Gli strumenti del P.A.S. Basic 1 – Il metodo Feuerstein

feuerstein

a cura della dott.ssa Angelica Venanzetti

Abstract

Ci sono una molteplicità di strumenti che possono essere utilizzati come strumenti di intervento nelle situazioni di difficoltà o disturbi. Il Metodo Feuerstein è stato ideato dal professor R. Feuerstein, il quale ha posto attenzione all’intelligenza, considerata come un costrutto dinamico: pertanto, è opportuno avere consapevolezza che si può migliorare e che le funzioni cognitive possono essere supportate ed incrementate (Feuerstein et al., 2008).

Il Pas Basic 1 è uno strumento che può essere utilizzato nei bambini di età compresa tra quattro e sette anni o in coloro che hanno una condizione di disabilità. Il PAS Basic 1 è costituito da cinque strumenti: “Confronta e scopri l’assurdo”, “Identifica le emozioni”, “Organizzazione di punti”, “Orientamento spaziale”, “Dall’unità al gruppo”. Questi strumenti hanno l’obiettivo di incrementare le funzioni cognitive in input, dunque rispetto alle informazioni in entrata, quelle in elaborazione, mediante le quali le informazioni vengono elaborate, e in output, dunque il comportamento attuato dal bambino in risposta (Feuerstein et al., 2008).

Mediante questi strumenti è possibile lavorare sulle funzioni cognitive affinché si possa attuare una generalizzazione delle informazioni acquisite, pertanto l’obiettivo è di usufruire degli strumenti del Pas Basic 1 per utilizzare determinate competenze in ciascun contesto di vita. In contemporanea questi strumenti vogliono favorire l’incremento della motivazione e dell’autostima del bambino, così da far diventare consapevole il bambino rispetto alle sue potenzialità e ai miglioramenti che può raggiungere (Feuerstein et al., 2008).

Introduzione

Con l’avanzamento della ricerca nel campo psicologico sembra si stia sempre più diffondendo la presenza di fenomeni come i disturbi dell’apprendimento, le situazioni di difficoltà intellettiva, il disturbo dello spettro dell’autismo o il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Dobbiamo considerare che tali condizioni esistono da sempre ma la ricerca scientifica in campo psicologico ha favorito la scoperta sempre più approfondita di tali fenomeni, pertanto ad oggi se ne ha una conoscenza più profonda.

Il Metodo Feuerstein è un metodo ideato dal professor R. Feuerstein per attuare un potenziamento cognitivo in tutte quelle situazioni che risultano essere deficitarie, dunque può essere utilizzato per favorire un potenziamento cognitivo in tutte quelle situazioni di difficoltà o di disturbo conclamato e diagnosticato.

Il professor Feuerstein ha introdotto i suoi studi a partire dal concetto di Vygotskij di zona di sviluppo prossimale, la quale può essere considerata come lo spazio in cui il bambino può incrementare le sue competenze se viene aiutato da un adulto o da un suo pari con delle capacità già sviluppate (Santrock, 2021). La zona di sviluppo prossimale si differenzia dalla zona di sviluppo attuale, questa infatti è da considerarsi come l’area all’interno della quale il bambino può attuare dei processi in maniera autonoma, dunque può risolvere e svolgere le attività richieste utilizzando le competenze apprese, senza l’aiuto di altre persone (Santrock, 2021). In linea generale ad oggi si fa molta attenzione a tale prospettiva quando occorre lavorare sulla programmazione di trattamenti riabilitativi con i bambini che hanno delle difficoltà o dei disturbi, infatti si tiene in considerazione il funzionamento globale dell’individuo, con un’attenzione ai punti di forza e ai punti di debolezza, mediante questi si lavora sulle competenze che deve ancora sviluppare o che il bambino non ha ancora automatizzato interamente usufruendo dell’aiuto dell’adulto, tenendo come obiettivo finale lo sviluppo di un’autonomia del bambino.

