Libri per crescere

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a cura della dott.ssa Laura Musso

“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. […] Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. […] Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere”.

Gianni Rodari
(Grammatica della fantasia)

Introduzione

Secondo il pensiero di Gianni Rodari, un sasso lanciato in uno stagno genera onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, ma provoca anche movimenti che si propagano in profondità; così una parola, gettata nella mente, provoca una serie di reazioni a catena che coinvolgono le nostre sensazioni, i nostri sentimenti e il nostro inconscio.

Come comunichiamo con i bambini sin dalla nascita? Attraverso le parole e il linguaggio.

E ancora: cosa comunichiamo ad un bambino? Raccontiamo o leggiamo storie fantastiche, fiabe, miti e leggende.

Esprimersi attraverso la parola – sia essa orale o scritta  – raccontare, leggere: un potere straordinario che solo gli esseri umani possiedono, la sua forza è la variabilità e la flessibilità.  Negli ultimi decenni la narrazione ha incontrato la  tecnologia digitale e sono nati progetti pensati anche per i bambini in età prescolare. La narrazione, sia essa tradizionale o si avvalga di metodi innovativi, deve comunque coinvolgere il bambino: attraverso la sollecitazione delle dinamiche della ricezione, il ricordo del racconto perdurerà nel tempo. Un linguaggio semplice ma efficace, denso di imagery che cattura e mantiene viva l’attenzione:elementi chetrasmettono emozioni, risvegliano la curiosità e suscitano la sensazione di vivere la storia insieme ai protagonisti.

1. Il ruolo della narrazione nello sviluppo del bambino

Torniamo al titolo del nostro articolo: perché Libri per crescere? Perché la narrazione è di fondamentale importanza nello sviluppo del bambino. La studiosa Dolores Rollo, cita Bruner (1990, 1996) che mette in evidenza come

Il linguaggio investe fin da subito tutte le routine e le attività in cui il bambino è coinvolto. Nel corso dei primi anni di vita, i bambini, attraverso il linguaggio apprendono, oltre che la capacità di narrare e di organizzare le proprie memorie, anche un sapere attorno alle forme più adeguate per raccontare l’esperienza,

Nelle società alfabetizzate il contatto tattile e visivo con il materiale narrativo e con i libri di storie, ovvero sfogliarli e osservarne le illustrazioni, sono esperienze sempre più precoci: sin dai primi anni di vita il bambino vive in un mondo di narrazioni: non solo fiabe o leggende appartenenti alla tradizione culturale in cui vive, ma anche fumetti, film e cartoni animati.

1.1 Narrazione e sviluppo linguistico

Leggere e raccontare storie sono modalità di interazione con i bambini, ricche di potenzialità e di risorse, ma soprattutto nell’ultimo decennio molti studiosi concordano e hanno confermato il forte legame tra narrazione ed evoluzione del linguaggio orale, la crescita conoscitiva ed emotiva e successivamente lo sviluppo dell’apprendimento e dell’arricchimento della terminologia relativa alla sfera della lettura e della scrittura. I libri di sole immagini sono le prime letture, che condividiamo con i bambini, ponendo le basi per iniziare ad acquisire la capacità di costruire storie. Ninio e Bruner (1978) hanno osservatol’interazione tra madre e bambino – in età dai cinque mesi ai due anni – e hanno identificato i tratti caratteristici  del linguaggio usato dalla mamma:

[…] pochi enunciati, ripetuti ciclicamente e riconducibili a quattro categorie: vocativo di richiamo (Guarda! Vedi!), domanda (Cos’è quello?), etichettamento (È un…) e rinforzo o feedback (Sì, bravo! No, non è quello). Questi enunciati , inoltre, si susseguivano secondo un ordine relativamente  fisso: all’inizio prevalevano i vocativi di richiamo, seguiti dalle domande ed all’etichettamento, mentre i rinforzi chiudevano l’interazione.   

Tale interazione rappresenta un momento evolutivo importante poiché chi legge, potenzialmente, comunica al bambino nuovi elementi che arricchiscono le sue conoscenze relative alle cose che lo circondano. In età prescolare, quando iniziamo a utilizzare libri con testi scritti associati alle immagini,  durante la lettura l’adulto propone al bambino nuovi termini, relativi al codice scritto – ad esempio “pagina”, “capitolo” – e formule tipiche del racconto quali “c’era una volta…” e “…vissero felici e contenti” (Rollo, 2015). Sorge spontanea la domanda: dove risiedono le competenze attraverso le quali il bambino apprende il linguaggio e la lettura? Lasciamo la risposta allo studioso Giorgio Tamburlini (Tamburini, 2015):

L’emergent literacy, definibile come il complesso di conoscenze, attitudini e abilità necessarie per sviluppare le abilità di lettura, si sviluppa progressivamente nei primi anni di vita. […] A partire dalla nascita, i bambini sviluppano competenze linguistiche complesse e iniziano ad apprendere la loro lingua madre. […] Queste competenze hanno la loro base neurobiologica in una serie di aree cerebrali […] con una dominanza  sinistra […] nei primi mesi di vita e addirittura in bambini (nati) prima del termine.

