Mobility Manager: chi è, cosa fa, quando è obbligatorio

Il Mobility Manager rappresenta una figura professionale di grande competenza e formazione, specializzata nella gestione dell’evoluzione della mobilità del personale aziendale.

Sebbene il suo ruolo sia nato nel lontano 1998, solo oggi sta ricevendo la valorizzazione che merita.

La storia del Mobility Manager può essere fatta risalire al 1997, quando fu firmato il Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici.

In seguito, il 27 marzo 1998, il Ministero dell’Ambiente emise un decreto ministeriale focalizzato sulla mobilità sostenibile nelle aree urbane.

È in questo contesto che è emersa per la prima volta in Italia la figura del “Responsabile della mobilità aziendale“, ora comunemente noto come “Mobility Manager“.

Il ruolo fondamentale del Mobility Manager aziendale è quello di razionalizzare, seguendo principi di sostenibilità ambientale, gli spostamenti dei lavoratori. Il suo compito consiste nell’implementare strategie che favoriscano una mobilità più efficiente, riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Un obiettivo di primaria importanza, considerato il crescente focus sulla sostenibilità e la necessità di adattarsi alle normative vigenti.

In conclusione, il Mobility Manager svolge una funzione cruciale nell’orientare la mobilità aziendale verso pratiche più sostenibili, contribuendo così alla promozione di ambienti di lavoro responsabili e all’aderenza agli standard normativi in materia di mobilità.

Differenze tra mobility Manager aziendale e mobility manager d’area: una visione dettagliata

In base al Decreto Ministeriale del 12 maggio 2021, sono state delineate due figure distinte di Mobility Manager, ognuna con ruoli specifici:

  • Mobility Manager Aziendale: Questa figura è definita come “specializzata nel governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente”. Il Mobility Manager Aziendale è designato dalle aziende o dalla Pubblica Amministrazione, assumendo un ruolo di supporto continuativo nelle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali per una mobilità sostenibile. Il suo impegno si concentra sulla creazione di strategie efficaci per migliorare la mobilità dei dipendenti tra casa e luogo di lavoro.
  • Mobility Manager d’Area: Questa figura è descritta come “specializzata nel supporto al Comune territorialmente competente, presso il quale è nominato, nella definizione e implementazione di politiche di mobilità sostenibile, nonché nello svolgimento di attività di raccordo tra i Mobility Manager aziendali”. Nominato dai Comuni, il Mobility Manager d’Area funge da collegamento tra i Mobility Manager Aziendali, svolgendo un ruolo chiave nell’assistere i Comuni stessi nella formulazione e attuazione di politiche di mobilità sostenibile. Il suo obiettivo principale è favorire la collaborazione e coordinare le iniziative a livello locale.

In sintesi, mentre il Mobility Manager Aziendale si concentra sulla gestione della mobilità interna all’azienda, il Mobility Manager d’Area agisce a livello territoriale, facilitando la cooperazione tra le aziende e i Comuni per promuovere soluzioni di mobilità sostenibile su scala più ampia.

Entrambe le figure rivestono un ruolo cruciale nella promozione di pratiche di mobilità responsabili e nel contribuire alla realizzazione di comunità più sostenibili.

La Figura del mobility Manager: obbligatorietà e compiti specifici nel contesto del decreto rilancio

Il Decreto Legge n. 34 del 19/05/2020, noto come “Decreto Rilancio”, ha introdotto il ruolo chiave del Mobility Manager per affrontare il problema del traffico urbano e promuovere una mobilità sostenibile.

L’art. 229, comma 4 di questo decreto ha stabilito l’obbligo di nominare un Mobility Manager per imprese e pubbliche amministrazioni con più di 100 dipendenti, situate in capoluoghi di Regione, città metropolitane, capoluoghi di Provincia, o Comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti.

Questa disposizione ha ampliato significativamente il raggio di aziende coinvolte rispetto al D.M. 27/3/1998, che richiedeva la nomina del Mobility Manager solo per aziende con oltre 300 dipendenti per unità locale o oltre 800 dipendenti distribuiti su più unità locali.

Le imprese e le pubbliche amministrazioni non soggette all’obbligo possono comunque adottare in modo facoltativo il Piano degli Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) per il proprio personale dipendente.

