Aumenta il tributo della violenza: oltre ai giovani uomini, colpite anche le donne adulte e anziane.

Nel corso del 2022, si è registrato un aumento del 6,2% nel numero di omicidi, con un totale di 322 casi, rispetto all’anno precedente.

Questa triste statistica si divide tra 126 donne e 196 uomini.

Emergono alcuni dati significativi: si nota un incremento degli omicidi di uomini perpetrati da individui sconosciuti, passando da 0,27 a 0,37 per 100mila maschi rispetto al 2021.

Al contempo, cresce anche il numero di donne uccise da membri della propria famiglia, passando da 0,10 a 0,14 per 100mila donne.

Analizzando gli autori degli omicidi noti, emerge che nel 92,7% dei casi in cui la vittima è una donna, l’omicida è un uomo.

Nel caso degli uomini, il 94,4% degli assassini è anch’esso un uomo.

Questi dati mettono in evidenza una netta prevalenza degli omicidi commessi da individui dello stesso sesso della vittima.

Risulta che il 77,6% delle vittime di omicidio è costituito da cittadini italiani, mentre il restante 22,4% da cittadini stranieri.

Interessante è notare che, nel dettaglio, il 92,7% degli omicidi di italiani è commesso da altri italiani, mentre il 71,6% degli stranieri è ucciso da individui stranieri.

Un dato preoccupante emerge analizzando i femminicidi: su un totale di 126 donne uccise, 61 di esse sono state vittime di un partner o di un ex partner, tutti di sesso maschile.

Si stima che il numero totale di femminicidi nel 2022 sia di 106, una cifra allineata con le tendenze degli ultimi tre anni.

Questi dati sottolineano la necessità di approfondire le cause alla base di tali fenomeni e di implementare misure volte a prevenire e contrastare la violenza di genere, garantendo la sicurezza di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro genere o nazionalità.

Il presente rapporto fornisce un’analisi dettagliata dei casi di omicidio intenzionale avvenuti nel corso del 2022, come documentato dalle Forze di Polizia e registrato nel database della direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’Interno.

Questi dati rivestono una notevole rilevanza poiché evidenziano, quando possibile, la connessione tra la vittima e l’assassino.

Grazie a queste informazioni, è possibile ricostruire il movente del crimine, le modalità di esecuzione e il tipo di arma eventualmente impiegata.

Questo approfondimento assume un’importanza cruciale, soprattutto nell’ambito dell’analisi delle dinamiche degli omicidi di donne, i quali, come ben noto, presentano differenze significative rispetto a quelli degli uomini.

L’Italia mantiene bassi tassi di omicidi in confronto al resto d’Europa

In Italia, nonostante un lieve aumento nel 2022 rispetto all’anno precedente, si registra un livello di omicidi notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi Europei.

L’impatto dei cambiamenti nei comportamenti sociali derivanti dalla pandemia da Covid-19 sembra in gran parte esaurito, e si osserva una ripresa del fenomeno criminale, fenomeno che ha coinvolto in modo diffuso tutti i tipi di reato, compresi gli omicidi volontari consumati che nel 2022 sono stati 322, con un incremento del 6% circa rispetto all’anno precedente.

Storicamente, l’Italia si posiziona tra i paesi a minor rischio per quanto riguarda gli omicidi volontari.

Nel confronto con l’Unione Europea, l’Italia, nel 2022, pur mostrando un aumento rispetto all’anno precedente, mantiene un livello di omicidi basso.

Nel 2021, occupava il ventiduesimo posto tra i 27 paesi dell’UE, con 0,51 omicidi per 100mila abitanti, a fronte di una media generale di 0,83.

Valori ancora più contenuti si riscontrano in paesi come Lussemburgo, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovenia (tra 0,47 e 0,43) e infine Malta, che registra 0,39 omicidi per 100mila abitanti.

È importante considerare con attenzione questi dati, poiché possibili differenze metodologiche nei conteggi e le dimensioni demografiche di alcuni paesi possono influire sui tassi, causando variazioni anche in presenza di cambiamenti minimi nel fenomeno.

Per quanto riguarda le sole vittime donne, l’incidenza media degli omicidi nell’UE, calcolata per i 23 paesi con dati disponibili, è di 0,60 omicidi per 100mila donne.

