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IL LAVORO DELLE DONNE IN ITALIA

donna lavoro covid

Il 98% di chi ha perso il lavoro è donna, il Covid è anche una questione di genere

Dati Istat: su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne. La pandemia ha allargato il problema della disparità di genere.

Il motivo per cui il crollo occupazionale nell’Italia messa in ginocchio dalla pandemia è un affare soprattutto femminile ha a che fare con la natura del lavoro stesso. Le donne sono impiegate soprattutto nei settori che più di tutti stanno vivendo la crisi, come quello dei servizi e quello domestico, spesso con contratti che danno poca sicurezza e stabilità, come il part-time. Per questo oggi sono le prime vittime sacrificali dei datori di lavoro, un fenomeno a cui nemmeno il blocco dei licenziamenti è riuscito a mettere un freno.

Le donne guadagnano in media il 15 % in meno degli uomini

Nel 2018, nell’Unione europea le donne hanno guadagnato il 14,8 % in meno degli uomini, se si confronta la retribuzione lorda oraria media. Mediamente questo divario retributivo di genere è presente in tutti gli Stati membri, ma varia da Paese a Paese. Le differenze più ampie si osservano in Estonia (22,7 %), in Germania (20,9 %), in Repubblica Ceca (20,1 %),in Austria (19,6 %) e Slovacchia (19,4 %). D’altra parte, le minori differenze di reddito tra le donne e gli uomini si registrano in Romania (3 %), Lussemburgo (4,6 %), Italia (5 % nel 2017) e Belgio (6,0 %).

A livello d’indicatore non corretto, il divario retributivo fra donne e uomini fornisce un quadro generale delle diseguaglianze di genere in termini di paga oraria. Parte delle differenze di retribuzione si possono spiegare con le caratteristiche individuali delle donne e degli uomini occupati (ad esempio, esperienza e istruzione) e con la segregazione di genere a livello occupazionale (ad esempio, ci sono più uomini che donne in alcuni settori/occupazioni con retribuzioni mediamente più alte rispetto ad altri settori/occupazioni). Di conseguenza il divario retributivo è legato a svariati fattori culturali, legali, sociali ed economici che vanno molto oltre la mera questione di un’uguale retribuzione per un uguale lavoro.

Le maggiori differenze di paga oraria riguardano i manager

Nel confronto sulla paga oraria delle diverse professioni, nel 2014 le donne hanno guadagnato in media meno degli uomini nell’Unione europea in tutti i nove gruppi di professioni elencati. Questo è accaduto in tutti gli Stati membri, con pochissime eccezioni. La professione che ha registrato le differenze più ampie nella paga oraria (23% più bassa per le donne) è quella dei manager. Le differenze minori si sono osservate nei lavori impiegatizi (impiegati d’ufficio, segretarie ecc.) e per i lavoratori dei servizi e del commercio (entrambi inferiori dell’8%), due delle professioni con i salari più bassi.

Fonte: Istat

PER APPROFONDIRE:

La vita delle donne e degli uomini in Europa. UN RITRATTO STATISTICO

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