Per determinare la soglia dei 100 dipendenti in ciascuna unità locale, il D.M. 12/05/2021 specifica che devono essere considerate dipendenti anche le persone che, pur essendo dipendenti di altre imprese o pubbliche amministrazioni, operano stabilmente nella stessa unità locale attraverso contratti di appalto o altre forme di collaborazione.

Il Mobility Manager aziendale, in conformità con il D.M. 12/5/21, ha il compito primario di ridurre l’inquinamento ambientale causato dagli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti utilizzando veicoli privati. Questo obiettivo si traduce nella riduzione dei costi, dell’inquinamento e del consumo di energia per gli spostamenti.

Il Mobility Manager aziendale deve produrre il PSCL entro il 31 dicembre di ogni anno e trasmetterlo al Comune entro 15 giorni dall’adozione.

Le funzioni specifiche del Mobility Manager aziendale, come definite dal decreto, includono la promozione di interventi organizzativi basati sul PSCL, il supporto all’adozione di questo piano, l’adeguamento in base alle indicazioni del Comune, la verifica dell’attuazione tramite il monitoraggio degli spostamenti dei dipendenti e l’interazione con enti pubblici e privati coinvolti nella gestione della mobilità.

Inoltre, il Mobility Manager aziendale collabora con il Mobility Manager d’area per incentivare pratiche di mobilità sostenibile, promuovendo formazione, itinerari ciclabili e pedonali sicuri, efficienti servizi di trasporto pubblico e sviluppo di servizi di mobilità condivisa e di infomobilità.

Questo approccio olistico mira a creare ambienti di lavoro più sostenibili e a promuovere l’uso responsabile dei mezzi di trasporto.

Le funzioni del mobility manager d’area: coordinamento e implementazione delle politiche di mobilità sostenibile

Il ruolo del Mobility Manager d’Area è definito da una serie di funzioni chiave volte a promuovere una mobilità più sostenibile e coordinata.

Le principali responsabilità di questa figura includono:

  • Attività di Raccordo tra Mobility Manager Aziendali del Territorio: Il Mobility Manager d’Area svolge un ruolo di coordinamento, fungendo da punto di collegamento tra i diversi Mobility Manager Aziendali operanti nel territorio di riferimento. Questa collaborazione mira a garantire una gestione integrata e sinergica delle strategie di mobilità aziendale.
  • Supporto al Comune nella Definizione e Implementazione di Politiche di Mobilità Sostenibile: Collaborando strettamente con il Comune di competenza, il Mobility Manager d’Area fornisce supporto nella formulazione e attuazione di politiche di mobilità sostenibile. Questo coinvolgimento contribuisce a garantire una coerenza e un’efficacia maggiori nelle iniziative di mobilità a livello locale.
  • Acquisizione e Trasferimento dei Dati sui Spostamenti dei Dipendenti: Il Mobility Manager d’Area è responsabile della raccolta dei dati relativi all’origine/destinazione e agli orari di ingresso e uscita dei dipendenti. Questi dati vengono poi trasferiti agli enti programmatori dei servizi pubblici di trasporto comunali e regionali, alimentando informazioni cruciali per ottimizzare le reti di trasporto pubblico.

Il piano degli spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) e le sue implicazioni:

Il PSCL, elaborato dal Mobility Manager, è uno strumento di pianificazione mirato a regolare gli spostamenti sistematici casa-lavoro del personale dipendente di una singola unità locale lavorativa.

Le sue finalità principali sono:

  • Riduzione del Traffico Veicolare Privato: Il PSCL si propone di ridurre l’uso del traffico veicolare privato, favorendo alternative di mobilità sostenibile in sostituzione all’uso individuale del mezzo privato a motore.
  • Struttura e Contenuti del PSCL: La struttura del PSCL comprende una parte informativa, un’analisi degli spostamenti casa-lavoro e una sezione progettuale che include misure e benefici conseguibili. L’analisi si basa sulle Linee Guida per la redazione del PSCL.
  • Benefici per Dipendenti, Azienda, e Collettività: Il Mobility Manager, attraverso l’analisi degli spostamenti e la progettazione di misure adeguate, valuta i benefici per i dipendenti in termini di tempo, costi e comfort di trasporto. Al contempo, vengono considerati vantaggi economici, di produttività, ambientali, sociali ed economici per l’azienda, la collettività e l’ambiente.

