La settimana lavorativa di quattro giorni: un nuovo paradigma nel mondo del lavoro (Parte 3)

A cura di Giulia Dal Prà

La settimana lavorativa corta è un concetto che sta guadagnando popolarità come soluzione per
migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata e aumentare la produttività aziendale.
Tradizionalmente, le persone lavoravano sei giorni alla settimana con solo la domenica come giorno
di riposo. Nel corso del XX secolo, ci sono stati cambiamenti significativi, con l’introduzione della
settimana lavorativa di cinque giorni da parte di pionieri come Henry Ford.
La Fair Labor Standards Act del 1938 ha stabilito la settimana lavorativa di 40 ore, una norma che
ha migliorato la vita dei lavoratori e ridotto la disoccupazione.
Al giorno d’oggi, si discute della possibile adozione della settimana lavorativa corta, di quattro
giorni. I sostenitori affermano che potrebbe portare a una maggiore soddisfazione dei lavoratori,
riduzione dello stress e aumento della creatività e della produttività.
Tuttavia, il passaggio a questa nuova struttura richiede un cambiamento culturale notevole e
strategie efficaci di change management per affrontare le resistenze e garantire un’implementazione
efficiente e fruttuosa.

  1. Breve excursus storico

Alla fine del XIX secolo, le persone lavoravano sei giorni alla settimana, “dall’alba al tramonto,”
con solo la domenica come giorno di riposo. In questo contesto, il primo movimento per la
riduzione delle ore di lavoro chiese giornate lavorative di massimo 10 ore. Nel 1908, alcune piccole
aziende americane iniziarono a lavorare cinque giorni alla settimana, invece dei classici sei. Uno dei
pionieri di questo cambiamento fu Henry Ford, che nel 1926 introdusse la settimana lavorativa di
cinque giorni nelle sue aziende.
Nel 1928, solo il 2,6% della forza lavoro americana lavorava con la settimana breve, e di questi,
l’80% erano dipendenti della Ford Motor Company. All’epoca, molti si opponevano alla settimana
lavorativa di cinque giorni, temendo la concorrenza economica di altri paesi, come la Cina.
Tuttavia, la Cina divenne una potenza economica mondiale solo dopo aver adottato la settimana
lavorativa di cinque giorni nel 1995.
Nel 1938, la Fair Labor Standards Act stabilì la settimana lavorativa standard di cinque giorni e 40
ore settimanali. Il presidente Roosevelt definì questa legge “il provvedimento più ampio e
lungimirante a favore dei lavoratori mai adottato.” In seguito a questa legge, il tasso di
disoccupazione negli Stati Uniti raggiunse minimi storici.

Anche nel Regno Unito, il numero di ore lavorate è diminuito notevolmente nel tempo. Un
lavoratore inglese nel 1860 lavorava in media 65 ore alla settimana, mentre nel 1930 la media scese
a 48 ore.
Come oggi la settimana lavorativa di quattro giorni affronta critiche e dubbi, così fu per la settimana
di cinque giorni nel passato. Tuttavia, una volta adottata la settimana di cinque giorni, nessuno
voleva tornare ai sei giorni lavorativi. I critici della settimana lavorativa di quattro giorni vedono
quella di cinque giorni come una norma consolidata da oltre 80 anni, ma ciò è solo una costruzione
economica, sociale e politica. Se la storia dimostra che il passaggio da sei a cinque giorni è stato
positivo, perché non provare a ridurre ulteriormente a quattro giorni?
Henry Ford credeva che lavorare meno giorni avrebbe stimolato l’economia, poiché le persone
avrebbero avuto più tempo per spendere. Uno studio del 2009 ha dimostrato che negli Stati Uniti, la
spesa era del 20% maggiore durante il fine settimana rispetto agli altri giorni.
La settimana lavorativa più corta potrebbe anche favorire l’innovazione. In passato, molte
invenzioni straordinarie sono nate durante il tempo libero, come le motociclette Harley-Davidson e i
prodotti Nike. In effetti, nel 1956, Richard Nixon, allora vicepresidente degli Stati Uniti, propose
una settimana lavorativa di quattro giorni per migliorare la vita familiare e dare ai lavoratori più
tempo per riposarsi mentalmente e fisicamente.
Nonostante gli ostacoli, il passaggio a una settimana lavorativa più corta potrebbe portare
significativi benefici. Come afferma Giorgio Maran nel suo libro (Altrimedia, 2020): lavorare non
deve essere un’attività totalizzante, abbiamo tutti bisogno di altro. Di tempo per noi e tutti i nostri
lati.
Il tempo libero diventa quindi fondamentale per creare un work-life balance adeguato.

