Lo sviluppo socio-emotivo nel bambino

sviluppo

a cura della dott.ssa Angelica Venanzetti

Abstract

Nel corso dell’età evolutiva le emozioni subiscono molti cambiamenti: durante il primo anno di vita prevalentemente si vivono le emozioni primarie, quindi sorpresa, interesse, gioia, rabbia, paura e disgusto. Dopo il primo anno di vita iniziano ad emergere quelle emozioni che richiedono autoconsapevolezza e il bambino inizia anche ad avere un maggiore senso di sé. In questo periodo si sviluppano delle emozioni che coinvolgono anche le altre persone, quindi l’empatia, la gelosia, l’imbarazzo, l’orgoglio e il senso di colpa (Santrock, 2021).

Durante la seconda infanzia i bambini acquisiscono maggiore comprensione delle emozioni auto-consapevoli, inoltre sviluppano un lessico emotivo, soprattutto in età compresa tra due e quattro anni si ha un incremento delle verbalizzazioni del lessico connesso agli stati emotivi (Santrock, 2021). Ci sono diversi fattori che influiscono sulle traiettorie evolutive, come il parenting e le relazioni tra pari. Soprattutto durante l’adolescenza ci sono importanti cambiamenti in merito alla gestione del vissuto emotivo, infatti incrementano le competenze di comprensione, le strategie per fronteggiarle e si diventa maggiormente riflessivi rispetto a tutti i vissuti emotivi. In questo periodo dello sviluppo iniziano a maturare sempre più alcune aree celebrali, soprattutto la corteccia prefrontale, che è coinvolta nei processi di riflessione e di giudizio (Santrock, 2021).

Rispetto agli stati emotivi, anche il temperamento è un fattore rilevante; il temperamento è definito come lo sviluppo comportamentale e le modalità di risposta che caratterizza le persone; Chees e Thomas (1977) avevano proposto una classificazione suddividendo bambini facili, difficili e coloro che sono lenti a scaldarsi.

In conclusione, sulle traiettorie evolutive dello sviluppo socio-emotivo ci sono una molteplicità di fattori importanti da considerare, tra cui l’attaccamento, la genitorialità e il temperamento (Santrock, 2021).

Introduzione

L’età evolutiva è caratterizzata da molti cambiamenti, esistono importanti cambiamenti rispetto allo sviluppo del linguaggio, delle competenze motorie, degli aspetti cognitivi e dello sviluppo sociale ed emotivo (Santrock, 2021). Gli aspetti socio – emotivi riguardano dei cambiamenti nelle relazioni dell’individuo, dunque sono connessi a delle differenze anche nella formazione della personalità (Santrock, 2021).

Le traiettorie evolutive dello sviluppo si caratterizzano per un’interazione tra processi biologici, cognitivi e socio – emotivi (Diamond, 2009). I processi biologici riguardano quei cambiamenti collegati agli aspetti genetici che conducono alle traiettorie evolutive dello sviluppo del cervello, dell’altezza, del peso e degli ormoni. I processi cognitivi riguardo i processi di pensiero, di intelligenza e delle componenti linguistiche nel linguaggio. I processi socio – emotivi riguardano le relazioni con le altre persone e lo sviluppo della personalità (Santrock, 2021). Questi tre processi possono mostrarsi frequentemente come bidirezionali, infatti si può evidenziare una reciprocità nell’influenza che hanno.

Nel corso degli anni lo studio sullo sviluppo è stato approfondito attraverso quattro domande principali:

1. Lo sviluppo è influenzato dalla natura o dalla cultura?

2. I cambiamenti dello sviluppo sono graduali o si osservano delle fasi distinte?

3.  Sono più importanti le prime esperienze o quelle successive?

4. Lo sviluppo è dominio – generale o dominio – specifico?

Alla prima domanda è stato risposto affermando l’esistenza di un’interazione tra la componente genetica e gli aspetti ambientali; la seconda domanda ha richiesto di approfondire la distinzione tra uno sviluppo graduale, cumulativo, quindi continuo oppure se le distinzioni durante lo sviluppo risultano essere discontinue e improvvise. Rispetto alla terza questione, alcuni affermavano l’importanza delle prime esperienze, questo è presente soprattutto nelle culture occidentali; altri studiosi affermavano che durante tutto il corso dello sviluppo è possibile vivere delle esperienze con un forte impatto. La quarta domanda riguarda la distinzione tra la condizione dominio – generale, in cui il sistema cognitivo è coinvolto in maniera uniforme e simultanea, oppure l’ipotesi secondo la quale lo sviluppo delle diverse aree avviene seguendo dei ritmi diversi, quindi uno sviluppo dominio – specifico (Santrock, 2021).

