Obiettivi del Corso
Il corso si propone di fornire le competenze teoriche e in parte pratiche necessarie per supportare gli alunni con minorazione visiva, promuovendo un’educazione inclusiva e personalizzata attraverso l’uso di strumenti didattici, tecnologie assistive e strategie multisensoriali, i partecipanti impareranno a progettare percorsi educativi efficaci, favorendo l’autonomia e l’inclusione degli alunni.
Obiettivi specifici:
- Conoscere le basi teoriche della tiflodidattica.
- Sviluppare competenze pratiche nella progettazione didattica per alunni con minorazione visiva.
- Imparare l’uso di strumenti didattici e tiflodidattici.
- Conoscenza di strumenti specifici per la scrittura in braille.
- Imparare i criteri di costruzione di ausili tiflodidattici, libri tattili e strumenti autocostruiti.
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Programma
Il programma del corso live si svolgerà in 3 lezioni ed ha una durata complessiva di 6 ore.
Prima Lezione – Cecità e ipovisione in età evolutiva: aspetti generali relativi allo sviluppo del bambino con minorazione visiva
In questa lezione esploreremo i principali concetti relativi alla cecità e all’ipovisione nei bambini, analizzando gli aspetti generali del loro sviluppo e le modalità di interazione con l’ambiente scolastico e sociale.
DEFINIZIONE DI CECITA’
La cecità si riferisce alla condizione di totale mancanza della vista, con una riduzione irreversibile della capacità visiva, che non consente di acquisire informazioni visive. Questo disturbo può essere presente dalla nascita o acquisito successivamente a causa di malattie o incidenti. È importante fare una distinzione tra cecità totale e altre forme di disabilità visiva, poiché la cecità implica una compromissione molto grave, mentre l’ipovisione riguarda una riduzione parziale della capacità visiva.
PRINCIPALI CAUSE DELLA MINORAZIONE VISIVA
Le cause della minorazione visiva in età evolutiva sono molteplici. Possono essere di natura congenita, come nel caso di malformazioni oculari genetiche, retinopatie o displasie congenite del nervo ottico. Altre cause possono essere acquisite, come infezioni, traumi o malattie sistemiche che influenzano la vista. Alcune malattie genetiche, come la retinite pigmentosa, la cataratta congenita o il glaucoma, sono esempi di patologie che possono causare una riduzione progressiva della vista.
Analisi delle diverse tipologie di ipovisione in età evolutiva.
L’ipovisione, che non comporta la totale cecità ma una riduzione significativa della capacità visiva, può essere classificata in vari gradi di gravità. I bambini con ipovisione lieve possono avere difficoltà a distinguere dettagli a distanza o leggere, mentre quelli con ipovisione grave potrebbero non riuscire a riconoscere oggetti a breve distanza. L’analisi delle tipologie di ipovisione aiuta a determinare l’approccio educativo e terapeutico più adatto, in base alla specifica condizione del bambino.
APPROCCIO DELL’ALUNNO IPOVEDENTE E CIECO IN AMBIENTE SCOLASTICO
L’inclusione scolastica dei bambini con disabilità visiva richiede un adattamento dell’ambiente e delle metodologie didattiche. È fondamentale che la scuola fornisca strumenti specifici, come libri in Braille, software di lettura o materiali tattili, e che gli insegnanti siano preparati ad affrontare le sfide relative all’autonomia e alla partecipazione attiva degli studenti. Inoltre, l’interazione tra alunni con disabilità visiva e i compagni di classe deve essere promossa, affinché si crei un ambiente inclusivo e positivo.
ASPETTI PSICOLOGICI GENERALI RELATIVI ALLO SVILUPPO DEL BAMBINO CON DISABILITA’ VISIVA
Dal punto di vista psicologico, i bambini con minorazione visiva possono affrontare diverse difficoltà nello sviluppo dell’autostima e dell’indipendenza. La mancanza della vista influisce sul loro processo di socializzazione e sull’acquisizione di concetti spaziali. È importante che gli adulti (familiari, insegnanti, educatori) adottino un approccio sensibile e di supporto per favorire l’integrazione e la crescita psicologica del bambino.
