Quanto fin’ora scritto, è fondamentale per capire come si manifesta lo stress e perché è importante riconoscerlo. Qualsiasi fattore che vada a perturbare l’equilibrio dell’organismo può essere considerato come elemento “stressogeno”, sia che lo alteri in maniera positiva (eustress) che negativa (distress).
Quello che ci fa percepire un cambiamento corporeo relativo ad una qualsiasi attivazione, si chiama risposta fisiologica allo stress e vede coinvolte strutture specifiche del cervello facenti parte dell’Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene. Non mi starò a dilungare sui vari passaggi tipici di quest’asse e arriverò direttamente al passaggio finale di questa catena neurochimica, passaggio che a noi interessa in relazione alla percezione dell’attivazione stress. I prodotti finali di quest’asse sono gli ormoni dello stress, i quali si dividono in due classi principali: glucocorticoidi di cui fa parte il cortisolo e le catecolamine di cui fanno parte adrenalina e noradrenalina.
I Principali effetti che questi ormoni hanno sul corpo, portano ai ben noti sintomi di quella che in termini tecnici viene chiamata attivazione generalizzata del sistema simpatoadrenomidollare. Questo termine non ci deve spaventare, in quanto è un sistema di attivazione ben noto a tutti. Esso comporta a livello del
- Sistema cardiovascolare: tachicardia, vasocostrizione nei distretti cutanei
- Della cute: pallore o a volte cianosi, brividi, piloerezione
- Apparato respiratorio: broncodilatazione, iperventilazione
- Apparato gastroenterico: inibizione della motilità intestinale ed arresto dei processi digestivi
- Effetti metabolici che noi non percepiamo direttamente, ma ne cogliamo solo le conseguenze che corrispondono ad un aumento della produzione di glucosio cioè dello zucchero da parte del fegato per renderlo disponibile a cuore e muscoli
Questo tipo di attivazione non rappresenta sempre una risposta ad uno stimolo rientrante nella categoria del distress, proviamo esattamente le stesse percezioni relative a questi tipi di attivazione anche quando siamo attivati da stimolazioni appartenenti alla categoria degli eustress, come un primo appuntamento o il conseguimento di un’importante traguardo lavorativo. Le famose farfalle nello stomaco che proviamo ad un primo appuntamento, non sono null’altro se non una causa diretta dell’inibizione della motilità intestinale.
Dobbiamo inoltre ricordare che, ognuno di noi, si trova quotidianamente a fronteggiare numerosi stress acuti: nella maggior parte dei casi, esaurito l’effetto dello stressor, l’equilibrio dell’organismo si ripristina pienamente ed il corpo non subisce alcun danno. Dato che ci troviamo ad affrontare più attivazioni nell’arco della giornata, la domanda/problema che sorge spontanea è quando questi sintomi sono da considerarsi un campanello d’allarme?
Il problema, come già sottolineato in precedenza, si presenta quando l’attivazione diventa cronica e non permette al nostro organismo di tornare ad uno stato di equilibrio. Quest’attivazione, costantemente presente, a poco a poco consuma le risorse corporee disponibili e porta la persona a vivere in una situazione di allerta costante.
E’ proprio quest’attivazione cronica, e nociva che porta all’insorgere di tutte quella serie di patologie stress-correlate così diffuse nell’attuale società. Sono state individuate quattro categorie di sintomi da stress:
- sintomi fisici: problemi della pelle, come la psoriasi, mal di testa, mal di schiena, indigestione, tensione nel collo e nelle spalle, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, extrasistole, agitazione, problemi di sonno, stanchezza, capogiri, perdita di appetito, problemi sessuali, fischi alle orecchie. All’interno del quadro dei sintomi fisici è bene ricordare l’elevata correlazione tra stress e malattie cardiovascolari causate dal frequente restringimento dei vasi sanguigni, dall’ipertensione e dall’aumento della frequenza cardiaca classici dell’attivazione fisiologica
- sintomi comportamentali: digrignare i denti, alimentazione compulsiva, più frequente assunzione di alcolici, atteggiamento critico verso gli altri, comportamenti prepotenti, difficoltà a portare a termine i compiti;
- sintomi emozionali: tensione, rabbia, nervosismo, ansia. Accanto a questi abbiamo anche degli episodi di pianto frequente, sensazione di infelicità che pervade tutta la nostra vita, senso di impotenza circa il non riuscire a cambiare quello che non va della nostra vita e una predisposizione ad agitarsi in maniera non giustificata anche di fronte a piccoli accadimenti.
- sintomi cognitivi: difficoltà a pensare in maniera chiara, problemi nella presa di decisione, distrazione, preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività. Ricordiamo in questa categoria il disturbo post traumatico da stress. Esso è conseguenza di un momento di ansia acuta all’interno del quale l’individuo ha vissuto o ha assistito ad un evento che ha implicato morte, minaccia di morte, gravi lesioni, fisica propria o di altri, come aggressioni personali , incidenti, malattie gravi. Ricordiamo anche il disturbo da ansia generalizzato caratterizzato da un’ansia patologica che pervade ogni aspetto della vita della persona.
Oltre a quanto già citato, è da ricordare che una prolungata attivazione psicofisica porta anche a problematiche legate con l’abbassamento delle difese immunitarie. L’organismo è molto più debole della norma e per questo si ammala molto più facilmente. Uno stress protratto per lungo periodo aumenta il rischio di contrarre malattie infettive come raffreddore, mal di gola, influenza ecc. Lo stress, infatti, è uno degli stimoli più importanti che attiva il sistema immunitario. Essere esposti ad un prolungato stress psicofisico altera il numero e il tipo di globuli bianchi presenti nel sangue e nei tessuti e modifica anche la qualità e la quantità delle sostanze difensive prodotte, causando una compromissione generale della capacità di difesa dall’organismo da parte di virus, batteri ed altri agenti patogeni.
Inoltre, è stato dimostrato che lo stress prolungato o acuto altera anche la composizione delle popolazioni microbiche naturalmente presenti nell’organismo a sfavore della flora batterica buona e da qui poi insorgono vari problemi gastro-intestinali prima citati tra i sintomi fisici come le varie alterazioni della funzionalità intestinale.
Ogni persona è diversa e quindi può rispondere diversamente allo stress. In linea generale, quelli sopra citati sono i campanelli d’allarme da prendere in considerazione per capire se si è sottoposto a stress.
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