COME PREVENIRE IL BULLISMO

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La scuola e la famiglia ricoprono un ruolo molto importante nella trasmissione di valori educativi improntati all’accettazione e all’inclusione, che possono portare ad una sensibile riduzione della frequenza dei comportamenti di bullismo e in particolare bullismo omofobico.

Tra le strategie di intervento abbiamo in primo luogo la formazione del personale scolastico (insegnanti, dirigente e collaboratori scolastici) con gli obiettivi di: accrescere la consapevolezza circa gli effetti estremamente negativi del bullismo; accrescere la capacità  di riconoscere le diverse forme di comportamento aggressivo al fine di saper riconoscere il vero fenomeno di bullismo o il singolo episodio di aggressività isolato; incrementare le abilità di gestione dei conflitti; migliorare le modalità di gestione della classe grazie alla presenza di un supervisore; fornire strumenti specifici atti alla prevenzione del bullismo e alla promozione dei comportamenti pro-sociali e di aiuto; migliorare il sistema di regole dell’istituto scolastico; incrementare l’uso di strategie curricolari per la responsabilizzazione degli alunni; implementare programma di peer support in cui i ragazzi più grandi diventano educatori dei ragazzi più piccoli della stessa scuola ed infine la formazione del personale scolastico ha l’obiettivo finale di saper identificare le procedure di risposta agli episodi più gravi.

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Formare gli insegnanti porterà quest’ultimi a mettere in atto determinate tecniche per creare un clima benevolo e di collaborazione in classe attraverso percorsi di prevenzione che devono mirare a costruire legami di gruppo positivi, a potenziare il senso di appartenenza alla scuola e favorire il riconoscimento delle diversità. L’idea è quella di costruire una rete dinamica con relazioni stabili che possono essere sempre più efficaci (perché valorizzano le diversità) e armoniose (perché in grado di integrare le risorse), sapendo che i legami che si vengono a creare tra i banchi di scuola (sia quelli tra pari e sia quelli tra insegnanti e ragazzi) possono costruire un’occasione plurima di apprendimento, crescita e argine contro il rischio.

Intraprendere una politica anti-bullismo risulta efficace solo se la scuola ha delle partnership con la comunità intera, in quanto non si può lasciare il compito solo all’istituzione scolastica. Per questo motivo uno specifico intervento è da compiere sui genitori, i primi educatori dei ragazzi. I genitori possono e devono essere aiutati nell’identificare i cambiamenti nei loro figli che possono fungere da campanello d’allarme rispetto agli episodi di bullismo e cyberbullismo. Il consiglio principale per i genitori è quello di abbattere il muro del silenzio e farsi percepire dai propri figli come “base sicura” da cui è possibile distaccarsene con la consapevolezza però di ritrovare, al ritorno, genitori empatici, comprensivi e non giudicanti. Necessario è anche informare i genitori su vantaggi e rischi del mondo digitale, in modo da essere dei mentori e non rimanere “un passo indietro” rispetto ai figli. Rimanere indietro provoca un’assenza di controllo sui dispositivi mobili dei giovani che si senteranno estremamente liberi di comunicare e condividere anche informazioni personali e dati sensibili a perfetti sconosciuti.

Quindi bisogna svolgere attività di educazione ai genitori volte a: metterli a conoscenza circa la natura dei pericoli della rete; incoraggiarli al dialogo; favorire l’adozione di specifiche strategie di mediazione, una tra tante la mediazione tecnica ossia l’utilizzo di software di parental control che permettono, in parte, di filtrare contenuti o limitare l’accesso alla rete in determinate fasce orarie. Le strategie preventive e di intervento sono molteplici e differenti, il corso aiuta a conoscerle, a riflettere e a spronarne l’utilizzo.