1. La neurobiologia nello sviluppo emotivo

Le emozioni sono definite come un sentimento / uno stato affettivo quando si vivono degli eventi molto importanti che possono avere un notevole impatto sullo sviluppo e sul benessere della persona. Le emozioni sono accompagnate da attivazioni fisiologiche, da risposte comportamentali e pensieri intrusici (Santrock, 2021). Ad esempio, di fronte ad una situazione di minaccia possono esserci risposte di lotta o fuga, denominate ‘fight or flight’, in cui si può provare a combattere l’ostacolo o si pensa di fuggire perché non è possibile superarlo. Un’altra possibile risposta è la condizione di svenimento, ovvero il ‘fainting’, in cui la persona si finge morta. Una delle prime risposte quando si percepisce il senso di minaccia è una condizione di blocco, il ‘freezing’, durante la quale la persona cerca di comprendere la fonte del pericolo percepito (Pietrantoni & Prati, 2009).

Il nostro organismo è predisposto per trovarsi in una situazione di equilibrio, che è denominata omeostasi, infatti il Sistema Nervoso Simpatico e il Sistema Nervoso Parasimpatico favoriscono la condizione di equilibrio, che viene interrotta da delle situazioni che causano un vissuto di stress (Bear et al., 2007).

Oltre alle risposte comportamentali di freezing, fight or flight e fainting, le condizioni di minaccia attivano delle risposte fisiologiche, come la mobilizzazione dell’energia, l’incremento del battito cardiaco, inoltre si blocca il sistema riproduttivo, si ha un’inibizione della crescita e della digestione e si sopprime il sistema immunitario (Bear et al., 2007).

Le aree celebrali sono connesse tra loro, infatti quando uno stimolo, che può derivare dall’interno o dall’esterno, viene percepito dagli organi sensoriali, viene inviato al talamo, il quale può direzionare lo stimolo ricevuto verso l’amigdala, la quale attiva nell’immediato una risposta ormonale (norepinefrina), oppure il talamo invio gli input ricevuti all’ippocampo e diretti alla corteccia sensoriale; l’ippocampo è l’area deputata alla memoria, quindi le informazioni vengono confrontate con delle esperienze già vissute per discriminare se un determinato stimolo è pericoloso oppure no (Bear et al., 2007). La condizione omeostatica viene mantenuta mediante il funzionamento dell’asse ipotalamo – ipofisi – surrene, infatti da questo deriva la secrezione di ormoni coinvolti nella risposta di stress, come l’ormone adrenocorticotropo, che stimola il rilascio di glucocorticoidi, soprattutto il cortisolo (Verratti, 2022). 

Le aree celebrali coinvolte nella risposta emotiva sono in una fase di sviluppo soprattutto durante la fase pre – adolescenziale e adolescenziale, per tale ragione in quest’età si possono verificare dei cambiamenti di umore imprevedibili con annessa difficoltà di autoregolazione (Santrock, 2021).

La competenza emotiva viene definita come “l’abilità di affrontare in maniera funzionale le proprie emozioni e quelle degli altri nell’ambito della vita quotidiana, mantenendo o modificando in modo adeguato e socialmente appropriato gli scambi con l’ambiente” (Gavazzi, 2009); il contesto culturale influisce in maniera significativa sull’adeguatezza della manifestazione delle emozioni. Man mano i bambini acquisiscono la capacità di far fronte alle emozioni, incrementando la consapevolezza degli stati emotivi, la capacità di riconoscere le emozioni altrui, l’utilizzo di un lessico emotivo, la presenza di una sensibilità empatica e solidale delle esperienze emotive, la consapevolezza della differenziazione tra uno stato emotivo interno e l’espressione esterna, il saper affrontare in maniera adattiva alcune situazioni e l’importanza che hanno le emozioni sulle relazioni (Santrock, 2021).

2. Lo sviluppo emotivo

Lewis (2007,2008) ha attuato una distinzione tra le emozioni primarie e le emozioni secondarie nella descrizione delle tappe di sviluppo.

Le emozioni primarie sono anche definite come fondamentali, si sviluppano nei primi sei mesi di vita e sono presenti sia negli esseri umani che negli animali. Tali emozioni sono: la sorpresa, l’interesse, la gioia, la rabbia, la tristezza, la paura e il disgusto (Santrock, 2021).