Infatti, come asseriva Bertrand Russell nel primo capitolo di Elogio dell’ozio (Longanesi, 2004),
disquisendo su temi del lavoro, dell’economia, dell’etica e della filosofia: “la fede nella virtù del
lavoro provoca grandi mali nel mondo moderno, e che la strada per la felicità e la prosperità si trova
invece in una diminuzione del lavoro”. Pertanto, il lavoro “non è assolutamente uno degli scopi
della vita umana”, ed è giusto dedicare del tempo per la contemplazione, l’ozio, la riflessione e per
la salute mentale.
Studi recenti indicano che il burnout negli Stati Uniti costa tra i 125 e i 190 miliardi di dollari
all’anno in costi sanitari. In Giappone, si stima che tra il 2009 e il 2019, oltre 24.000 persone si
siano tolte la vita a causa di problemi legati al lavoro. Inoltre, Paul Samuelson, padre dell’economia
moderna, e altri esperti hanno sostenuto che la riduzione dell’orario di lavoro potrebbe essere un
modo efficace per affrontare la disoccupazione e migliorare la qualità della vita.
Il Fair Labor Standards Act richiese due anni per l’introduzione della settimana lavorativa di cinque
giorni. Allo stesso modo, ci vorrà del tempo per adottare la settimana lavorativa di quattro giorni.
Risulta comunque evidente che, come suggerisce Pedro Gomes nel suo libro “Finalmente è
Giovedì!”, questa transizione potrebbe essere un passo avanti per una società più equa e
un’economia più sostenibile.
Per affrontare questo passaggio, occorre attivare delle politiche di change management. Ovvero, il
processo strutturato di preparare, supportare e guidare le persone e le organizzazioni attraverso il
cambiamento, che comprende strategie e pratiche volte a minimizzare la resistenza e a facilitare
l’accettazione del cambiamento, garantendo una transizione efficace.
Con una comunicazione adeguata, il coinvolgimento degli stake holder, la formazione e la gestione
efficace delle resistenze, le organizzazioni possono creare un ambiente che favorisce il
cambiamento e promuove un passaggio graduale verso una nuova modalità di lavoro.
La chiave sta nel preparare e supportare le persone in modo da garantire che la settimana lavorativa
corta sia adottata con successo e porti i benefici previsti.

1.2 Elementi chiave del Change Management nella settimana lavorativa corta

  • Comunicazione: Una comunicazione chiara e trasparente è essenziale per spiegare le
    ragioni alla base del cambiamento, i benefici previsti e il processo di implementazione.
    Comunicare in modo efficace aiuta a ridurre le incertezze e ad allineare le aspettative.
  • Coinvolgimento degli stakeholder: Il successo dell’adozione di una settimana lavorativa
    corta dipende dal coinvolgimento di tutte le parti interessate, inclusi dirigenti, dipendenti,
    sindacati e clienti. Ascoltare le loro preoccupazioni e raccogliere feedback permette di
    affrontare le resistenze in modo proattivo.
  • Formazione e sviluppo: L’introduzione di una settimana lavorativa corta può richiedere
    nuove competenze e comportamenti. La formazione mirata e lo sviluppo del personale
    possono aiutare a facilitare la transizione, garantendo che tutti siano pronti per il
    cambiamento.
  • Gestione della resistenza: Ogni cambiamento incontrerà sempre qualche forma di
    resistenza. È importante riconoscere le preoccupazioni dei dipendenti e affrontarle con
    empatia e soluzioni pratiche. Il change management prevede l’identificazione delle fonti di
    resistenza e l’implementazione di strategie per superarle.
  • Misurazione e feedback: Per garantire il successo della settimana lavorativa corta, le
    organizzazioni devono misurare regolarmente i risultati e raccogliere feedback dai
    dipendenti. Questo permette di apportare correzioni e miglioramenti continui.