La conoscenza dell’ambiente, degli spazi e delle cose
Il bambino con disabilità visiva sviluppa la conoscenza dell’ambiente principalmente attraverso i sensi vicarianti, come il tatto e l’udito. In particolare, il tatto è fondamentale per esplorare oggetti, persone e spazi. È essenziale che l’ambiente scolastico e domestico venga organizzato in modo da permettere una facile navigazione, ad esempio utilizzando segnali tattili per l’orientamento e l’accesso a determinati spazi.
L’INTERAZIONE COMUNICATIVA E RELAZIONALE
La disabilità visiva può influenzare anche la capacità del bambino di interagire comunicativamente e relazionalmente. Sebbene il linguaggio verbale non venga generalmente compromesso, la mancanza di segnali visivi (come le espressioni facciali) può rendere più difficile la comprensione delle emozioni e dei segnali non verbali. In questo contesto, è fondamentale promuovere modalità di comunicazione che favoriscano l’inclusione, come il linguaggio dei segni, la comunicazione verbale chiara e l’uso di tecnologie assistive.
SVILUPPO E FUNZIONE DEI SENSI VICARIANTI
I bambini con disabilità visiva sviluppano una maggiore capacità negli altri sensi, come l’udito, il tatto e l’olfatto, che assumono un ruolo centrale nella loro vita quotidiana. L’adattamento al mondo circostante si basa sull’uso di questi sensi vicarianti per raccogliere informazioni e interagire con l’ambiente. Ad esempio, il bambino impara a riconoscere gli oggetti attraverso il tatto e a orientarsi utilizzando suoni o vibrazioni.
DISABILITA’ VISIVA E LINGUAGGIO
La disabilità visiva può avere un impatto sullo sviluppo del linguaggio, soprattutto se la privazione sensoriale avviene in età precoce. La carenza di stimoli visivi può limitare la comprensione di alcuni concetti, ma spesso, grazie all’utilizzo dei sensi vicarianti, il linguaggio si sviluppa regolarmente. È importante, però, monitorare il progresso linguistico e fornire strumenti adeguati per l’acquisizione del linguaggio scritto, come il Braille o altre tecnologie assistive, per garantire che il bambino possa comunicare efficacemente.
In sintesi, la comprensione e l’adattamento alle necessità specifiche di un bambino con disabilità visiva sono fondamentali per il suo sviluppo e per un’integrazione efficace nel contesto educativo e sociale.
Seconda Lezione – La scuola del Metodo e l’educazione sensoriale
In questa lezione, esploreremo la scuola del Metodo, l’importanza dell’educazione sensoriale per i bambini con disabilità visiva e i principali ausili tiflodidattici che supportano l’apprendimento. Inoltre, approfondiremo le strategie didattiche specifiche per la rappresentazione grafica e per lo studio della matematica e della geografia, con un focus sulle tecnologie e sugli strumenti che rendono possibile l’inclusione scolastica dei bambini ipovedenti e ciechi.
EDUCAZIONE SENSORIALE
L’educazione sensoriale gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dei bambini con disabilità visiva, poiché permette loro di esplorare e comprendere il mondo circostante attraverso i sensi vicarianti, come il tatto, l’udito e l’olfatto. Questa forma di educazione mira a stimolare i sensi residui, favorendo l’autonomia e il miglioramento delle abilità cognitive e motorie. L’educazione sensoriale non si limita alla semplice stimolazione dei sensi, ma si orienta a promuovere la percezione consapevole e l’elaborazione delle informazioni sensoriali per creare rappresentazioni mentali accurate dell’ambiente.
