I DSA a Scuola: consigli per gli insegnanti

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I DSA a scuola – La scuola rappresenta l’osservatorio per eccellenza in cui individuare precocemente la presenza di un DSA. Infatti è l’ambiente in cui si evidenziano più facilmente questi disturbi, in quanto gran parte della giornata il bambino è sui banchi, impegnato nello scrivere, leggere e fare i calcoli aritmetici.

Agli insegnanti, ovviamente non si chiede di fare diagnosi, ma di essere in grado di riconoscere e segnalare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Riconoscere precocemente un DSA, consente un approccio corretto tempestivo, sia da parte egli insegnanti che dei genitori, volto a supportare l’alunno e di conseguenza limitare i danni che una mancata diagnosi potrebbe apportare all’alunno, sia in termini di apprendimento che di autostima.

Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica e alla formalizzazione di un Piano Didattico Personalizzato, durante tutto il percorso formativo scolastico.

Come un insegnante può osservare i sintomi precoci del DSA?

Le difficoltà sono osservabili già a partire dai 4 o 5 anni di età; si può notare:

  • Ritardo nel linguaggio;
  • Confusione delle parole che hanno una pronuncia simile;
  • Difficoltà di espressione;
  • Difficoltà di identificare le lettere;
  • Difficoltà a identificare i suoni associati alle lettere;
  • Familiarità inerente ai problemi di lettura e scrittura.

Più nello specifico, per quanto riguarda il rischio di dislessia, gli indicatori più sensibili sono riferiti allo sviluppo del linguaggio (capacità di comprensione e di espressione, alterazioni fonologiche significative, capacità percettivo-uditive, competenze di manipolazione consapevole dei suoni all’interno delle parole); per quanto riguarda il rischio di disturbi di scrittura, oltre agli stessi indicatori descritti per la dislessia, vanno considerati quelli legati alla maturazione delle competenze visivo-costruttive e di rappresentazione grafica; infine, per quanto riguarda il calcolo, gli indicatori di rischio sono riferiti alla difficoltà nella rappresentazione delle quantità, nel loro confronto e manipolazione (aggiungere e sottrarre) e nella capacità di astrazione della numerosità.

Gli insegnanti, una volta rilevati gli indicatori di un possibile DSA, dopo aver attuato quanto di loro competenza attraverso strategie didattiche mirate, sono tenuti a comunicarlo alle famiglie, per procedere insieme ad un invio agli enti di competenza per provvedere alla diagnosi.

Tuttavia, nella scuola dell’infanzia non è previsto effettuare invii al servizio specialistico per un sospetto di DSA. Per quanto riguarda dislessia e disortografia, la diagnosi può essere effettuata solo a partire dal secondo quadrimestre della seconda classe della scuola primaria, mentre per quanto riguarda discalculia e la disgrafia, solo al termine del terzo anno della scuola primaria.

Fondamentale è notare, che molti alunni, soprattutto nel primo biennio della scuola primaria, manifestano difficoltà nelle abilità di base coinvolte dai Disturbi Specifici di Apprendimento; dei quali tuttavia, solo una percentuale presenterà un DSA. Ciò vuol dire che la presenza di un indicatore atipico, non sempre corrisponde alla presenza un disturbo. Sarà efficace per gli insegnanti, provare ad adoperare strumenti e strategie alternative, volte al potenziamento dell’apprendimento e solo nel caso che ciò non apporti alcun miglioramento nel bambino, procedere alla segnalazione in famiglia.

In che modo l’insegnante può aiutare lo studente con DSA?   

  • Informarsi e formarsi adeguatamente circa il DSA;
  • Collaborare con la famiglia in modo proficuo per il bene dell’alunno;
  • Concedere all’ alunno tempi più lunghi per le prove scritte, per lo studio e l’esecuzione dei compiti scolastici;
  • Permettere allo studente di avvalersi di strumenti quali: calcolatrice, computer, registratore, schemi e mappe cognitive;
  • Spiegare ai compagni di classe il diverso funzionamento cognitivo dell’alunno, chiedendo loro di supportarlo per favorire il suo apprendimento;
  • Far comprendere all’alunno che crede in lui e nel suo successo formativo, sostenere i suoi sforzi e gratificarlo anche quando ottiene piccoli successi cognitivi.

L’insegnante oggi, quindi non si configura solo come dispensatore di conoscenze ma, rappresenta per il gruppo classe in cui sono inseriti uno o più casi di DSA, una guida, un facilitatore, un supporto nella costruzione attiva della conoscenza da parte degli allievi. La sfida della scuola moderna è quindi divenire sempre più flessibile e capace di comprendere, valorizzare e adeguarsi alle differenze tra gli alunni.

 LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI
CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

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