In questo contesto, l’Italia, con 0,39 omicidi per 100mila donne nel 2021, si colloca al di sopra solo dell’Irlanda (0,28) e Malta, dove nel 2021 non sono state registrate vittime donne.

Situazioni simili caratterizzano anche Paesi Bassi, Polonia e Spagna, con tassi compresi tra 0,42 e 0,40 omicidi per 100 mila donne.

Nel 2022, l‘incidenza delle vittime di omicidio volontario si presenta più elevata nel Mezzogiorno, con un tasso di 0,75 per 100mila abitanti.

Al contrario, nelle regioni del Centro-nord, a eccezione della provincia autonoma di Trento, si osservano valori inferiori alla media nazionale.

In particolare, la Campania e la Calabria registrano i valori più elevati (0,87), seguite dalle Isole con 0,82 in Sardegna e 0,75 in Sicilia, e dalla Puglia con 0,69.

Nonostante le vittime di omicidio siano prevalentemente di sesso maschile nel 2022 (60,9%), esistono differenze regionali nel rapporto tra i sessi.

In regioni con dimensioni demografiche contenute, dove l’omicidio è un evento raro, come le province autonome trentine (con l’unico omicidio registrato a Bolzano/Bozen di una donna e due su tre a Trento), e nelle regioni di Marche e Liguria (con cinque donne su otto vittime totali), così come in regioni più popolose come Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio (con una percentuale di donne uccise compresa tra il 61,1% e il 52,0%).

Gli uomini esposti a maggiori pericoli in età giovanile, per le donne il rischio cresce con l’età

Nel corso del 2022, l’età media delle vittime di omicidio presenta notevoli differenze tra i sessi.

Gli uomini colpiti hanno un’età media di 45,1 anni, mentre le donne presentano un’età media più elevata di 55,1 anni.

Le vittime straniere, costituendo il 22,4% del totale, sono generalmente più giovani, con un’età media di 36,1 anni per gli uomini e 46,8 anni per le donne.

A titolo di confronto, le vittime italiane hanno un’età media di 47,7 anni per gli uomini e 57,4 anni per le donne.

Analizzando i rischi distinti per sesso e costruendo rapporti con la popolazione residente della stessa età, emergono chiare disparità nelle dinamiche del rischio di essere vittime di omicidio nel 2022.

Per gli uomini, il rischio maggiore si concentra nelle fasce di età giovanile (18-24 e 25-34) e nelle fasce appena mature (35-44), mentre per le donne il rischio continua ad aumentare con l’avanzare dell’età, raggiungendo il massimo nelle fasce più anziane.

Quest’ultima tendenza può essere spiegata in parte dalla presenza di un numero significativo di donne uccise in età avanzata da persone a loro legate, principalmente i partner, con l’obiettivo dichiarato di porre fine a situazioni critiche di vario genere.

È rilevante notare che, al contrario, nessun uomo è stato ucciso dalle proprie compagne per motivazioni simili.

La stragrande maggioranza degli autori di omicidio è di sesso maschile: 93,7%

Dei 322 omicidi perpetrati nel corso del 2022, il 11,5% (37 casi) presenta ancora un autore presunto non identificato.

Questo fenomeno coinvolge in minima parte (tre casi) le vittime femminili, poiché la probabilità di individuare l’autore è più elevata quando si tratta di omicidi di donne, spesso verificatisi nell’ambito familiare o di coppia, circostanza che limita il campo delle indagini a un numero più ristretto di sospetti.

L’analisi delle caratteristiche dell’autore e della vittima si basa su 285 casi residui, in cui l’autore risulta prevalentemente essere un uomo, responsabile del 93,7% degli omicidi, mentre il 6,3% è attribuibile a donne. Gli uomini hanno tendenzialmente come vittime altri uomini (57,3%) e in minor misura donne (42,7%), mentre le donne autrici di omicidio (18 casi) hanno ucciso sia uomini che donne in egual misura.

Esaminando la relazione tra il sesso di autore e vittima, e distinguendo tra vittime italiane e straniere, emerge che gli uomini sono coinvolti in una percentuale maggiore di omicidi tra altri uomini, indipendentemente dalla nazionalità.

