Disturbo da deficit di Attenzione e Iperattività in età adulta

Il Disturbo da deficit di Attenzione e Iperattività, anche noto come ADHD, è un disturbo del neurosviluppo che può provocare distrazione, dimenticanze, impulsività e irrequietezza motoria. Fino a poco tempo fa era convinzione che il disturbo accompagnasse il bambino nell’infanzia e che nell’adolescenza e poi in età adulta scomparisse, è vero che tanti bambini che presentano ADHD ottengono buone risposte al trattamento entro la prima età adulta, ma alcuni di loro continuano a lamentare sintomi  anche molto diversi da quelli presentati nel bambino. Al pari di ansia e depressione,è una delle condizioni psichiche più comuni, con una prevalenza stimata negli adulti pari al 2,5% della popolazione generale (secondo il DSM-5, APA, 2013). Tali valori possono variare in base agli strumenti impiegati per le ricerche, l’equivalenza tra ADHD e scarsa capacità di prestare attenzione o di irrequietezza è riduttiva, il disturbo è molto più articolato, e non a caso, anche nei manuali diagnostici (DSM e ICD) sono presenti forme diverse di disturbo. Gli adulti con ADHD si distraggono facilmente, possono avere difficoltà a pianificare e poche capacità organizzative, risentono di fluttuazioni del tono dell’umore e di cambi di stato della mente, hanno comportamenti impulsivi e possono comunicare agitazione a chi sta loro vicino, possono, inoltre, cercare situazioni eccitanti o di mettersi in pericolo, perché in questo modo riescono a concentrarsi meglio; spesso assumono sostanze e/o alcol, talvolta possono essere poco attivi e lenti.

Quali sono gli strumenti diagnostici?

Già nell’infanzia senza strumenti diagnostici la diagnosi di ADHD è complessa, fare la differenza tra un bambino vivace e iperattivo è difficile e generalmente fino all’età scolare è impossibile fare una vera e propria diagnosi, se quindi pensiamo all’età adulta abbiamo un quadro più complesso e complicato, spesso capita che ad  alcuni soggetti con disturbi psichiatrici, venga riscontrato il disturbo ADHD, è evidente a volte la presenza di un’elevata cormobilità psichiatrica con altre patologie come: la dipendenza da sostanze, l’agorafobia(paura di trovarsi in situazioni da cui non sia possibile fuggire nè ricevere aiuto in caso di pericolo), disturbo bipolare (è un disturbo dell’umore caratterizzato da anomali cambiamenti dell’umore, disturbo distimico (è una forma di depressione cronica), uno strumento di valutazione più utilizzato per fare diagnosi nell’adulto è la Diva 2.0, con questo strumento si valuta il soggetto somministrando una serie di domande sia a lui che ai familiari che descrivono l’infanzia e che possono confermare i sintomi in età adulta.

Per approfondire: LA DIAGNOSI NEI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

Cosa resta e cosa cambia in età adulta rispetto al disturbo in età evolutiva?

L’IPERATTIVITÀ:

Dai dati di ricerca emerge che i sintomi di iperattività tendono a ridursi in età adulta e/o a manifestarsi in modo meno “socialmente evidente” a differenza di quanto avviene nei bambini. Nell’adulto l’iperattività non sempre si evidenzia con una manifestazione esterna (ad esempio,iperattività motoria e verbale): molto spesso si manifesta con sensazione interiori di irrequietezza che la persona non riesce a ridurre o con agitazione, l’iperattività pertanto diventa la difficoltà a stare fermi quando si aspetta il proprio turno, ad  attraversare la strada dopo aver verificato che non arrivino automobili, a vedere il semaforo,a riporre oggetti oppure a cogliere i dettagli delle cose, delle persone o delle situazioni. Talvolta l’iperattività si manifesta anche attraverso un’eccessiva verbosità e/o un eloquio “inarrestabile”, il soggetto sembra non riuscire a smettere di parlare, a rispettare i turni di parola,a adeguare il tono della voce al contesto, ed è poco sensibile a cogliere le emozioni e i sentimenti delle persone che lo circondano (Kooij et al., 2005; Millstein et al., 1997).

LA DISATTENZIONE:

Se con la crescita l’iperattività e l’impulsività possono ridursi, la disattenzione tendenzialmente persiste, sebbene assuma una nuova modalità di espressione, nella vita quotidiana i problemi di disattenzione possono manifestarsi come difficoltà a focalizzarsi e a concentrarsi sul compito, incapacità di scegliere, mancanza di puntualità e organizzazione,incapacità a mantenere l’ordine e a lavorare in maniera finalizzata all’obiettivo (Doyle,2007).

L’IMPULSIVITA’:

L’impulsività comprende l’incapacità di attendere, e questo ha ricadute negative a diversi livelli, il comportamento impulsivo e i conflitti interpersonali che ne derivano hanno spesso conseguenze sulle relazioni con i familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, i motivi di questa mancata inibizione possono essere i numerosi stimoli che fanno emergere una incapacità di inibizione di fronte a situazioni gratificanti (Aron, 2007; Dalley, Everitt e Robbins, 2011).

DIS-REGOLAZIONE EMOTIVA:

Le principali manifestazioni di dis-regolazione emotiva comportano a episodi di difficoltà nella gestione della rabbia,scarsa tolleranza alla frustrazione, impulsività nell’espressione delle emozioni e l’abilità nel tono dell’umore, questo insieme di sintomi tende a manifestarsi con sbalzi d’umore improvvisi, estremi e di breve durata, spesso in risposta a eventi quotidiani. La capacità di regolare le emozioni necessita coordinazione di molteplici processi a livello superiore, spesso gli adulti con ADHD ne sono deficitari (Surman et al., 2013; Skirrow et al., 2011).

Per approfondire:

DSA, BES e ADHD: non sono la stessa cosa!

Corso Online: conoscere e affrontare l’ADHD

di Sartoretto Simona