1.2 Sviluppo delle competenze di lettura

Il primo anno di vita del bambino è importante poiché si pongono le basi per apprendere il linguaggio, ma non solo: elementi di fonologia e segmentazione delle parole sono i punti fermi per lo sviluppo delle competenze della lettura. Negli ultimi dieci anni molti gli studi condotti da psicologi dello sviluppo, pediatri e specialisti di neuro-immagini, al fine di comprendere e dimostrare quale sia il legame tra la lettura condivisa nell’ambiente famigliare e l’attivazione delle aree cerebrali  – nell’emisfero sinistro – preposte alla lettura: ovvero un bambino che vive in un ambiente dove la lettura in famiglia è precoce, regolare e i libri sono adatti a seconda dell’età, i circuiti neurali sono maggiormente stimolati, così da facilitare la comprensione del racconto.

Tuttavia Tamburlini sottolinea che talvolta tali studi non utilizzano variabili e parametri omogenei, ne omettono o ne aggiungono altri, di conseguenza i risultati potrebbero non essere correttamente confrontati e interpretati. Ad esempio, in alcuni studi la popolazione studiata tendeva ad utilizzare precocemente e più a lungo, la lettura condivisa, non considerando però ambienti dove la lettura non era utilizzata regolarmente o era del tutto assente; trascurato anche il confronto della qualità e del numero dei libri. L’associazione tra la lettura in casa iniziata precocemente e mantenuta per un arco temporale più lungo e l’attivazione dei circuiti neurali, continua ad essere oggetto di studio anche per la sua importanza nella diagnosi delle varie forme di dislessia (Tamburini, 2015, pp. 507-508).

Quando ascoltiamo un racconto le aree cerebrali interessate, sono sollecitate dalla cosiddetta mental imagery, che potremmo liberamente tradurre con l’espressione Orecchie per vedere. (Usiamo il titolo di un progetto artistico del Centro Teatro Ateneo, in collaborazione con il dipartimento di Storia dell’arte e spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma, che inaugurò nel 2014 un ciclo di iniziative in occasione del trentennale della morte del Maestro Eduardo de Filippo).

La vista mette a fuoco e coglie i particolari, l’udito coglie le sfumature delle parole e stimola la mente ad andare oltre il visibile: la lettura permette al bambino di recepire, interpretare, immaginare l’ambientazione e l’azione secondo le proprie emozioni e sensazioni; se osserviamo i bambini in età dai cinque ai sette/otto anni mentre ascoltano un racconto, notiamo quasi un incantamento come se fossero parte di quel mondo creato dalla loro stessa fantasia. Dobbiamo sempre considerare che gli stimoli ambientali, la varietà e la proprietà del linguaggio ascoltato nell’ambito famigliare, nel  gruppo sociale di appartenenza o diverso, sono fattori responsabili delle diseguaglianze cognitive e delle differenti reazioni dei bimbi durante i momenti della narrazione.

2. Lettura tradizionale e lettura dialogica

Possiamo affermare che in un contesto motivato – famiglia, asilo nido, scuola materna o elementare, laboratori di lettura – dove si viva il piacere della narrazione o della lettura, coinvolgendo i bimbi a partecipare attivamente, si ottengono maggiori risultati positivi. Nella lettura tradizionale sia che il bambino legga autonomamente, sia ascolti un racconto e ne recepisca il cambio di tono della voce, in entrambe i casi l’approccio alla storia, ai contenuti e alle immagini è passivo, ovvero il bambino “riceve” il testo e le immagini, memorizza parole nuove e successivamente le rielabora per mezzo dell’interpretazione e della fantasia. Non sono certo aspetti negativi, ma la lettura dialogica favorisce la comunicazione e crea un legame tra il bambino e chi anima la lettura di un testo o la narrazione attraverso le immagini, stimolando la memorizzazione e l’uso del linguaggio.