Tuttavia, gli uomini italiani mostrano una frequenza superiore nell’uccidere donne (44,3%) rispetto agli uomini stranieri (37,9%).

La maggior parte degli omicidi coinvolge cittadini italiani (70,9%), mentre il 16,8% riguarda stranieri, senza necessariamente specificare la loro nazionalità.

Inoltre, si osservano casi in cui l’autore è italiano e la vittima straniera (6,7%), e viceversa (5,6%), evidenziando dinamiche complesse e interetniche in linea con quanto documentato in letteratura per molti tipi di reato.

Omicidi: liti e motivi futili coinvolgono quasi metà delle vittime

Nel 2022, le “liti, futili motivi, rancori personali” si confermano come la principale motivazione degli omicidi, rappresentando il 45,3% del totale.

Questa tendenza prevale per entrambi i sessi, con il 53,1% degli omicidi maschili e il 33,3% di quelli femminili attribuibili a questo movente.

A seguire, i “motivi economici,” che includono gli omicidi legati a rapine, costituiscono il 14% complessivo, con una maggiore incidenza tra le vittime maschili (17,9%) rispetto a quelle femminili (7,9%).

Una percentuale significativa degli omicidi, pari al 11,2%, è attribuita a uno stato di “follia” dell’autore, con una prevalenza marcata nelle vittime femminili (18,3% contro il 6,6%).

Lo stesso accade quando il movente è definito come “passionale” (16,7% contro 4,6% per le vittime maschili).

Inoltre, nel 4,3% dei casi, l’omicida afferma di aver agito per interrompere una grave malattia della vittima, evento verificatosi esclusivamente nel caso delle donne, soprattutto di età molto avanzata.

Il mezzo più comunemente utilizzato per gli omicidi nel 2022 è stato l’arma da fuoco (37%), seguita dalle armi da taglio (32,6%).

Le armi improprie sono state utilizzate nel 9,3% dei casi, mentre nel rimanente 21,1% l’omicidio è stato perpetrato con altre modalità.

Gli omicidi legati alla criminalità organizzata (30 casi) sono stati tutti commessi con armi da fuoco.

La scelta del mezzo presenta differenze notevoli in base al sesso della vittima.

Le armi da fuoco sono usate prevalentemente contro gli uomini (45,4%), mentre le donne sono più frequentemente assassinate con armi da taglio (34,9%).

Nonostante una percentuale simile di utilizzo di armi improprie, si evidenzia una differenza significativa quando l’omicidio avviene a mani nude, con una frequenza maggiore nelle donne (30,2% contro 15,3% degli uomini).

Per quanto riguarda le vittime straniere di omicidio, l’arma da taglio risulta predominante (45,8%), mentre le armi da fuoco sono utilizzate nel 19,4% dei casi.

Le armi improprie sono state impiegate nel 9,7% degli omicidi, tutti riguardanti vittime di sesso maschile.

Femminicidi: un allarme nella sfera delle relazioni di coppia

Persiste per le donne un contesto stabile in cui le morti violente si verificano principalmente all’interno delle relazioni di coppia.

Il tasso delle donne uccise da un partner o ex partner, che può essere un coniuge, un convivente o un fidanzato, si attesta a 0,20 per 100mila donne, rispetto al valore di 0,23 nel 2021. In contrasto, per gli uomini, il medesimo tasso è di 0,03 per 100mila uomini.

Vi è un lieve aumento nel tasso delle donne uccise da parenti, passato da 0,10 nel 2021 a 0,14 nel 2022.

Le 61 donne uccise nell’ambito della coppia avevano tutte partner maschili, mentre gli otto uomini vittime di partner sono stati uccisi da sei donne e due uomini.

Delle 43 donne uccise da altri familiari, il 81,4% (35 casi) sono state uccise da uomini e otto da donne.

La maggioranza degli uomini uccisi da parenti (26 su 27) è stata vittima di familiari maschi.

Le vittime più giovani, tutte nell’età 0-13 anni, sono uccise in ambito familiare con tassi praticamente equivalenti per maschi e femmine (0,11 e 0,12 per 100mila ragazzi e ragazze sotto i 14 anni).