Le emozioni secondarie, descritte anche come sociali ed auto – consapevoli, sono quelle emozioni che implicano una maggiore auto – consapevolezza e l’acquisizione di un senso di sé; queste si sviluppano a seguito del compimento del primo anno e mezzo di vita. Queste emozioni riguardano anche la relazione con l’altro, infatti possiamo descrivere l’orgoglio, l’imbarazzo, la vergogna e il senso di colpa. Le emozioni secondarie riguardano il senso di sé e il senso dell’altro (Santrock, 2021).

Nei processi di sviluppo di ciascuna persona la relazione con l’altro è fondamentale, pertanto anche alla base dei processi dello sviluppo emotivo è opportuno tenere in considerazione il ruolo dei genitori e delle figure di riferimento dei bambini. Sin dalla nascita si instaurano delle relazioni e dei legami emotivi con le persone che si prendono cura del bambino, la presenza di genitori responsivi e sensibili risulta essere fondamentale per poter sviluppare nei bambini una competenza emotiva (Santrock, 2021).

Il pianto e il sorriso sono le prime forme di espressione emotiva dei neonati; sin dalla nascita mediante il pianto i bambini comunicano con il mondo; esistono tre forme principali del pianto:

  • Il pianto di base: questo si caratterizza per la presenza di ritmicità ed è seguito da un breve silenzio e successivamente da un fischio più corto, tale fischio ha una tonalità più alta del pianto principale, poi si ha una breve pausa prima del pianto successivo. Tale pianto potrebbe essere ricondotto ad uno stato di fame (Santrock, 2021).
  • Il pianto di rabbia: la differenza con il pianto di base è che si ha una maggiore spinta di aria attraverso le corde vocali (Santrock, 2021).
  • Il pianto di dolore: inizialmente si presenta con un lungo pianto sonoro ed è seguito da un trattenimento del respiro, questo pianto è provocato da stimoli molto intensi (Santrock, 2021).

Un’altra modalità attraverso la quale i bambini comunicano sin dalle prima fasi di vita è il sorriso; anche il sorriso si divide in tre tipologie:

  • Il sorriso endogeno (o riflesso): questo sorrisosi verifica nel corso del primo mese di vita, soprattutto durante il sonno, infatti non è presente in risposta a degli stimoli esterni (Campos, 2009).
  • Il sorriso esogeno: questo sorriso emerge quando il bambino è sveglio ed è in risposta a degli stimoli visivi o acustici, ad esempio il tono della voce dei genitori (Campos, 2009).
  • Il sorriso sociale: questo sorriso emerge in risposta a delle persone familiari con le quali si instaura una relazione di reciprocità e di scambio, il sorriso sociale emerge a partire dal terzo mese di vita (Campos, 2009).

Tra i due e i sei mesi di età i bambini adottano in prevalenza un sorriso sociale, che successivamente, tra i sei e i dodici mesi diviene sempre più presente in risposta a vissuti di divertimento che si hanno durante le interazioni con i genitori. Nel secondo anno di vita il sorriso continua ad esserci in concomitanza a delle interazioni positive con gli adulti, soprattutto con i genitori e con i pari; inoltre in questo periodo il sorriso acquisisce una maggior rilevanza rispetto al significato sociale che viene attribuito.

Verso i sei mesi i bambini hanno la possibilità di acquisire un’altra emozione: la paura, in questa età una delle prime forme di paura che si verifica è la paura dell’estraneo, la quale si può osservare mediante forme di diffidenza verso persone estranee; rispetto a questo fenomeno, uno degli aspetti più rilevanti è il contesto sociale, infatti il bambino potrà mostrare differenti livelli di paura in relazione alla familiarità della situazione e del contesto nel quale si trova.

Tra i 14 e i 20 mesi può emergere una forma di ansia da separazione, che si caratterizza per la presenza del pianto e di un vissuto emotivo di sofferenza quando il bambino deve allontanarsi dal caregiver. Durante la prima fase di vita gli adulti hanno un ruolo importante nell’acquisizione della regolazione emotiva (Santrock, 2021).