ESPLORAZIONE APTICA
L’esplorazione aptica è una delle modalità principali con cui i bambini con disabilità visiva acquisiscono informazioni sugli oggetti e sull’ambiente. Attraverso il tatto, i bambini apprendono le caratteristiche degli oggetti, la loro forma, la consistenza e la temperatura, utilizzando anche il movimento delle mani e delle dita per raccogliere dettagli precisi. L’esplorazione aptica è particolarmente importante per lo sviluppo del linguaggio, poiché permette di costruire concetti e descrizioni basate su esperienze tattili.
AUGUSTO ROMAGNOLI E LA SCUOLA DEL METODO
Augusto Romagnoli è stato un pioniere nell’ambito dell’educazione dei bambini ciechi e ipovedenti, contribuendo alla creazione della Scuola del Metodo. La sua visione educativa si basava sull’idea che l’apprendimento dovesse essere centrato sulla valorizzazione dei sensi vicarianti e sull’importanza dell’autonomia. Romagnoli promosse l’utilizzo di metodologie che integrassero l’esperienza tattile e sensoriale, mettendo al centro il ruolo fondamentale della percezione corporea e dell’interazione con l’ambiente. Le sue teorie hanno avuto un impatto duraturo sul modo in cui l’educazione dei bambini con disabilità visiva è concepita oggi.
GLI AUSILI E LA TIFLODIDATTICA
La Tiflodidattica è una disciplina che si occupa di sviluppare e implementare strategie, materiali e tecnologie didattiche specifiche per i bambini con disabilità visiva. Gli ausili tiflodidattici sono strumenti progettati per favorire l’autonomia e il coinvolgimento degli studenti ciechi e ipovedenti nell’apprendimento scolastico. Questi ausili includono dispositivi tecnologici, come software di lettura, e strumenti manuali, come libri in Braille e mappe tattili. La Tiflodidattica integra la tecnologia e il metodo educativo per rendere l’apprendimento più accessibile, migliorando l’esperienza scolastica e sociale dei bambini con disabilità visiva.
APPROFONDIMENTO: AUSILI TIFLODIDATTICI
Gli ausili tiflodidattici vanno ben oltre i libri tattili. Esistono numerosi strumenti che supportano l’apprendimento dei bambini con disabilità visiva, tra cui:
• Software di lettura: Programmi informatici che leggono ad alta voce i testi su schermo, adattandosi a diverse lingue e formati.
• Display Braille: Dispositivi elettronici che convertono il testo digitale in Braille, consentendo la lettura tramite il tatto.
• Mappe tattili: Mappe tridimensionali che permettono ai bambini di esplorare spazi geografici, come continenti, città o strutture scolastiche, utilizzando il tatto.
• Calcolatrici e strumenti matematici adattati: Strumenti che permettono ai bambini di studiare la matematica attraverso il Braille o suoni che rappresentano numeri e formule.
Strumenti operativi e strumenti per l’apprendimento
Gli strumenti operativi sono essenziali per consentire ai bambini con disabilità visiva di sviluppare competenze pratiche e cognitive. Tra questi strumenti, alcuni sono dedicati alla rappresentazione grafica e alla geometria, come ad esempio le tavole tattili o le stampanti 3D che creano modelli tangibili di figure geometriche. Gli strumenti per l’apprendimento includono risorse per l’insegnamento di materie come la matematica e la geografia, che richiedono approcci speciali per essere accessibili.
Strategie didattiche per la rappresentazione grafica
La rappresentazione grafica, che generalmente si basa sull’uso di immagini e schemi, deve essere adattata per i bambini con disabilità visiva. Le strategie didattiche per la rappresentazione grafica includono l’uso di tavole tattili con forme geometriche e diagrammi, nonché l’uso di software di disegno che convertono disegni visivi in rappresentazioni tattili o verbali. Inoltre, è possibile utilizzare il Braille per fornire informazioni sui grafici e per descrivere immagini, affinché gli studenti possano acquisire le stesse competenze di lettura delle rappresentazioni visive.
