 Olio essenziale di Arancio

Gli agrumi rappresentano una fonte importante di oli essenziali, che vengono accumulati nelle tasche della buccia e scorza e possono essere successivamente estratti tramite spremitura o distillazione. Gli oli essenziali di agrumi sono estremamente volatili, lipofili e sono composti da una miscela di monoterpeni di idrocarburi, monoterpeni ossigenati, sesquiterpeni di idrocarburi e sesquiterpeni ossigenati Il componente principale degli o.e. di agrumi è il limonene, che può essere trovato in quantità che vanno dal 32% al 98%.

Gli oli essenziali di agrumi trovano diversi impieghi, ad esempio come antiossidanti, antimicrobici; ampia applicazione si trova nel campo dello stress fisico e psichico, dove gli o.e. di Citrus aurantium e Citrus sinensis rappresentano due rimedi con particolare possibilità di uso nell’ansia e nelle sue manifestazioni.

A tale riguardo, si riportano esempi di alcuni studi che hanno indagato con rigore metodologico possibili aree di intervento ed applicazioni terapeutiche. Un trial del 2021 ha verificato gli effetti dell’esposizione per via inalatoria all’olio essenziale di Citrus aurantium di un gruppo di quaranta pazienti in procinto di sottoporsi ad angiografia coronarica, rispetto ad un gruppo placebo che ha inalato semplice acqua distillata. Il gruppo trattato ha inalato l’olio essenziale per 15 minuti un’ora prima della procedura. Nel gruppo trattato i segni vitali dell’ansia come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna sistolica e la pressione sanguigna diastolica sono significativamente diminuiti dopo l’intervento (Moradi et al., 2021).

Un altro studio, condotto nel 2020, ha verificato l’effetto dell’olio essenziale di Citrus aurantium su un gruppo di 65 donne gravide con il rischio di partorire pre-termine. Le pazienti hanno ricevuto olio essenziale, o placebo, 2 volte al giorno per 2 settimane e l’ansia è stata monitorata tramite un punteggio derivato somministrando un questionario (Spielberger Anxiety Inventory ). Nel gruppo trattato, il punteggio dopo il trattamento, ha mostrato un diminuzione statisticamente significativa dell’ansia, suggerendo l’impiego di olio essenziale di Citrus aurantium come strumento non invasivo e a basso costo (Pajandat et al., 2020).

1.3 Olio essenziale di Camomilla

Matricaria chamomilla è una delle piante più utilizzate in aromaterapia, per i noti effetti antinfiammatori, antibatterici, antifungini e rilassanti. Contiene molte sostanze fitochimiche, come l’alfa-bisabololo, l’ossido di bisabololo, il kamazolone e i flavonoidi. L’utilizzo popolare e tradizionale dell’infuso come blando agente sedativo è noto da decenni, solo in tempi più recenti studi scientifici hanno verificato le evidenze dell’effetto della camomilla, in particolare dell’olio essenziale come agente ansiolitico. Sono noti gli effetti dell’apigenina, che ha affinità per il recettore GABA, con una azione quindi simile alle benzodiazepine, che rappresentano il trattamento farmacologico di elezione per l’ansia. Diversi studi hanno valutato gli effetti di questo olio essenziale in differenti contesti di patologia. Ad esempio, è stato dimostrato che l’aromaterapia con olio essenziale di camomilla riduce l’ansia dei pazienti in attesa di sottoporsi all’esofagogastroduodenoscopia e che riduce il numero di contrazioni durante la prima fase del parto nelle donne al primo parto (Heidari Fard et al, 2018).

Un altro studio, applicato su pazienti con età superiore a 65 anni residenti in comunità, ha dimostrato che l’olio essenziale di camomilla riduceva il punteggio correlato allo stress ed all’ansia degli anziani ricoverati nelle strutture ( Ebrahimi et al., 2022).

2. Modo di impiego e tossicità degli oli essenziali

Le membrane biologiche risultano avere una buona permeabilità rispetto gli oli essenziali, essendo questi ultimi molto lipofili. Pertanto, diverse vie di somministrazione offrono un buon grado di assorbimento dei componenti attivi. La modalità di utilizzo storicamente più usata è l’inalazione, tramite vaporizzatori o dispersione in acqua bollente ed inalazione dei vapori. Generalmente si impiegano circa 10-15 gocce, facendo attenzione, nel caso di impiego di vaporizzatori a caldo, di non superare i 60 °C per evitare la formazione di sottoprodotti non salubri.

La via inalatoria include una esperienza sensoriale piacevole ed immediata, che risulta dare un valore aggiunto al trattamento dell’ansia, predisponendo la persona ad un atteggiamento favorevole e di compliance nei confronti della terapia.

È possibile anche l’applicazione topica, in questo caso l’olio non è applicato in purezza perché potrebbe dare fenomeni di allergia e di sensibilizzazione cutanea. Risulta opportuno disperdere le gocce in un olio vegetale farmacologicamente inattivo, denominato olio vettore. Anche in questo caso, l’esperienza dell’utilizzo risulta gradevole, per la gestualità legata al massaggio, integrando all’azione terapeutica una pratica rilassante.