1.3 Adozione del cambiamento nella settimana lavorativa corta
L’adozione del cambiamento è il processo attraverso il quale le persone accettano e integrano un
nuovo approccio lavorativo nella loro routine. Nella settimana lavorativa corta, l’adozione del
cambiamento può essere facilitata da:


Chiarezza sul modello: Chiarire come funzionerà la settimana lavorativa corta, quali
saranno le nuove regole e cosa ci si aspetta dai dipendenti.


Dimostrazione dei benefici: Evidenziare i vantaggi della settimana lavorativa corta, come
un migliore work-life balance, meno stress e maggiore produttività.


Coinvolgimento attivo: Coinvolgere i dipendenti nel processo decisionale, incoraggiando la
partecipazione e creando un senso di appartenenza.

  1. Uno studio empirico dell’Università dell’Australia Meridionale

Uno studio condotto dall’Università dell’Australia Meridionale evidenzia i benefici della settimana
lavorativa corta sul benessere fisico e psicologico dei lavoratori. I ricercatori hanno monitorato i
cambiamenti nei comportamenti quotidiani di 308 adulti nel corso di 13 mesi, concentrandosi sui
periodi prima, durante e dopo le vacanze.
I risultati indicano che durante le vacanze, i partecipanti hanno aumentato l’attività fisica moderatavigorosa del 13% al giorno e ridotto il comportamento sedentario di 29 minuti al giorno.

Inoltre, il sonno è aumentato di circa 21 minuti al giorno, con effetti positivi su salute fisica e mentale. Questi risultati forniscono supporto scientifico al concetto di settimana lavorativa di quattro giorni e
suggeriscono che anche un fine settimana di tre giorni può avere benefici duraturi sulla salute e sul
benessere dei lavoratori.

2.1 Metodologia

Lo studio si è svolto in un periodo di 13 mesi, durante il quale i volontari hanno indossato fitness
tracker 24 ore al giorno. In totale, 308 adulti con un’età media di 40,4 anni hanno partecipato allo
studio Annual rhythms in adults’ lifestyle and health (ARIA), fornendo dati minuto per minuto
sull’attività fisica e il sonno. I ricercatori hanno aggregato i dati per analizzare i comportamenti
relativi al movimento e confrontare le abitudini prima, durante e dopo le vacanze.

2.2 Risultati

I dati dello studio hanno rivelato che durante i periodi di vacanza, i partecipanti hanno adottato
comportamenti più salutari. In particolare, il livello di attività fisica moderata-vigorosa (MVPA) è
aumentato del 13% al giorno, corrispondente a circa cinque minuti in più di attività fisica
giornaliera. Inoltre, il tempo dedicato ad attività sedentarie è diminuito di 29 minuti al giorno.
Anche il sonno è aumentato del 4%, ovvero circa 21 minuti in più al giorno durante le vacanze.
Il dottor Ty Ferguson (2023) uno dei ricercatori dell’Università dell’Australia Meridionale, ha
commentato: “Abbiamo scoperto che i modelli di movimento sono migliorati durante le vacanze,
con un aumento dell’attività fisica e una riduzione del comportamento sedentario. Inoltre, abbiamo
osservato che le persone guadagnano 21 minuti in più di sonno ogni giorno in cui sono in vacanza,
il che può avere una serie di effetti positivi sulla salute fisica e mentale”.

