Gravidanza e maternità…un viaggio insieme…

acquaticita gravidanza

La gravidanza è la storia di due corpi: un corpo visibile che contiene, ed uno invisibile in esso contenuto, che si tengono per mano durante lo stesso viaggio.
L’aspetto che più contraddistingue questa trasformativa esperienza è il cambiamento, dal punto di vista fisico-ormonale, psicologico, sentimentale, sociale. Si assiste, infatti, al passaggio da un’immagine di sé individuale in cui ci si percepisce per lo più come persona autonoma e artefice della propria esistenza, a un’immagine di sé come portatrice di relazione con un’altra vita, visceralmente legata a sé.

E’ una vita che chiede posto, spazio, attenzioni e che bisogna darsi il tempo per accogliere, per conoscere, per integrare col proprio mondo individuale di donna. Da Donna a Madre o meglio da Donna e Madre.

Questo il passaggio da metabolizzare. Il cambiamento improvviso delle proprie forme che assumono nuove caratteristiche, la pancia che cresce, l’aspetto fisico che acquisisce diverse dimensioni e il nuovo assetto relazionale col partner, ora orientato su un terzo essere vivente, può generare il dubbio di dover abbandonare le proprie vesti di donna desiderabile dal proprio compagno e di persona realizzata sul piano lavorativo o sociale.
Questo è del tutto naturale e comprensibile, ed è importante ricordarsi che le proprie paure non corrispondono alla realtà e che si tratta di un cambiamento e non di un annullamento di sé. La gravidanza e la maternità sono nuove fasi esistenziali che incorporano il cambiamento, non l’annullamento, la crescita e l’evoluzione e non la mancanza di sé, ovvero aggiungono altra vita a una vita già esistente. Come l’incontro di due tele già fatte che si mescolano insieme e ne creano una terza, pregna di colori diversi, più ricca di sfumature, di immagini, di significati, così la vita del singolo uomo e della singola donna si incontrano per dare forma a un nuovo essere vivente che le ingloba in sé fisicamente e psicologicamente. La gravidanza e la maternità non sono, cioè, perdite del prima, ma completamento col nuovo.

Si tratta di una modificazione identitaria che coinvolge dunque la dimensione fisiologica ed affettiva allo stesso tempo e che richiede, perciò, un periodo di adattamento, durante il quale prendere coscienza del proprio nuovo stato e rivolgere l’attenzione all’ interno, alla costruzione dell’idea di sé come madre. Ciò alimenta nuove fantasie, aspettative, nuove prospettive che spiegano la contemporanea presenza di tanti stati d’animo differenti fra di loro, apparentemente contrastanti ma, in realtà, del tutto naturali perché corrispondenti a bisogni egualmente importanti nella vita della donna. Si intersecano fra di loro la gioia per l’arrivo di una vita che arricchisce la propria esistenza, il senso di impotenza legato al timore di non essere abbastanza in grado di occuparsi delle necessità del piccolo, l’apprensione per la salute del bambino, la paura di non sentirsi più desiderata allo stesso modo dal proprio partner, il senso di colpa per l’istintiva nostalgia verso quella “libertà” che prima si aveva e ora viene improvvisamente sostituita dalla presenza di un altro essere umano.
Tutto questo è normale.
E’ importante accogliere e legittimare la varietà di tali sentimenti e ricordarsi che si sta affrontando un’ integrazione del proprio equilibrio individuale, una nuova avventura che riassume in sé e non sopprime l’essere donna, compagna, lavoratrice, madre.

La società di oggi e le sue tante richieste di prestazione, possono generare ansia e perplessità di fronte a tutti questi compiti da portare avanti e la domanda è: “ce la farò a fare tutto?”. La risposta è “si fa quel che si può”, ricordandosi che non c’è un ricettario della donna perfetta da seguire a priori. Ogni situazione è a sé, ogni donna è un percorso di vita unico e insostituibile, ogni bambino ha un carattere soggettivo, ogni relazione coniugale possiede le proprie caratteristiche. Nessuno ha la bacchetta magica tale da riuscire a conciliare tutto contemporaneamente, bisogna darsi tempo per assestare i tanti aspetti che vanno modificandosi e non viverli come risultati da produrre ma come tappe inevitabili di una nuova avventura della vita.

A questo scopo è fondamentale coinvolgere il proprio compagno e permettergli di assumere un ruolo attivo e costante nei tanti cambiamenti che la donna dovrà affrontare. Sentirsi parte di un’avventura che riguarda entrambi invece che affrontare questo periodo come un compito individuale da dover svolgere correttamente, permette alla donna di metabolizzare le proprie paure ed evolvere l’immagine di sè insieme a quella del proprio partner. Non bisogna avere paura di chiedere, di domandare supporto, di confrontarsi, anzi è fondamentale farlo. E’ la stessa gestante che ha bisogno di un contenitore da cui sentirsi protetta e accolta, in cui esprimere emozioni, ansie, gioie, dubbi, attese, tale per cui la gravidanza e la maternità diventano un viaggio fatto insieme che, come tutti i viaggi, necessitano di un mezzo di trasporto per arrivare a destinazione: l’amore dell’Altro. E perché no, cercare quel contenitore anche nelle parole e nella figura di un esperto che possa traghettare la coppia presso il porto della genitorialità.

A cura della dott.ssa Francesca Romana D’Angelo