Anche le due ragazze di 14-17 anni uccise hanno avuto parenti come autori degli omicidi.

I parenti sono anche autori di omicidi di persone anziane, con differenze significative tra i sessi a sfavore delle donne (0,14 per 100mila uomini con più di 75 anni, 0,36 per 100mila donne della stessa età).

Nell’ambito delle età centrali, le donne sono prevalentemente uccise dai partner (0,33 per 100mila donne dai 35 ai 54 anni), con un picco di 0,39 per 100mila donne di 35-44 anni.

Gli uomini giovani adulti, invece, sono uccisi principalmente da sconosciuti, con il tasso più elevato tra gli 18-24enni (0,75 per 100mila uomini di 18-24 anni), 35-44enni (0,66) e 25-34enni (0,60).

Le donne che risiedono nel Nord-est presentano tassi doppi di omicidi da parte di partner o ex partner (0,32 per 100mila donne del Nord-est) rispetto al Nord-ovest (0,16) e al Centro (0,17).

Tassi inferiori alla media sono riscontrati nelle Isole (0,18) e al Sud (0,19).

Le uccisioni per mano dei parenti sono più elevate tra le donne residenti nelle Isole (0,24 per 100mila donne isolane contro 0,14 della media Italia), analogamente a quanto accade in misura ancora più accentuata per gli uomini (0,22 per 100mila abitanti nelle Isole, contro lo 0,09 del tasso medio nazionale).

Il Sud e le Isole presentano anche i tassi più alti di uomini uccisi da sconosciuti (rispettivamente 0,61 e 0,54 per 100mila uomini della stessa area geografica) e di casi in cui l’autore non è stato identificato (rispettivamente 0,35 e 0,19, contro il valore medio nazionale di 0,12 per 100mila maschi).


Femminicidi: costituiscono l’84% delle donne uccise

A marzo 2022, la 53a sessione della Statistical Commission ha approvato lo “Statistical framework for measuring the gender-related killing of women and girls” (comunemente chiamato femminicidio), un’iniziativa delle Nazioni Unite.

L’Italia ha scelto di aderire a questo framework, che rappresenta un passo significativo verso una comparazione internazionale, anche a livello europeo.

Il primo rapporto delle Nazioni Unite sui femminicidi fornisce una prima comparazione dei tassi di omicidi di donne da parte di partner, ex partner o familiari in alcuni Paesi.

La definizione statistica di femminicidio coinvolge tre categorie di gender-related killing: omicidi di donne da parte del partner; omicidi di donne da parte di un altro parente; omicidi di donne da parte di un’altra persona, conosciuta o sconosciuta, ma con un legame con la motivazione di genere.

L’identificazione di un femminicidio richiede informazioni specifiche riguardanti la vittima, l’autore e il contesto della violenza.

Alcune variabili includono se la vittima ha subito violenze precedenti dall’autore, se è stata vittima di sfruttamento illecito, se è stata rapita, se lavorava nell’industria del sesso, se vi è stata violenza sessuale, e altri fattori.

Attualmente, in Italia non sono disponibili tutte queste informazioni, ma utilizzando le informazioni attualmente disponibili (relazione tra vittima e autore, movente, ambito dell’omicidio), è possibile stimare il numero di femminicidi.

Dei 126 omicidi di donne, si stima che 61 siano stati commessi nell’ambito della coppia da partner o ex partner, 43 da altri parenti, uno da un conoscente con movente passionale e uno da sconosciuti nell’ambito della criminalità organizzata.

In totale, si stima che ci siano 106 femminicidi su 126 omicidi di donne.

Tra le restanti 20 vittime femminili, due sono state uccise da conoscenti uomini per motivi diversi (rapina e follia), 15 da sconosciuti (14 uomini e una donna) con vari motivi, inclusi la follia, interessi economici e altri moventi, e tre donne sono state uccise da autori non identificati.

Gossario

Autorità giudiziaria: è l’istituzione responsabile dell’amministrazione della giustizia penale, civile e amministrativa.

Femminicidio: si definisce come l’omicidio di una donna in quanto donna.

