Fobia scolare e COVID-19

fobia scolare

a cura della dott.ssa Paola Taglia

Introduzione

Secondo il rapporto Headway-Mental Health Index 2.0 realizzato da The European House-Ambrosetti in partnership con Angelini Pharma, presentato a giugno 2023 a Montecitorio, sono complessivamente oltre 110 milioni le persone che in Europa vivono con un disturbo mentale e la pandemia ha contribuito ad un aumento del 25% della prevalenza di problemi d’ansia e depressivi.

La fascia di popolazione che più ha risentito degli effetti della pandemia e degli eventi critici degli ultimi anni (Guerra in Ucraina, crisi economico-sociale) è quella degli adolescenti: ansia, depressione, solitudine, stress e paura sono i problemi di salute mentale maggiormente riscontrati e che si collegano a un calo del rendimento scolastico e, in alcuni casi, a un abbandono degli studi.

Come afferma Francesca Rifiuti (2021) il periodo del Covid-19 ha minato nel profondo l’aspetto inter-relazionale di bambini e adolescenti. Terminato l’isolamento, inoltre, per alcuni è stato molto difficile ritornare a relazionarsi con persone ‘reali’, in particolare per coloro che presentano una fobia scolare.

1. Disturbi d’ansia

I disturbi d’ansia comprendono quei disturbi che condividono caratteristiche di paura e ansia eccessive e i disturbi comportamentali correlati. La paura è la risposta emotiva a una minaccia imminente, reale o percepita, mentre l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura. Naturalmente questi due stati si sovrappongono, ma presentano anche delle differenze: la paura è più spesso associata a picchi di attivazione autonomica necessaria alla lotta o alla fuga, a pensieri di pericolo immediato e a comportamenti di fuga, mentre l’ansia è più frequentemente associata alla tensione muscolare e alla vigilanza in preparazione al pericolo futuro e a comportamenti prudenti o di evitamento.

Secondo il DSM 5 i disturbi d’ansia sono differenti l’uno dall’altro per la tipologia di oggetti o di situazioni che provocano paura, ansia o comportamenti di evitamento, e per l’ideazione cognitiva associata. Di conseguenza, mentre i disturbi d’ansia tendono a essere altamente in comorbilità tra loro, possono essere differenziati attraverso un attento esame delle tipologie di situazioni temute o evitate e del contenuto dei pensieri e delle credenze a esse associati.

2. Fobia scolare

La fobia scolare si verifica in circa il 5% dei bambini in età scolare e colpisce femmine e maschi allo stesso modo. In genere l’esordio si colloca tra i 5 e gli 11 anni (Sulkes, 2021; Tarizzo, 2023). I campanelli d’allarme sono costituiti da ansia, balbuzie, vertigini, mal di testa, palpitazioni, diarrea e vomito, che si verificano quando bisogna andare a scuola e tendono a scomparire nel preciso istante in cui il bambino esce da scuola, oppure appena gli viene concesso, da parte dei genitori, di potersi assentare (Gaggero, 2018).

Tendenzialmente i sintomi somatici vengono manifestati prevalentemente dai bambini più piccoli in quanto non ancora in grado di verbalizzare la paura che provano e la causa scatenante, mentre gradualmente con l’avanzare dell’età riescono a rifiutarsi esplicitamente di andare a scuola.

Un’attenzione particolare è da riservare a quei casi che non mostrano alcun tipo di sintomo somatico o ansiogeno al momento dell’ingresso scuola, o in quello che immediatamente lo precede, ma che durante l’arco della giornata lamentano dolori e il bisogno ricorrente di recarsi in infermeria.

Gli adolescenti presentano un comportamento ancora differente, in quanto spesso mettono in atto comportamenti di vero e proprio evitamento del contesto scolastico. Essi, infatti, non si oppongono ai genitori per evitare di essere portati a scuola e non presentano sintomi somatici particolari, ma nel momento in cui arrivano nei pressi della struttura scolastica non vi entrano e passano le loro giornate altrove.

Altre manifestazioni significative di tale fobia possono essere legate ai disturbi del sonno e alle difficoltà nel mantenere un adeguato ritmo sonno-veglia. Con il passare del tempo, infatti, i ragazzi si svegliano poco prima dell’inizio dell’orario scolastico in modo tale da evitare di fare i conti con le proprie mancanze o con il proprio senso di inadeguatezza (Rifiuti, 2021).

2.1 Possibili cause

I bambini che hanno una maggiore possibilità di sviluppare una fobia scolare sono coloro che vivono all’interno di famiglie in cui è presente una sintomatologia ansiosa, in altri invece il terrore nasce nel momento in cui vi è una paura eccessiva di andare incontro ad un fallimento di fronte ai docenti, dei quali si teme il giudizio.

Altri fattori scatenanti possono essere legati alla nascita di un fratellino/sorellina, problemi relazionali tra i genitori, un trasloco o la morte di un parente (Gaggero, 2018); anche il cambiamento da un grado scolastico all’altro può costituire un momento particolarmente critico da affrontare (Milone, 2022).