2.3 Discussione

La professoressa Carol Maher, ricercatrice senior presso UniSA, ha sottolineato che questo studio
fornisce supporto scientifico all’idea della settimana lavorativa di quattro giorni. “La settimana
lavorativa più corta viene sperimentata dalle aziende di tutto il mondo”, afferma la professoressa
Maher. “Non sorprende che i dipendenti abbiano riportato meno stress, esaurimento e affaticamento,
insieme a una migliore salute mentale e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata”. I risultati
dello studio indicano che i benefici del fine settimana di tre giorni possono persistere anche dopo il
termine delle vacanze. La professoressa Maher aggiunge: “Il nostro studio ha anche dimostrato che,
anche dopo una breve vacanza, l’aumento del sonno delle persone è rimasto elevato per due
settimane, dimostrando che i benefici per la salute di una pausa di tre giorni possono avere effetti
duraturi”.

Conclusioni
L’adozione di una settimana lavorativa corta rappresenta un’opportunità significativa per migliorare
il benessere dei lavoratori e l’efficienza aziendale. Lo studio dell’Università dell’Australia
Meridionale ha dimostrato che un fine settimana di tre giorni può portare a miglioramenti
nell’attività fisica e nella conseguente riduzione del comportamento sedentario, e un aumento della
qualità del sonno.
Le conclusioni dello studio suggeriscono che l’adozione della settimana lavorativa corta richiede un
approccio sistematico al change management. Le organizzazioni devono affrontare la resistenza e
comunicare chiaramente i benefici del cambiamento, coinvolgendo i dipendenti nel processo
decisionale. Inoltre, le aziende devono fornire una formazione adeguata e monitorare costantemente
l’implementazione per garantire che i benefici siano mantenuti nel tempo.
Nonostante i benefici evidenziati, sono comunque necessarie ulteriori ricerche per comprendere gli
effetti a lungo termine della settimana lavorativa corta, specialmente in termini di produttività
aziendale e impatto sulle dinamiche organizzative. Le organizzazioni che desiderano adottare questa
pratica devono essere pertanto pazienti e flessibili, riconoscendo che il cambiamento richiede tempo
e adattamento.
Infine, è essenziale ricordare che la settimana lavorativa corta non è una soluzione universale. Ogni
azienda deve valutare le proprie esigenze e le proprie dinamiche interne prima di adottarla.
Tuttavia, i risultati positivi di questo studio offrono un quadro incoraggiante per le organizzazioni
che desiderano esplorare nuove modalità di lavoro, ponendo al centro il benessere dei lavoratori e
un equilibrio più sano tra lavoro e vita privata.

Bibliografia

  1. “La scienza sostiene la settimana lavorativa di 4 giorni?”, Cordis, ultimo accesso: 20 aprile
    2023, https://cordis.europa.eu/article/id/443330-does-the-science-back-a-4-day-workweek/it
  2. Ferguson, T., Curtis, R., Fraysse, F. et al. “How do 24-h movement behaviours change
    during and after vacation? A cohort study”. Int J Behav Nutr Phys Act 20, 24 (2023),
    https://doi.org/10.1186/s12966-023-01416-2
  3. “Time out: We all need a three-day weekend”, UniSa, ultimo accesso: 13 aprile 2023,
    https://www.unisa.edu.au/media-centre/Releases/2023/time-out-we-all-need-a-three-dayweekend/
  4. Bertrand Russel, “Elogio dell’ozio”, 5 ed., Longanesi, (2004)
  5. Giorgio Maran, “Il tempo non è denaro. Perché la settimana di 4 giorni è urgente e
    necessaria”, Altrimedia, (2020)
  6. Pedro Gomes, “Finalmente è giovedì!8 ragioni per scegliere la settimana corta”, Laterza
    (2023).