Il termine “femicide” è stato coniato nel 1976 da Diana Russell, che lo ha descritto come “gli omicidi di donne da parte di uomini motivati da odio, disprezzo, piacere o un senso di proprietà sulle donne” e come “l’uccisione di femmine da parte di maschi perché sono femmine”.

Questa definizione è stata ulteriormente elaborata nel 2011, allineandosi alla Convenzione di Istanbul.

Il dibattito sulla definizione è ampio e in letteratura manca una completa concordanza; ad esempio, i termini “femicide” e “femminicide”, utilizzati in America Latina, a volte sono sinonimi, altre volte si riferiscono rispettivamente all’omicidio delle donne motivato dal genere e alla violenza di genere contro le donne in generale. Istat ha scelto di adottare la definizione delle Nazioni Unite nel suo quadro statistico.

Forze di Polizia: si riferiscono ai corpi dello Stato responsabili del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Attualmente in Italia, ci sono quattro Forze di Polizia con competenza nazionale, di cui due hanno ordinamento civile (Polizia di Stato e Polizia penitenziaria) e due ordinamento militare (Arma dei carabinieri e Corpo della guardia di finanza).

L’Arma dei carabinieri è stata elevata al rango di Forza armata nel 2000 e nel 2016 ha incorporato il Corpo forestale dello Stato, precedentemente una Forza di Polizia civile sotto il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Omicidio volontario si configura come un delitto commesso da chi provoca la morte di un individuo.

Tale atto criminale può derivare da un comportamento attivo o passivo, quest’ultimo nei casi legalmente previsti, e richiede la presenza della consapevolezza e della volontà di causare la morte.

Nota metodologica

Introduzione

Nell’analisi condotta, sono stati esaminati i dati concernenti gli omicidi volontari, rilevati dalle Forze di Polizia, con particolare attenzione ai profili delle vittime.

La metodologia statistica impiegata assegna a ciascuna vittima un singolo delitto di omicidio, il che significa che un singolo evento con più vittime sarà riflessivo di più omicidi, in quantità corrispondente a quella delle vittime coinvolte.

I dati provengono dai database del Ministero dell’Interno, in particolare dal sistema di indagine (SDI) e dal database dedicato agli omicidi presso la Direzione centrale della polizia criminale.

È importante sottolineare che, trattandosi di dati utilizzati a fini operativi, sono soggetti a modifiche che potrebbero emergere nelle fasi successive del processo di elaborazione dati.

Tali modifiche possono riguardare la classificazione del reato durante l’indagine, ma non devono essere confuse con la qualificazione giuridica del reato, riservata all’autorità giudiziaria e determinata successivamente, eventualmente durante l’iter giudiziario penale.

La rilevazione della delittuosità

La statistica della delittuosità fornisce informazioni a partire dal 1955 riguardanti i delitti e le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria, estendendosi al 2007 per includere anche le caratteristiche degli autori e delle vittime dei reati.

Questa fonte di informazioni è fondamentale per la comprensione del fenomeno criminale, consentendo di rispondere alla crescente domanda di dati statistici, soprattutto a livello internazionale. Inoltre, agevola il monitoraggio della criminalità nel suo complesso, focalizzandosi sugli autori dei reati e sulle vittime. L’analisi del territorio assume un ruolo sempre più cruciale, come dimostrato dal sistema di indicatori per lo sviluppo territoriale che sfrutta i dati delle statistiche di Polizia per stabilire politiche regionali.

Quadro normativo attuale

Riferimento normativo: Circolare Amministrativa n. 558/C/D. 3/2-1888/900(165) del 6 novembre 2003 del Ministero dell’Interno (atto programmatico).

Rilevazione: Numero dei delitti denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di Polizia (codice Programma Statistico Nazionale: INT-00062) – Titolare: Ministero dell’Interno.

Rielaborazione: Delitti denunciati dalle Forze di Polizia all’Autorità giudiziaria (codice Programma Statistico Nazionale: IST-01002).

La raccolta delle informazioni e i contenuti

I dati raccolti riguardano le fattispecie delittuose consumate e tentate, insieme alle notizie a esse connesse, inclusi alcuni dettagli sulle vittime e gli autori, nonché elementi relativi all’attività di controllo come l’identificazione di persone e automezzi, eccetera.

