Come parlare di temi LGBTQ+ a bambini e adolescenti

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Affrontare con i propri figli o studenti temi delicati come quello dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere, e, in generale, del mondo LGBTQ+ (acronimo di: lesbica, gay, bisessuale, transgender, queer/questioning) e di tutte le sue sfumature può sembrare complicato. Tuttavia, è fondamentale educare i più giovani e fornire loro informazioni corrette e complete anche riguardo a queste tematiche, così da prevenire la formazione di stereotipi, pregiudizi e comportamenti di stampo trans-omofobico.

Come spiegare tematiche LGBTQ+ 

1. Informarsi attraverso fonti affidabili 

Il primo passo per affrontare temi LGBTQ+ con i più giovani è, innanzitutto, documentarsi e accertarsi di avere un’idea chiara delle terminologie utilizzate e del loro significato, in quanto avere una buona conoscenza del tema è fondamentale per riuscire a rispondere in modo accurato alle domande e alle curiosità che i bambini o gli adolescenti possono avere rispetto a questo mondo. 

Se, infatti, alcuni termini (come ad esempio quello di “omosessuale” e “bisessuale”) sono ormai entrati nel lessico comune, altre espressioni possono richiedere un approfondimento (ad esempio, la distinzione tra “transgender” e “transessuale”, o tra orientamento sessuale e identità di genere).

È bene, inoltre, assicurarsi che le fonti consultate -soprattutto se online- siano affidabili e scevre da pregiudizi e informazioni erronee che purtroppo, ancora oggi, si possono riscontrare in alcuni articoli o siti web.

2. Usare un linguaggio adatto all’età

Ovviamente, il linguaggio da utilizzare dev’essere calibrato rispetto all’età del bambino o del ragazzo; tuttavia, è importante tenere presente che, nel momento in cui ci viene posta una domanda o scegliamo di affrontare l’argomento, è molto probabile che il nostro interlocutore abbia già qualche conoscenza e idea in merito, anche se confusa o incompleta (soprattutto nel caso dei bambini). Per questo motivo, è opportuno, innanzitutto, cercare di capire quali sono le nozioni con cui il bambino o l’adolescente è venuto in contatto. In questo modo, è possibile fornire spiegazioni più puntuali o chiarire eventuali fraintendimenti.

Per i più piccoli, certamente non è necessario scendere nel dettaglio delle diverse terminologie e classificazioni, ma è importante prevenire e correggere atteggiamenti di “discriminazione” legati ai ruoli di genere (ad esempio, il rifiuto di giocare con le bambole o con una cucina giocattolo perché “da femmina”) e spiegare come molte attività tradizionalmente associate al genere maschile e femminile siano un prodotto culturale e non sono in alcun modo collegate con l’orientamento sessuale e la sessualità. 

3. Utilizzare esempi o riferimenti culturali provenienti dal mondo LGBTQ+

Sono sempre di più i film, le serie tv, i cartoni animati, i videogiochi, i fumetti e i libri che affrontano apertamente tematiche LGBTQ+, anche con un linguaggio adatto per i più piccoli. Prendere spunto dai personaggi e dalle storie raccontate in prodotti di intrattenimento è un ottimo modo per far comprendere a bambini e ragazzi la normalità del mondo LGBTQ+.

Allo stesso modo, molte celebrità note e stimate hanno fatto coming out negli ultimi anni, dichiarandosi omosessuali, bisessuali o transessuali. Soprattutto per i bambini più grandi e gli adolescenti, portare esempi reali, di persone famose e ammirate, può essere utile per far comprendere come un orientamento sessuale o un’identità di genere diversi da quelli previsti dalla concezione eteronormativa non siano assolutamente né qualcosa di cui sparlare o da prendere in giro, né da nascondere e di cui vergognarsi.

Quando (e perché) affrontare l’argomento

Parlare di orientamento sessuale e identità di genere a un bambino può sembrare prematuro ma, in realtà, gli psicologi concordano nel dire che affrontare presto l’argomento aiuti a combattere l’emergere di sentimenti e idee di stampo omofobico. Educare i bambini a comprendere e rispettare la diversità, inoltre, è fondamentale per promuovere lo sviluppo dell’empatia, dell’intelligenza emotiva e delle competenze relazionali.

Per questo motivo, qualora se ne presenti l’occasione e il bambino manifesti domande e curiosità rispetto a questi temi, è opportuno affrontare l’argomento in modo aperto e senza preoccuparsi eccessivamente dell’età del piccolo. Infatti, sviare la discussione o rispondere che “sono cose da grandi” per evitare una conversazione che si percepisce come imbarazzante potrebbe portare il bambino a formarsi idee erronee e a considerare il mondo LGBTQ+ un tabù, qualcosa di sbagliato. 

Inoltre, soprattutto nel caso dei bambini un po’ più grandi, è possibile che, in assenza di una risposta esaustiva da parte del genitore, vadano alla ricerca di informazioni confrontandosi con i compagni o cercando informazioni in rete, esponendosi sia a contenuti inadatti per la loro età sia a spiegazioni e opinioni incomplete, scorrette o offensive e omofobe. 

È importante, invece, chiarire sin da subito -con un linguaggio appropriato rispetto all’età del bambino- che, così come esistono religioni ed etnie diverse, esistono anche diversi modi di amare e di stare insieme. 

Infine, parlare di temi LGBTQ+ in modo aperto vuol dire comunicare ai propri figli o studenti la propria “posizione”, mostrare loro che non c’è nulla di cui avere paura o di cui vergognarsi e che, se hanno bisogno di confidarsi o di fare delle domande, possono farlo liberamente e senza timori.