Requisiti di conoscenza e competenza del mobility Manager

Il Mobility Manager, sia aziendale che d’area, deve possedere requisiti specifici in base al D.M. 12/5/21. Questi includono:

  • Elevata Competenza Professionale: Il Mobility Manager deve dimostrare un’elevata e riconosciuta competenza professionale nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente.
  • Esperienza Comprovata: È richiesta un’esperienza comprovata nel campo della mobilità sostenibile o dei trasporti.
  • Conoscenze Specifiche: Le conoscenze devono spaziare dal mobility management, alle tematiche della mobilità sostenibile e dell’impatto ambientale, fino ai principi di gestione delle risorse umane e alle nozioni di diritto, con competenze in fleet management, travel management, e organizzazione aziendale.
  • Abilità Tecnologiche: Conoscenza dei principali strumenti digitali e software gestionali adatti al mobility management, inclusi strumenti di calcolo ambientale, questionari digitali, App per il monitoraggio dei comportamenti di mobilità, e generazione di report.

Il Mobility Manager si rivela così una figura poliedrica e essenziale nell’attuazione di strategie di mobilità sostenibile e nella promozione di pratiche responsabili a livello aziendale e territoriale.

Formazione e certificazione del Mobility Manager: guida alle competenze e al mantenimento della certificazione

La normativa attuale non specifica un percorso formativo dedicato al Mobility Manager.

Tuttavia, l’UNI ha introdotto la prassi di riferimento UNI/PdR 35:2018, intitolata “Profili professionali della mobilità aziendale – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza e indirizzi operativi per la valutazione della conformità”.

In conformità con questa prassi, il Mobility Manager deve possedere una serie di conoscenze, competenze e abilità, anche per ottenere la certificazione delle proprie competenze.

Benché non obbligatoria, questa certificazione rappresenta un riconoscimento professionale significativo.

La formazione richiesta, come indicato dalla UNI/PdR 35, copre le seguenti aree:

  1. Mobilità Aziendale:
    • Gestione della flotta aziendale
    • Trasferte dei dipendenti (corporate travel)
    • Spostamenti casa-lavoro dei dipendenti
    • Relazioni con le funzioni delle HR e Responsabilità Sociale
    • Normativa italiana ed europea sulla sostenibilità ambientale
    • Definizione del piano di riduzione dell’impatto ambientale della flotta
    • Car policy e car list efficienti e sostenibili
  2. Analisi e Gestione dei Costi della Mobilità Aziendale (Total Cost of Mobility – TCM):
    • Componenti del TCM
    • Rilevazione dei costi di mobilità
    • Strumenti di controllo del TCM
    • Obiettivi di miglioramento del TCM
    • Azioni di miglioramento del TCM
    • Car sharing e car pooling
  3. Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL):
    • Normativa e azioni possibili
    • Domanda e offerta di mobilità
    • Fasi per la redazione del PSCL
    • Comunicazione del PSCL
    • Monitoraggio e adeguamento PSCL

La certificazione delle competenze del Mobility Manager non è obbligatoria ma può essere ottenuta seguendo le linee guida fornite dalla UNI/PdR 35.

L’ente certificatore, conforme alle disposizioni del documento, deve possedere requisiti di indipendenza, imparzialità, trasparenza, competenza e assenza di conflitti di interesse.

Questo ente deve garantire l’omogeneità delle valutazioni, la verifica dell’aggiornamento professionale e deve adottare un proprio sistema di qualità documentato e un codice deontologico.

La certificazione ha una validità triennale, durante la quale il Mobility Manager deve dimostrare l’assenza di reclami o la gestione adeguata degli stessi, la continuità nell’esercizio della professione e, in mancanza di continuità, il conseguimento di almeno 30 crediti formativi all’anno.

Al termine del triennio, per il rinnovo della certificazione, è richiesta l’assenza di reclami, la continuità nell’esercizio della professione e il conseguimento di almeno 90 crediti formativi nel triennio.

In questo modo, la certificazione delle competenze si mantiene in linea con le esigenze del settore e il Mobility Manager resta all’avanguardia nelle conoscenze e nelle competenze richieste dalla professione.