Il Metodo Feuerstein è un metodo che si può utilizzare sia per attuare delle valutazioni, mediante il Learning Potential Assessment Devise (LPAD), il quale pone attenzione ad una valutazione attuata in modalità dinamica piuttosto che una modalità statica che si sofferma sugli aspetti del bambino nel “qui ed ora” del momento della valutazione (Feuerstein, 2008). Inoltre, il metodo Feuerstein è uno strumento che può essere utilizzato anche nell’utilizzo dei trattamenti attraverso il Programma di Arricchimento Strumentale (P.A.S) che si divide in P.A.S Basic e P.A.S. Standard: il P.A.S. Basic solitamente si utilizza nelle situazioni di disabilità o disturbi invalidanti e nei bambini di età compresa tra 4 e 7 anni, il P.A.S Standard viene applicato a partire dagli 8 anni di età; è da considerare che tali riferimenti non sono stabili e che il mediatore può lavorare utilizzando gli strumenti più adeguati e opportuni rispetto alla situazione del bambino con cui si trova a lavorare (Feuerstein, 2008).

1. Il P.A.S. Basic 1

Uno dei principi fondanti del Metodo Feuerstein è la “Modificabilità cognitiva strutturale”, infatti ciascun essere umano è costantemente aperto al cambiamento, dunque, indipendentemente dall’età, dalla cultura e dal deficit o disturbo o disabilità, può essere modificato, si auspica che tali cambiamenti diventino stabili (Feuerstein, 2008; Kozulin et al., 2010). Uno dei concetti sottostanti alla possibilità di cambiamento è la caratteristica della plasticità, ovvero l’essere umano ha la tendenza a sviluppare un adattamento rispetto a delle situazioni nuove; dei cambiamenti specifici possono inficiare sulla globalità della persona. La modificabilità dell’essere umano non avviene soltanto in riferimento alla componente cognitiva, bensì è da considerare anche gli aspetti emotivi e quelli motivazionali (Feuerstein, 2008; Salas et al., 2010).

Il P.A.S. Basic 1 è costituito da cinque strumenti, i quali possono essere utilizzati in maniera diversa e si caratterizzano per obiettivi diversi, infatti permettono di lavorare sulle funzioni cognitive in input, in elaborazione e in output. Gli strumenti sono: “Confronta e scopri l’assurdo”, “Identifica le emozioni”, “Organizzazione di punti”, “Orientamento spaziale” e “Dall’unità al gruppo”.

  • Confronta e scopri l’assurdo: In questo strumento viene richiesto di individuare differenti situazioni di assurdità, infatti ciascuna pagina si caratterizza per la presenza di due scene, in cui si evidenziano degli aspetti dell’assurdo. Alcuni di questi possono far riferimento ad aspetti concreti e poco ambigui, ad esempio delle scene che rappresentano l’assurdità in merito alla grandezza, oppure alla forma, alla direzione o alla quantità; altre scene riguardano invece delle situazioni più ambigue, quindi condizioni dove si deve lasciare meno spazio agli aspetti percettivi per lavorare di più sul cognitivo (Feuerstein, 2008). Come tutti gli strumenti del Feuerstein, anche questo si presenta con una complessità graduale, pertanto l’astrazione e l’assurdità divengono via via più crescenti.

Uno dei compiti principali più presenti in questo strumento è di attuare dei confronti, pertanto si può lavorare sulle funzioni cognitive che permettono di individuare delle relazioni e attuare un comportamento di comparazione (Feuerstein, 2008).  In questo strumento si lavora quindi sulla raccolta di informazioni e sulla ricerca sistematica affinché possano essere colti i dettagli, inoltre vengono considerate diverse fonti di informazioni, pertanto queste devono essere tenute a mente ed elaborate per individuare l’assurdità. Infine, si lavora sulla costruzione di storie a partire da quella raffigurata, infatti uno degli obiettivi è creare delle generalizzazioni con ciò che si apprende per evitare che si resti fermi alla pagina specifica ma ampliare e portare quei contenuti ad altre situazioni (Feuerstein, 2008).

  • Identifica le emozioni: Lo strumento si presenta caratterizzato da una serie di immagini che rappresentano le emozioni, infatti le emozioni si manifestano mediante forme di comunicazione non verbale, pertanto ci sono aspetti tipici nell’espressione del volto che rimandano all’identificazione di alcune emozioni (Feuerstein, 2008). Queste attività permettono di riflettere sulle emozioni utilizzando il sistema cognitivo, a partire dal riconoscerle dall’espressione facciale per poi riflettere sui comportamenti ad esse associate e considerare i differenti livelli di intensità mediante cui ciascuna emozione può essere espressa. In aggiunta all’immagine generale nella quale viene identificata l’emozione, sono proposte alcune situazioni riguardanti quell’emozione ma tali situazioni hanno livelli di intensità, condizioni e appropriatezza diversa, pertanto mediante questo strumento si riflette cognitivamente su queste emozioni (Feuerstein, 2008)

Al di là degli aspetti legati alle emozioni, questo strumento lavora sulla componente comportamentale, sull’autoregolazione e su aspetti di socializzazione; inoltre stimola la riflessione in merito a cosa potrebbe accadere e ai potenziali risultati (Feuerstein, 2008).