Un esempio per chiarire il concetto: l’adulto inizia a leggere, dopo uno o più paragrafi si ferma, coinvolge il bambino ponendogli domande relative al racconto, ai personaggi, lo incoraggia ad esprimere le sue emozioni, e a porre lui stesso altre domande. Leggere insieme un racconto e guardare le immagini, accresce l’attenzione, la curiosità, la fantasia, favorisce l’arricchimento del vocabolario espressivo attraverso interazioni come il monologo per mezzo del quale il bambino impara a costruire le storie utilizzando l’immaginazione o frammenti di memoria e il dialogo  che aiuta il bambino a riconoscere e descrivere quanto è raffigurato, oltre alle caratteristiche del linguaggio scritto.

3. Scelta di libri e modalità di lettura

La scelta della modalità di lettura dipende anche dall’età, dalla disponibilità del genitore o dell’educatore, nonché a seconda dei momenti in cui avviene la lettura: durante la giornata, quando le energie del  bambino sono al massimo livello, si propone la modalità dialogica, ma per farlo addormentare la lettura sarà di tipo tradizionale: brevi fiabe della buonanotte, storie rilassanti per un sonno sereno.

Di grande importanza è la scelta del libro fatta in base alla qualità, all’età del bambino, alla tipologia dei racconti e i relativi  contenuti che offrano gli elementi per sviluppare la capacità immaginativa. Quando un  bambino ama particolarmente un libro o un racconto, sovente chiede all’adulto la lettura ripetuta della stessa storia: non si annoia ad ascoltare il medesimo racconto perché la ripetizione aiuta a capire meglio la storia, imparare a costruire riferimenti e schemi. Ritornare sul racconto, dopo averne memorizzato una o più parti e i personaggi, consente di cogliere nuovi dettagli, chiarire ed ampliare i concetti, capire l’intreccio della storia e la sequenza temporale, gli insegnamenti e i valori.

Un altro elemento importante durante il momento della lettura è la lunghezza del racconto. Come ci fa notare Alberto Oliverio (2017) nel suo saggio, l’attenzione dei bambini varia con l’età e man mano che crescono i tempi sono più lunghi: in un bimbo piccolo l’attenzione è labile, a sei anni dopo circa dieci minuti di narrazione o di spiegazione il bimbo si distrae, dunque è bene proporre attività di breve durata, dove prevalga l’elemento ludico, motorio o attività che catturino la curiosità del bambino, lo coinvolgano e lo incoraggino a chiedere spiegazioni e porre domande alle quali si aspetta una risposta dall’adulto.

Abbiamo accennato ai libri illustrati come primo approccio alla lettura attraverso le immagini, ma prima di accennare ai temi relativi e alle teorie in merito agli effetti della lettura sulla crescita dei bambini, è opportuno domandarci cos’è un albo illustrato? Una forma di narrazione che nasce dall’interazione tra parole e immagini, creando un forte legame di reciproca dipendenza. I  sentimenti, le emozioni e le sensazioni sono nascosti tra le righe di un racconto e l’autore li lascia solo intravedere, ma le illustrazioni aiutano il piccolo lettore a scoprirli e percepirli come se fossero oggetti concreti da guardare e toccare.

3.1 Libri illustrati

I libri illustrati sono dedicati ai bimbi da zero a tre anni, secondo le abilità percettive, cognitive e sensoriali; accendono la curiosità del piccolo perché ogni pagina ha dei buchi per inserire le dita e voltarla, inoltre  lasciano intravedere il contenuto di quella successiva; sono pensati e realizzati a misura di quelle piccole mani che li manipolano e sono protagoniste di un’esperienza multisensoriale.

I libri sono di cartone robusto, hanno colori vividi, oltre ai buchi, hanno lembi piegati, tasche per estrarre contenuti nascosti – ad esempio oggetti visivi, tattili, sonori  – o porte da aprire per scoprire cosa c’è oltre ad esse. Frequente è l’uso di libri i cui contenuti sono dedicati ai primi concetti e rappresentano oggetti che il bimbo riconosce perché appartenenti all’ambiente in cui vive: giocattoli, animali, ma anche lettere, numeri, forme e così via.

3.2 Libri concetto

Altra tipologia sono i cosiddetti libri concetto (Kümmerling-Meibauer, Meibauer, 2018): più complessi rispetto ai precedenti, raffigurano oggetti raggruppati per categoria di appartenenza; solitamente non hanno testo ad eccezione del nome degli oggetti. Il fine è di aiutare il bambino ad acquisire i concetti di categoria, appartenenza e classificazione, oltre a notare le correlazioni tra i singoli oggetti, memorizzare nuove parole, arricchire il lessico e accrescere  la capacità di produrre immagini mentali di tali oggetti.

Questa tipologia di libri favorisce la scoperta del principio di sequenzialità, elemento fondamentale per comprendere la dinamica di un racconto.