Strategie didattiche per lo studio della matematica e geografia
La matematica e la geografia sono materie che richiedono un particolare adattamento per i bambini con disabilità visiva. Le strategie didattiche per la matematica comprendono l’utilizzo di tavole tattili, calcolatrici Braille, dispositivi di lettura e strumenti per la scrittura in Braille, che permettono agli studenti di apprendere concetti come numeri, forme, equazioni e grafici. Per la geografia, le mappe tattili e i modelli tridimensionali sono strumenti fondamentali per rappresentare territori, confini, continenti e città in modo che gli studenti possano esplorare e comprendere le informazioni spaziali attraverso il tatto.
Il CODICE BRAILLE
Il Braille: un sistema di scrittura e lettura per persone cieche e ipovedenti
Il Braille è un sistema di scrittura e lettura tattile ideato dal francese Louis Braille nel 1824, che permette alle persone cieche o ipovedenti di leggere e scrivere in modo autonomo. Si tratta di un alfabeto composto da simboli formati da sei punti disposti in un rettangolo, con un massimo di sei combinazioni per ogni carattere. Questi punti, che possono essere sollevati o rimanere a livello della superficie del supporto, vengono letti e riconosciuti dal tatto, offrendo un’alternativa alla lettura visiva. Struttura del Braille, le lettere i numeri e i simboli, l’uso del braille nella vita quotidiana.
Terza Lezione – I libri Tattili
In questa lezione approfondiremo il concetto di libro tattile, esplorando la sua importanza nell’educazione dei bambini con disabilità visiva e come viene utilizzato nella didattica. Analizzeremo anche l’educazione all’immagine e l’educazione al tocco, concetti fondamentali per lo sviluppo cognitivo dei bambini ciechi e ipovedenti. Inoltre, forniremo linee guida e criteri per costruire un libro tattile, uno degli ausili più utilizzati nell’insegnamento.
COSA SI INTENDE PER EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE?
L’educazione all’immagine non si limita alla percezione visiva, ma si riferisce alla capacità di costruire e comprendere rappresentazioni mentali degli oggetti e degli ambienti attraverso modalità alternative alla vista. Nel caso dei bambini ciechi e ipovedenti, l’educazione all’immagine implica l’acquisizione di una rappresentazione mentale degli oggetti attraverso altri sensi, principalmente il tatto e l’udito. Attraverso il contatto diretto con gli oggetti e la manipolazione, i bambini imparano a costruire immagini mentali che li aiutano a comprendere il mondo circostante, anche senza l’uso della vista.
COSA SIGNIFICA EDUCARE AL TATTO?
L’educazione a toccare si riferisce all’importanza dell’esplorazione tattile come strumento di conoscenza e apprendimento. Per i bambini con disabilità visiva, il tatto diventa il senso primario attraverso il quale vengono acquisite informazioni sugli oggetti, le persone e gli spazi. L’educazione a toccare implica un’attenta guida nell’apprendimento di come esplorare con le mani e le dita, sviluppando sensibilità e capacità di riconoscere dettagli come forma, consistenza e texture. È fondamentale che i bambini vengano incoraggiati a esplorare attivamente, in modo che il tatto diventi uno strumento di arricchimento cognitivo e relazionale.
CRITERI DI COSTRUZIONE DI UN LIBRO TATTILE
Quando si costruisce un libro tattile, ci sono alcuni criteri fondamentali da rispettare per garantire che il libro sia efficace e stimolante per il bambino. Ecco i principali aspetti da considerare:
1. Chiarezza e semplicità: Gli elementi tattili devono essere facili da esplorare e riconoscere. Le forme devono essere definite chiaramente, evitando troppi dettagli che potrebbero confondere. È importante che ogni oggetto rappresentato nel libro sia facilmente identificabile con il tatto.
2. Materiali appropriati: I materiali utilizzati per creare i libri tattili devono essere durevoli e sicuri, ma anche variati in termini di texture. È fondamentale che ogni pagina offra una differente sensazione tattile, utilizzando tessuti, plastica, gomma, carta, e altri materiali che stimolino la sensibilità tattile.