  • Organizzazione di punti: Questo strumento permette di lavorare sulla motricità fine e sui contenuti concettuali riguardo alcune forme geometriche. Si presenta in modalità figurativa e visuo – motoria, dunque favorisce l’organizzazione nello spazio e l’utilizzo di strategie per risolvere alcuni problemi in modo preciso e sistematico. Si presentano degli stimoli con la presenza di punti che devono essere organizzati nello spazio a formare delle figure geometriche, man mano le figure acquisiscono orientamento differente pur mantenendo la stessa dimensione e lo stesso rapporto negli angoli. In questo strumento è richiesta una percezione chiara e un’adeguata etichettatura per avere la possibilità di distinguere in modo corretto quanto è presentato, inoltre richiede anche comparazione, precisione, accuratezza, sviluppare delle strategie e pianificare per svolgere una corretta esecuzione (Feuerstein, 2008).
  • Orientamento spaziale: Questo strumento permette di incrementarle l’etichettatura delle posizioni nello spazio, infatti richiede un riconoscimento via via più complesso, si presenta mediante un’immagine e degli oggetti posizionati all’interno, quindi va a lavorare sull’identificazione delle posizioni degli oggetti a partire da forme verbali e istruzioni verbali (Feuerstein, 2008). Pertanto mediante l’acquisizione di un adeguato vocabolario riferito al posizionamento degli elementi nello spazio, si lavora su aspetti più generali dell’orientamento spaziale che sono fondamentali nella vita quotidiana. Inoltre, questo strumento richiede di attuare un’adeguata scansione di tutto ciò che è presente nella pagina così da seleziona gli indizi pertinenti ed eliminare le informazioni che non servono; durante l’esecuzione di questa attività è anche richiesto un confronto tra gli oggetti proposti perché ciascuno ha specifiche caratteristiche, dunque occorre interiorizzare lo stimolo per poter confrontare e discriminare le informazioni presenti. Gli stimoli proposti presentano delle variazioni riguardo le forme geometriche e il colore, in tal modo si potenzia la flessibilità cognitiva sia mediante input visivi, dati dalle immagini proposte, e da input verbali, date dalle istruzioni che il mediatore espone al bambino per ricercare gli oggetti (Feuerstein, 2008).
  • Dall’unità al gruppo: Questo strumento lavora sul concetto di numero mediante l’utilizzo di raggruppamenti di figure, in tal modo, a partire da tante unità si possono creare gruppi di unità, i quali non hanno una staticità nella loro formazione, dunque posso avere lo stesso numero totale di unità ma creare dei gruppi costruiti da un numero di unità differenti all’interno di ciascun raggruppamento; ad esempio se ho 10 unità potrò creare due gruppi da cinque unità ciascuno, oppure un gruppo da quattro e uno da sei unità, inoltre posso variare il numero di gruppi che si presenta, quindi potrò avere cinque gruppi costituiti da due unità ciascuno (Feuerstein, 2008). Attraverso queste attività si incrementa il concetto del numero e della variabilità nella sua scomposizione, dunque si lavora individuando delle relazioni tra i vari elementi e la totalità e tra una parte della totalità.Inoltre la presentazione delle varie pagina non presenta delle differenze solo in merito al numero degli elementi, infatti ci sono differenze nella tipologia della forma e nel colore, le attività proposte aumentano gradualmente di complessità, quindi i raggruppamenti richiesti e le scomposizioni da effettuare richiedono di considerare diversi criteri. Questo strumento lavora sugli aspetti del contare, sul far delle somme, sulla differenza tra unità e gruppo, inoltre richiede di attuare delle classificazioni, le quali necessitano di tenere le differenti informazioni e di pianificare l’esecuzione (Feuerstein, 2008).