Infine, si ricorda la possibilità di assunzione per uso orale, con estratti titolati e standardizzati formulati in capsule, oppure nel caso dell’olio semplice, con la diluizione in un olio vettore o in miele di 1-2 gocce. La dispersione in un mezzo inattivo è necessaria per prevenire eventuali fenomeni gastrolesivi, mentre la dose è particolarmente bassa, sia per la potenza di questi derivati vegetali, sia perché gli studi scientifici sono abbastanza recente e non hanno ancora verificato tutte le possibili situazioni di utilizzo.

Relativamente alla sicurezza di uso, si ricorda che gli oli essenziali, sebbene di origine naturale, contengono strutture attive farmacologicamente attive e altamente biodisponibili. Sebbene gli effetti collaterali siano minori rispetto ai farmaci tradizionali, l’impiego degli oli essenziali pertanto non può essere indiscriminato e privo di precauzioni.

Tra le principali situazioni sensibili, vi sono la gravidanza e l’allattamento, proprio per la capacità degli oli essenziali di distribuirsi e concentrarsi nei tessuti; tale stato richiede ulteriore prudenza di impiego e l’astensione da alcuni oli potenzialmente tossici per il feto come olio di anice, anice stellato, finocchio, canfora (Dlsoky et al., 2021), che tuttavia non sono oggetto del presente articolo.

Altri effetti indesiderati possono manifestarsi a livello dell’apparato respiratorio, con tosse e broncospasmo, soprattutto al di sotto dei 6 anni di età, se la concentrazione dell’olio vaporizzato è eccessiva. L’ingestione potrebbe produrre effetti a carico dell’apparato gastrointestinale, come gastralgia, nausea, vomito, mentre l’applicazione locale può dare irritazione, allergia o fotosensibilizzazione.

Non possono essere esclusi anche effetti sistemici, sebbene rari e limitati ad alcune tipologie di oli essenziali, come quello di ginepro o di legno di cedro, per i quali esistono evidenze di tossicità epatica e renale (Zukowska et al., 2024).

Conclusioni

Gli oli essenziali sono tradizionalmente noti per svariati campi di applicazione, tra cui la gestione delle sindromi ansiose. Studi recenti hanno consolidato con metodologia e rigore scientifico i risultati sulla gestione dell’ansia, anche associata a diverse situazione mediche, confermando lil valore attribuito dalle conoscenze tradizionali all’aromaterapia.

I farmaci disponibili nel trattamento dell’ansia, sebbene di efficacia nota, possono dare effetti collaterali, pertanto gli oli essenziali potrebbero rappresentare una alternativa promettente in svariate situazioni. Risulta opportuno tenere conto che anche gli oli essenziali non sono completamente sprovvisti di possibili effetti secondari, pertanto l’impiego deve essere sempre consapevole ed adeguatamente supportato da corrette informazioni.

Riferimenti bibliografici

  1. Ramsey et al., Focus: Plant-based medicine and pharmacology: Essential Oils and Health, 2020, Yale JBiol Med
  2. Tan et al., Essential oils for treating anxiety: a systematic review of randomized controlled trials and network meta-analysis, Public Health, 2023
  3. Braden et al., The Use of the Essential Oil Lavandin to Reduce Preoperative Anxiety in Surgical Patients, J Perianesth Nur, 2009
  4. Chiioca et al., L’anosmia non compromette l’effetto ansiolitico dell’inalazione di olio essenziale di lavanda nei topi, Scienza della vita, 2013.
  5. Malcolm et al., Essential oil of lavender in anxiety disorders: Ready for prime time?, Mental health Clinician, 2017
  6. Akimova et al., Il recettore della serotonina-1A nei disturbi d’ansia. J, Biophys, 2009
  7. Moradi et al., L’olio essenziale di Citrus aurantium allevia l’ansia dei pazienti sottoposti ad angiografia coronarica: uno studio controllato randomizzato in singolo cieco, J.Integr.Med., 2021
  8. Pajandat et al., The effect of aromatherapy with Citrus aurantium essential Oil on anxiety in women at risk of preterm labor, The Iranian Journal of Osthetrics, 2020
  9. Heidari Fard et al, The effect of chamomile odor on contractions of the first stage of delivery in primpara women: A clinical trial, Complementary Therapies in Clinical Practice, 2018
  10. Ebrahimi et al., The effects of Lavender and Chamomile essential oil inhalation aromatherapy on depression, anxiety and stress in older community-dwelling people: A randomized controlled trial, explore, 2022
  11. Dlsoky et al., Tossicità riproduttiva materna di alcuni oli essenziali e dei loro costituenti, 2021, The International Journal of Moliecular Sciences
  12. Zukowska et al., Properties and Applications of Essential Oils: A Review, Journal of ecological engeneering, 2024