3. Proporzioni e dimensioni: Le dimensioni degli oggetti rappresentati nel libro devono essere proporzionate alla capacità di esplorazione del bambino. Oggetti troppo piccoli possono risultare difficili da percepire, mentre oggetti troppo grandi potrebbero compromettere l’efficacia dell’interazione.
4. Contrasto e contrasto tattile: L’uso di materiali con differenze marcate di texture aiuta il bambino a distinguere tra diverse caratteristiche (es. superficie liscia vs. ruvida, morbido vs. duro). Questo contrasto tattile aiuta a migliorare la percezione e la memoria del bambino.
5. Sequenzialità e narrazione: La costruzione del libro tattile deve seguire una sequenza logica che permette al bambino di associare un’esperienza tattile a un concetto o una storia. Ogni pagina dovrebbe essere progettata per proseguire un racconto o una narrazione che il bambino può esplorare con le mani e la mente.
UTILIZZO DEI LIBRI TATTILI NELLA DIDATTICA
I libri tattili sono uno degli strumenti più efficaci nell’educazione dei bambini con disabilità visiva, in quanto permettono loro di esplorare visivamente il mondo in modo tattile, creando collegamenti tra il linguaggio e il concetto. In didattica, i libri tattili vengono utilizzati per insegnare non solo a leggere, ma anche a riconoscere forme, colori, animali, oggetti, ambienti, e persino concetti astratti come numeri e lettere. I libri tattili permettono di apprendere in modo sensoriale e coinvolgente, favorendo una maggiore comprensione e memorizzazione dei contenuti.
In particolare, i libri tattili sono utili in vari ambiti:
• Lingua e lettura: Attraverso il Braille, i bambini apprendono a leggere e a scrivere, associando le lettere ai simboli tattili.
• Matematica: I libri tattili possono includere numeri in Braille, forme geometriche e semplici operazioni matematiche, che il bambino può esplorare e manipolare.
• Scienze: I concetti scientifici, come le parti di una pianta o gli animali, possono essere rappresentati attraverso immagini tattili che il bambino può “leggere” attraverso il tatto.
• Geografia: Mappe tattili e modelli di rilievi o continenti permettono al bambino di esplorare e apprendere concetti spaziali in modo tangibile.
CONSIGLI PER COSTRUIRE UN LIBRO TATTILE
La creazione di un libro tattile richiede attenzione ai dettagli e creatività. Ecco alcuni suggerimenti per costruire un libro tattile efficace:
1. Iniziare con un concetto chiaro: Prima di iniziare la costruzione, definire l’obiettivo del libro, se educativo, narrativo o descrittivo. Questo guiderà la scelta dei materiali e la progettazione delle pagine.
2. Selezionare materiali tattili adeguati: Usare tessuti come feltro, lana, gomma o materiali plastici che creano texture facilmente riconoscibili. Variare i materiali per stimolare diverse sensazioni tattili.
3. Integrare il Braille: Se possibile, includere il Braille per fornire una doppia modalità di apprendimento. Il Braille permette ai bambini di accedere non solo al contenuto del libro, ma anche di imparare la scrittura e la lettura.
4. Semplicità ed equilibrio: Non sovraccaricare ogni pagina con troppe informazioni tattili. Ogni pagina deve concentrarsi su un singolo concetto o elemento. La sequenza delle pagine deve essere fluida e chiara, evitando disorientamento.
5. Incoraggiare l’esplorazione libera: È importante che il libro tattile permetta una lettura e un’esplorazione libere, senza dover seguire una sequenza fissa. Questo incoraggia l’autonomia del bambino e stimola la curiosità.
6. Verifica e feedback: Testare il libro con i bambini per assicurarsi che le scelte tattili siano appropriate e che il libro sia davvero stimolante. Avere un feedback diretto dai bambini può aiutare a migliorare la costruzione del libro.
ATTESTATO
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