3.3 Libri silenziosi

Non trascuriamo i libri silenziosi: le illustrazioni – ricche di dettagli – seguono un determinato tema, ad esempio il lavoro, il ciclo delle stagioni, o ambientazioni affollate di personaggi. L’adulto incoraggia il bambino a inventare racconti sulla base delle immagini: inizia dunque un’interazione costruttiva dove entrambi propongono soluzioni motivando la scelta conseguente all’interpretazione.

Molti studi recenti di linguistica, psicologia cognitiva, pedagogia e letteratura per l’infanzia, hanno confermato che la lettura precoce dell’albo illustrato favorisce lo sviluppo cognitivo, socio-relazionale ed emotivo. Un fattore importante è il tempo: non quello frenetico che conosciamo bene, bensì un tempo rallentato; la lettura ad alta voce permette di giocare con il ritmo del testo, rispettando tuttavia l’intenzione dell’autore; il tempo si allunga perché le illustrazioni valorizzano il testo con la loro dovizia di particolari attraggono l’attenzione del bambino che pone domande e chiede chiarimenti. Trovare ogni giorno uno momento da dedicare alla lettura, significa creare una piacevole routine fatta di quiete, ma anche di allegria, di movimento, di gioco, uno spazio temporale, fisico e mentale da vivere insieme al bambino.

Importante sarebbe poter mettere a disposizione del bimbo una libreria tutta sua dove, crescendo, possa scegliere tra una buona varietà di titoli di ogni genere: dalle filastrocche alle letture più impegnative, scoprendo quale genere preferisce. Dopo i sei mesi di vita il bambino inizia ad interagire con i libri e dimostra curiosità verso le immagini; dai dodici mesi in poi, i libri illustrati ideali sono quelli con immagini di oggetti e  rappresentazione di azioni quotidiane in cui il bambino si riconosce.

4. La lettura come strumento di socializzazione

La lettura è anche un momento di socializzazione se avviene a scuola, in associazioni, librerie, istituzioni o nelle biblioteche che propongono progetti dedicati ai bambini. Uno di tali progetti è Nati per leggere: attivo dal 1999 e presente a livello nazionale; un programma rivolto a bimbi tra i sei mesi e i sei anni di età coinvolgendo anche le famiglie, con l’obiettivo di promuovere e favorire l’alfabetizzazione passando attraverso il piacere di vivere attivamente la lettura ad alta voce di una storia fantastica, al termine della storia ritroveremo la capacità e il gusto di abbandonarci alla fantasia e ai sogni propri dell’infanzia: questa è la chiave che apre la porta per entrare nel mondo dei nostri bimbi e crescere con loro.

Ricordiamo sempre che quando ci sediamo a terra e iniziamo a narrare una storia o leggiamo un libro con i nostri bimbi, sono momenti preziosi e magici, un’esperienza da vivere, un viaggio da compiere che ci porterà a riscoprire le emozioni che anche noi abbiamo provato e ogni volta saranno momenti speciali.

Riferimenti bibliografici principali:

  1. Barsotti, S. e Cantatore, L. (2021). “Letteratura per l’infanzia”,  Carocci, Roma,
  2. Bruner, J.S., Acts of Meaning, Harward University Press, Cambridge (MA) 1990;
  3. Bruner, J.S., The Culture of Education, Harward University Press, Cambridge (MA) 1996 (trad. It. La cultura dell’educazione, traduzione di L. Cornalba, Feltrinelli, Milano, 1977).
  4. Hutton JS/Horowitz-Kraus T./Mendelsohn AL/DeWitt T./Holland SK.; C-MIND Authorship Consortium. Home reading environment and brain activation in preschool children listening to stories. Pediatrics 2015; 136(3): 466-478.
  5. Kümmerling-Meibauer B., Meibauer J., (2018), Early-concept books and concept books. The Routledge Companion to Picturebooks, New York, Routledge, pp.149-157.
  6. Ninio, A., Bruner, J.S. (1978), The Achievement and Antecedents. Of Labelling, in: «Journal of Child Language», vol. V, n. 1, pp. 1-15.
  7. Oliverio, A. (2017), Il cervello che impara. Neuropedagogia dall’infanzia alla vecchiaia, Giunti, Firenze.
  8. Rollo, D. (2015). “La narrazione nello sviluppo del bambino”, in Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia. Vol. 6 (2015), n. 2, pp. 341-349.
  9. Sgarbossa, S. (A.A. 2022-2023). “Effetti della lettura di albi illustrati sullo sviluppo dei bambini durante l’infanzia (0-3 anni).” Relazione finale corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione curricolo Educazione della prima infanzia, Università degli Studi di Padova.
  10. Tamburlini, G. (2015). “Lettura condivisa in famiglia e sviluppo del cervello del bambino”, In Medico e bambino (2015), pp. 505-510.