2. Il ruolo del mediatore nel Metodo Feuerstein

Il Metodo Feuerstein si caratterizza per la presenza di un adulto che svolge il ruolo di mediatore in maniera diretta, questa è definita “Esperienza di Apprendimento Mediato”, il ruolo del Mediatore è di porsi tra gli stimoli esterni e il mediato; gli stimoli esterni possono essere caratterizzati da diversi livelli di complessità e ostacoli, il mediato presenta determinate caratteristiche specifiche, quindi punti di forza e di debolezza e competenze cognitive di vario livello. Il mediatore si occupa di regolare la qualità, l’intensità e la durata della mediazione (Feuerstein, 2008).

Il mediatore può agire nella mediazione a diversi livelli, da una condizione in cui il mediatore risponde al posto del soggetto ad una condizione in cui il mediato non richiede un contributo dell’esaminatore.

Il mediatore che applica il Metodo Feuerstein deve sempre tenere considerazione tre principi fondamentali mediante i quali lavorare e gestire l’esperienza di apprendimento mediato della persona:

  1. Intenzionalità e reciprocità à Il mediatore organizza e prepara gli argomenti, attua dele scelte, seleziona gli obiettivi e la metodologia più adeguata, inoltre favorisce l’interesse e la motivazione nel bambino, stimola la riflessione del gruppo o del singolo rispetto ai cambiamenti.
  2. Trascendenza à Incrementa la generalizzabilità di quanto viene appreso nell’esperienza mediata, quindi non si ferma alla situazione specifica in quel momento ma crea dei legami con la realtà della persona e con le esperienze quotidiane che potrebbe vivere.
  3. Mediazione del significato à  Si lavora sugli aspetti emotivi e affettivi della mediazione stimolando la riflessione, questo avviene attraverso il tono della voce, i gesti e le parole; permette di comprendere il significato dei concetti e della rilevanza sociale, culturale e affettiva (Feuerstein, 2008).

Conclusioni

Il Metodo Feuerstein può essere utilizzato in situazioni di traiettorie di sviluppo tipico o atipico con l’obiettivo di potenziare il funzionamento cognitivo mediante il Programma di Arricchimento Strumentale (P.A.S), inoltre può essere utilizzato anche per effettuare una valutazione di tipo dinamico attraverso il Learning Potential Assessment Devise (LPAD). Il mediatore si pone tra gli stimoli esterni, come le attività che vengono proposte, e il mediato, il quale si presenta con delle peculiarità; con l’obiettivo di incrementare le funzioni cognitive in input, in elaborazione e in output (Feuerstein, 2008).

Il P.A.S Basic 1 permette di lavorare con cinque strumenti su competenze differenti: lo strumento “Confronta e scopri l’assurdo” richiede di svolgere comparazioni scoprendo alcune particolarità e assurdità negli stimoli presentati; lo strumento “Identifica le emozioni” stimola una riflessione cognitiva sulle emozioni; lo strumento “Organizzazione di punti” potenzia la motricità fine e la coordinazione oculo manuale; lo strumento “Orientamento spaziale” intende favorire la corretta denominazione rispetto alle posizioni nello spazio e lo strumento “Dall’unità al gruppo” stimola processi di composizione e scomposizione di gruppi e unità e sul concetto di numero (Feuerstein et al., 2008).

Il Metodo Feuerstein si presenta con l’obiettivo di rendere la persona sempre più autonoma affinché le competenze acquisite vengano generalizzate ed utilizzate in altri contesti e situazioni di vita, questo è permesso dai tre criteri di mediazione con i quali il mediatore lavora: l’intenzionalità e la reciprocità, la trascendenza e la mediazione di significato (Feuerstein, 2008).

Bibliografia

  1. Feuerstein, R., Feuerstein, R. S., Falik, L. H., & Rand, Y. A. (2008). Il Programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein. Fondamenti teorici e applicazioni pratiche. Edizioni Erikson.
  2. Santrock, J. (2021). Psicologia dello sviluppo, IV edizione. McGraw Hill education.
  3. Kozulin, A., Lebeer, J., Madella-Noja, A., Gonzalez, F., Jeffrey, I., Rosenthal, N., & Koslowsky, M. (2010). —Basic program. Research in developmental disabilities31(2), 551-559.
  4. Salas, N., Assael, C., Huepe, D., Pérez, T., González, F., Morales, A., … & Araya, G. (2010). Application of IE-basic program to promote cognitive and affective development in preschoolers: A Chilean study. Journal of Cognitive Education and Psychology9(3), 285-297.