Le Forze di Polizia operanti sul territorio nazionale, tra cui DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale e Guardia Costiera, registrano queste informazioni nello SDI (Sistema Di Indagine).

Questo sistema informatizzato, inizialmente concepito per scopi investigativi, consente il monitoraggio dell’andamento dei delitti, compresi quelli tradizionali ed emergenti.

Nel dettaglio, i dati si riferiscono alle denunce/querele dei reati pervenute alle Forze dell’Ordine dai cittadini o emerse grazie all’azione investigativa.

Per gli omicidi, le informazioni sono anche inserite in una banca dati separata, esistente in questa forma dal 2002, più completa.

Questa permette di conoscere il movente presunto, distinguere tra omicidi di criminalità comune e organizzata, e analizzare la relazione tra l’autore e la vittima, fornendo informazioni dettagliate, come quanti omicidi di donne sono commessi da partner o parenti, o quanti uomini sono uccisi da sconosciuti, e così via.

Va sottolineato che, essendo dati utilizzati per scopi operativi, sono soggetti a modifiche che possono emergere nelle estrazioni successive.

L’elaborazione dei dati

Poiché il contenuto della banca dati è in continua evoluzione a causa degli aggiornamenti legati alle indagini e ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria, le informazioni statistiche più rilevanti relative ai delitti e alle segnalazioni (numero di autori) vengono trasferite, in un momento prestabilito, dalla banca dati SDI a un ambiente appositamente dedicato (STATDEL).

Successivamente, questi dati vengono elaborati sotto forma di tabelle di frequenza e trasmessi all’Istat.

Il processo di validazione prevede la verifica della completezza e coerenza dei dati, sia in rapporto all’andamento pregresso, sia attraverso un confronto con altre fonti, come i dati delle Procure. Successivamente, potrebbe esserci la richiesta di verifica di situazioni anomale e l’imputazione probabilistica in presenza di dati mancanti sporadici.

Viene effettuata anche la riconduzione delle modalità di alcune variabili alle classificazioni ufficiali. Successivamente, i dati vengono sottoposti a un trattamento informatico per trasformarli in un formato adatto all’alimentazione della banca dati I.Stat.

Il procedimento descritto viene ripetuto in modo sostanzialmente analogo per le caratteristiche demo-sociali di autori e vittime, che sono inviate separatamente in un secondo momento dal Ministero dell’Interno.

I dati sono diffusi annualmente, ma il Ministero dell’Interno può effettuare interrogazioni della banca dati in tempo reale.

La diffusione dei dati

Lo strumento principale di diffusione da parte dell’Istat è il datawarehouse I.Stat.

I principali risultati vengono pubblicati annualmente anche su volumi Istat di ampia diffusione (Annuario statistico italiano, Noi Italia, Italia in cifre, Rapporto BES, Rapporto SDGs) e occasionalmente in altre pubblicazioni dell’Istituto.

Annualmente, il Ministero dell’Interno pubblica i dati nell’Annuario delle statistiche ufficiali dell’Amministrazione dell’interno.

I dati sono periodicamente diffusi anche da organismi internazionali come Eurostat, UNECE e UNODC.

I dati sono pubblicati dal 1955 al 2004 negli Annuari di statistica giudiziaria penale, e successivamente nel datawarehouse I.Stat.

Parte dei dati precedenti al 2010 è disponibile sotto forma di tabelle Excel.

Solitamente, i dati sono diffusi in valore assoluto, ma vengono anche presentati in termini depurati dalla dimensione demografica, come rapporti per 100.000 abitanti e variazioni percentuali per analizzare l’andamento temporale.

Copertura e dettaglio territoriale

L’indagine copre l’intero territorio nazionale.

Il dettaglio territoriale disponibile include dati nazionali, regionali e provinciali, con informazioni solo per i capoluoghi di provincia tra i Comuni.

I dati per gli altri Comuni (non capoluoghi) sono rilevati distintamente dal Ministero, ma non vengono diffusi.

La somma dei delitti negli ambiti territoriali può differire dai dati di sintesi riferiti ai livelli superiori, poiché i delitti non attribuibili a un determinato dettaglio territoriale vengono conteggiati nel livello più ampio possibile (provincia, regione, Stato).