Mutismo selettivo e difficoltà negli apprendimenti

Il mutismo selettivo fu segnalato la prima volta da un medico tedesco, Kussmaul, nel 1877 il quale si riferiva a bambini normali che manifestavano mutismo in alcune situazioni. Egli chiamò questa condizione “asphasia voluntaria”, che significa assenza volontaria di linguaggio. Più tardi un medico inglese, Tramer (1934) descrisse numerosi casi analoghi e coniò il termine “mutismo selettivo”.

Cos’e’ il mutismo selettivo?

Il mutismo selettivo è un disturbo dell’ansia, si manifesta con la difficoltà del bambino a parlare in varie situazioni, in genere fuori dell’ambito familiare, e si traduce in una chiusura totale a livello verbale. Questo stato eccessivo di ansia porta il bambino a chiudersi in se stesso e a non comunicare con gli altri. In genere questi bambini non hanno disturbi dell’apprendimento, ma può capitare che possano emergere tali disturbi, perchè l’avere difficoltà in un campo scolastico come ad esempio la matematica, piuttosto che la comprensione di un testo, può generare nel bambino un’ ansia da prestazione elevata che può andare ad inficiare sull’esito del compito, quindi alcune difficoltà scolastiche potrebbero incrementare il mutismo stesso. Va comunque precisato che il mutismo selettivo rientra pienamente nella definizione dei bisogni educativi speciali (difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria in ambito educativo e/o apprenditivo). Una larga parte dei bambini con mutismo selettivo risponde ai criteri diagnostici di “fobia sociale”.

Per approfondire: L’Ansia Sociale o Fobia Sociale

Cos’e’ la fobia sociale?

La fobia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato da ansia significativa provocata dall’esposizione a determinate situazioni interpersonali o di prestazione in pubblico, nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Circa il 13% della popolazione generale ha avuto nella propria vita un episodio di fobia sociale, in genere accanto ad essa compaiono dei sintomi evidenti come:

  • aumento del battito cardiaco
  • rossore del volto
  • eccessiva sudorazione
  • difficoltà a deglutire
  • contrazioni muscolari
  • tremori
  • malessere gastrointestinale

Il mutismo selettivo puo’ essere definito come un’ansia da comunicazione?

Il mutismo selettivo è la persistente incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche, nonostante l’eloquio e il linguaggio siano adeguati all’età. I bambini colpiti da questo disturbo parlano ad alta voce solo nell’ambiente familiare, ma quando escono di casa si chiudono nel loro silenzio (Shipon-Blum, 2014). Il bambino che manifesta questo disturbo non può essere definito come oppositivo e non cerca l’ attenzione di chi lo circonda , ma si sente sopraffatto da uno stato ansioso difficile da gestire. Inoltre, è emerso che in genere questi bambini sono ipersensibili, ed estremamente fragili e ricettivi. (shipon-blum, 2014).

Per approfondire: Ansia sociale: Il mutismo selettivo in età evolutiva

A livello di apprendimento scolastico cosa si puo’ fare?

E’ fondamentale che gli insegnanti non tardino a segnalare che il bambino a scuola non parli, perché a volte capita di scambiare questa incapacità di parlare per pura timidezza, ma è altresì importante che le insegnanti considerino il fatto che un bambino all’inizio dell’anno scolastico può essere più timido o riluttante nel parlare, quindi vanno tenuti in considerazioni tutti i fattori che possono portare a una conclusione giusta. In base a ciò ci sono dei consigli validi da mettere in atto e sono:

  • ampliare le attivita’ didattiche: utilizzo di materiale alternativo alla parola (disegni, foto);
  • effettuare verifiche programmate;
  • tenere conto che non ci saranni verifiche orali quindi basare la valutazione solo sugli scritti;
  • non far sentire mai il bambino come se si aspettasse che parli, questa aspettativa provoca ansia;
  • stimolare la comunicazione non-verbale: tramite simboli, gesti, cartellini;
  • individuare coetanei adatti: far lavorare in piccoli gruppi, pianificare attività dove non siano necessarie attività verbali;
  • non mostrare eccessivo entusiasmo per qualunque verbalizzazione che dovesse verificarsi: molto spesso il bambino parlerà prima con un suo compagno che con l’insegnante, quindi l’insegnante stessa deve evitare di dire che si è sentita la sua voce, questo creerebbe una distanza.

Per approfondire: CORSO ONLINE: MUTISMO SELETTIVO O TIMIDEZZA – Quando mancano le parole

di Sartoretto Simona