È bene dunque tener conto che tra le varie cause rientrano quelle del contesto allargato, formato dalla famiglia, dal gruppo dei pari e dal gruppo degli insegnanti (Rifiuti, 2021).

2.2 Covid-19 e socialità

Un evento specifico che in tempi recenti ha influenzato ed aumentato questa forma di disagio è stato il lockdown a seguito del Covid-19. Come evidenziato da Rifiuti, dopo mesi di chiusura e di socialità azzerata molti bambini e ragazzi, al momento dell’ingresso a scuola, hanno manifestato forti crisi di ansia e di profonda angoscia nel separarsi dai propri genitori.

Il periodo del Covid-19 ha minato nel profondo l’aspetto inter-relazionale di bambini e adolescenti. Durante il lockdown riuscire a socializzare con persone nuove era pressoché impossibile, mentre l’abitudine creatasi nel poter stare a casa e rimanere in contatto grazie alle tecnologie con i propri amici spesso invogliava a rimanere in un loop di pigrizia. Finito l’isolamento, causato dal periodo pandemico, per molti ragazzi, ed in particolare per coloro che presentano una fobia scolare, è stato molto più faticoso ritornare a relazionarsi con persone ‘reali’ (Rifiuti, 2021).

2.3 Uso dei videogiochi

Gli aspetti relazionali possono anche essere complicati dall’utilizzo costante dei videogiochi.

Il giocare ai videogiochi viene vissuto dai ragazzi come qualcosa di rassicurante perché permette loro di rimanere all’interno delle mura domestiche generando un senso di protezione e sicurezza, sebbene la casa diventi spesso contemporaneamente un luogo sicuro e una prigione che non si può lasciare.

Infatti, nonostante i ragazzi sperimentino una doppia sicurezza, data dal luogo in cui si trovano e dalla possibilità di limitare le interazioni, rischiano spesso di aggravare inconsapevolmente la loro condizione in quanto, più tempo passano a rifugiarsi in un mondo fantastico, più difficoltà riscontreranno, in prospettiva, ad interagire con le persone reali e ad affrontare i problemi a cui quotidianamente dovrebbero essere esposti.

Francesca Rifiuti in tema di fobia scolare afferma:

“Fare i conti con la fobia scolare non significa soltanto aver paura di non ottenere buoni voti, di essere bocciati, di sbagliare. La scuola che fa paura a questi ragazzi non è solo lo spazio dove si deve imparare, ma anche e soprattutto quello in cui ci si incontra, ci si confronta, si fanno nuove esperienze, ci si allontana dalle mura di casa e dalla propria zona di comfort. In questo spazio si incontrano ostacoli e sofferenze che talvolta diventano intollerabili. […] [Tutto ciò è accompagnato da] un forte calo dell’umore e un senso di tristezza che sembra non passare mai, alimentato dalla costante frustrazione del non riuscire mai” (Rifiuti, 2021).

Vanno così di conseguenza a formarsi sentimenti di scarsa autostima, svalutazione di sé e sensazione di inutilità e inadeguatezza.

3. Disturbo d’ansia sociale

Il disturbo d’ansia sociale mantiene una linea di continuità con la fobia scolare pur presentando alcune differenze.

Coloro che soffrono di tale disturbo temono di parlare davanti alla classe, interagire con i professori o con i propri compagni perché hanno paura di essere giudicati.

Una strategia che spesso viene utilizzata dagli studenti è quella di procrastinare esami o interrogazioni in modo da evitare il confronto con l’esito negativo che può sopraggiungere. In questo si può notare un’analogia con la fobia scolare perché, anche in quel caso, il soggetto teme di essere costantemente sotto giudizio da parte di tutti coloro che compongono l’ambiente scolastico.

Un’altra analogia è data dall’utilizzo del mondo virtuale: la dipendenza dalle relazioni virtuali è spesso una conseguenza dell’ansia sociale “risolta” nella rete come una realtà alternativa di evitamento (Morosini, 2021). Giocando in rete, infatti, i soggetti tendono a sentirsi più sicuri, e prediligono per questo tali relazioni, in quanto le persone dall’altra parte dello schermo non verranno mai incontrate realmente e questo diminuisce notevolmente la possibilità di sentirsi giudicati.

La differenza sostanziale tra i due disturbi è che nella fobia scolare la paura e l’ansia presenti sono rivolte soltanto alla scuola, mentre nel disturbo d’ansia sociale sono rivolte a una molteplicità di situazioni.

Gli adolescenti che presentano tale disturbo temono o evitano le interazioni e le situazioni sociali che comportano la possibilità di essere giudicati dagli altri; il nucleo centrale è costituito pertanto proprio dalla paura di ricevere rifiuti, provare imbarazzo o umiliazione.

Occorre pertanto fare attenzione a non confondere il disturbo con una semplice timidezza non patologica. Morschitzky sottolinea come i ragazzi timidi siano solo dei bambini riservati, ma non per questo isolati dal mondo o reticenti ad affrontare situazioni sociali, al contrario, chi soffre di fobia sociale mostra notevoli difficoltà a relazionarsi con persone al di fuori del contesto familiare, rifiuta di andare a scuola, cercando di diventare quasi invisibile (Morosini, 2021).