Durante la seconda infanzia emergono le emozioni connesse all’acquisizione del senso di sé e dell’altro, quindi iniziano a presentarsi vissuti di imbarazzo, vergogna, senso di colpa e gelosia; inoltre durante questo periodo si ha un incremento del lessico emotivo, rispetto al corretto utilizzo del vocabolario sia nell’espressione che nella comprensione delle emozioni altrui. Tra i due e i quattro anni si vive un aumento del vocabolario, dell’attribuzione corretta dei nomi, della comprensione delle cause e delle conseguenze connesse alle emozioni e dell’utilizzo del linguaggio emotivo durante attività di gioco simbolico.

Tra cinque e dieci anni si ha una maggiore riflessione di tipo verbale riguardo le emozioni, inoltre si acquisisce consapevolezza che una stessa situazione può condurre a dei sentimenti diversi, in questo periodo aumenta anche la capacità del controllo e della gestione dei comportamenti rispetto alle emozioni (Santrock, 2021).

Conclusione

Nel corso dello sviluppo di ciascun bambino ci sono molteplici aspetti che hanno degli importanti cambiamenti, infatti si osservano delle traiettorie evolutive in merito alla componente linguistica, alla motricità, alla percezione e alla componente socio – emotiva. Durante l’evoluzione di ciascuna di queste competenze è importante tenere in considerazione il ruolo del contesto familiare, infatti i genitori possono svolgere un importante ruolo di allenamento alle emozioni per i bambini, poiché possono sostenere i bambini nel considerare come delle opportunità le emozioni negative, da ciò i bambini potranno apprendere una capacità di regolazione emotiva e degli stati affettivi (Santrock, 2021). La regolazione emotiva è lo strumento attraverso il quale i bambini possono imparare a rispondere in modo socialmente adeguato. Nel corso delle traiettorie evolutive i bambini possono acquisire competenze in merito al riconoscimento delle emozioni, dunque comprendono la denominazione e incrementano un lessico psicologico; inoltre, imparano a gestire le emozioni vissute, infatti quando le emozioni divengono interiorizzate possono apprendere un maggiore senso di responsabilità personale. Durante lo sviluppo emotivo i bambini possono imparare a utilizzare delle adeguate strategie incrementando la capacità di riflettere rispetto al proprio vissuto; il coping è l’insieme delle strategie che possono essere attuate per fronteggiare delle situazioni di stress; quando si attua uno stato di coping attivo è possibile modificare o eliminare la fonte di stress, mentre se si agisce con un coping passivo, la persona non interviene sulla fonte che ha causato lo stato di stress (Lazarus, 1996). Le strategie di coping vengono utilizzate piuttosto precocemente, infatti già intorno ai 18 mesi possono essere applicate durante attività di giochi strutturati, ad esempio quando si ricercano abbracci o si tenta di alleviare uno stato di dolore.

Il temperamento del bambino risulta essere un ulteriore elemento importante nelle traiettorie evolutive socio – emotive, infatti Chees & Thomas (1977) avevano individuato l’esistenza di tre tipologie di bambini: i bambini facili, ovvero coloro che hanno solitamente un umore positivo; i bambini difficili, che mostrano spesso dei comportamenti negativi, soprattutto caratterizzati dal pianto; e i bambini lenti a scaldarsi, i quali hanno prevalentemente un umore piatto.

In conclusione, durante i processi di sviluppo socio – emotivo, diversi fattori impattano le traiettorie evolutive: il temperamento, il contesto sociale, l’ambiente familiare, la responsività genitoriale e il parenting, che ha un importante ruolo sulla capacità della regolazione emotiva del bambino (Santrock, 2021).

Bibliografia

  1. Bear, M. F., Connors, B. W., & Paradiso, M. A. (2007). Neuroscienze. Esplorando il cervello. Con CD-ROM. Elsevier srl.
  2. Campos (2009), in “Psicologia dello sviluppo” a cura di Santrock.
  3. Chees & Thomas (1977), in “Psicologia dello sviluppo” a cura di Santrock.
  4. Diamond (2009), in “Psicologia dello sviluppo” a cura di Santrock.
  5. Gavazzi (2009), in “Psicologia dello sviluppo” a cura di Santrock.
  6. Lazarus (1996), in “Psicologia dello sviluppo” a cura di Santrock.
  7. Lewis (2007, 2008), in “Psicologia dello sviluppo” a cura di Santrock.
  8. Pietrantoni, L., & Prati, G. (2009). Psicologia dell’emergenza.
  9. Santrock, J. (2021). Psicologia dello sviluppo, IV edizione. McGraw Hill education.
  10. Verratti V., (2022) Fisiologia umana degli organi e degli apparati. “Le basi”.