Leggi anche: L’Ansia Sociale o Fobia Sociale

3.1 Fattori di rischio

Un fattore di rischio rilevante in relazione al disturbo d’ansia sociale è costituito dalle pratiche genitoriali utilizzate per accudire i propri figli. È stato dimostrato come l’iperprotezione, l’eccessivo criticismo, il rifiuto e la mancanza di affetto genitoriale siano tra le principali cause per lo sviluppo della fobia sociale (Mitroi, 2022). I primi due fattori, in particolare, tendono ad avere un impatto molto rilevante. L’eccessivo controllo da parte dei genitori influenza lo sviluppo di un senso di autoefficacia inadeguato nel bambino, il quale tenderà a percepire le attività che compirà come errate ed incomplete, vissuto che può portare allo sviluppo di un senso eccessivo di inadeguatezza e incompetenza. Come sostenuto da Mitroi, se i ragazzi non sono lasciati liberi di conoscere il mondo e fare le loro esperienze, avranno una costante paura di ciò che li circonda e di essere, in ogni istante della loro vita, giudicati negativamente dagli altri.

Questo elemento è presente anche all’interno del disturbo d’ansia di separazione, ma in questo caso i bambini sono principalmente spaventati che possa accadere loro o alle figure di attaccamento qualcosa di terribile, in quanto è il mondo stesso ad essere percepito come pericoloso.

Nell’ansia sociale, invece, il mondo viene vissuto come popolato di persone giudicanti e superiori, da cui il ragazzo si sente emarginato poiché non possiede competenze sufficienti per essere al loro livello. Quest’ultimo aspetto porterà con sé una serie di ripercussioni che, come già delineato per la fobia scolare, andranno ad influenzare non solo la percezione che il ragazzo avrà dell’istituzione scolastica, ma anche della sua condotta all’interno di essa.

Nonostante l’istituzione scolastica possa essere percepita come un luogo intimo e chiuso, rientra tra i principali luoghi fonte di critica a causa della valutazione scolastica da parte dei professori e della presenza di compagni che talvolta mettono in atto comportamenti di bullismo, che possono contribuire alla riduzione dell’autostima e di conseguenza anche influire sul rendimento scolastico, incrementando spesso i comportamenti di evitamento, al fine di non andare incontro a tali sofferenze.

Il fattore del criticismo, in particolare, è molto rilevante nello sviluppo della fobia sociale in quanto influenza lo sviluppo dell’autostima.

Esso è caratterizzato da un ricorso ripetitivo e pervasivo al rimprovero da parte di figure adulte. Si manifesta con frequenti commenti critici sostenuti anche da tono severo o perentorio; esprimendosi anche attraverso espressioni di disapprovazione e svalutazione (Mitroi, 2022).

Conclusioni

Il protrarsi della fobia scolare può, col tempo, andare a intaccare le acquisizioni scolastiche, i rapporti con i coetanei e la famiglia, lo sviluppo emotivo dei soggetti che la sperimentano.

Tra le conseguenze a lungo termine possono presentarsi difficoltà nel processo di crescita, di differenziazione ed emancipazione dalla famiglia, oltre a difficoltà in ambito lavorativo e sociale.

È pertanto fondamentale che i giovani che presentano sintomi riconducibili all’ansia possano ricevere una valutazione completa e tempestiva da parte di un professionista della salute mentale e che si crei un efficace rapporto di collaborazione tra il sistema scolastico e le famiglie.

Bibliografia

  1. American Psychiatric Association (2013). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione (DSM-5), trad it. Cortina, Milano 2014.
  2. Gaggero, R. (2018). Fobia scolare: se la scuola diventa un incubo. Disponibile in: https://www.gaggeroroberto.com/fobia-scolare (28 settembre, 2018)
  3. Mitroi, F.A., (2022). Che relazione esiste tra ansia sociale e pratiche genitoriali? Disponibile in: https://www.stateofmind.it/2022/12/ansia-sociale-pratiche-genitoriali/ (6 dicembre, 2022).
  4. Report Headway-Mental Health Index 2.0, Disponibile in: https://eventi.ambrosetti.eu/headway/wp-content/uploads/sites/225/2022/09/220927_Headway_Mental-Health-Index-2.0_Report-1.pdf
  5. Rifiuti, F., (2021, dicembre). Rivista Exâgère: Le complessità della fobia scolare. Disponibile in: https://www.exagere.it/le-complessita-della-fobia-scolare/ (dicembre, 2021).
  6. Sulkes, S.B. (2023). Manuale MSD. Disponibile in: https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/pediatria/disturbi-del-comportamento-nei-bambini/fobia-scolare
  7. Tarizzo, A. (2023). Tesi di Laurea: Disturbi e fobie in età evolutiva. Università della Valle D’Aosta. Disponibile in: https://univda.unitesi.cineca.it/retrieve/2285d7bf-72a3-4cf0-b683-3b17454e01fc/tesi%20%20.pdf