Selezione del personale: il carattere permanente

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La selezione del personale ha condizione di transizione e di cambiamento perenne che ci caratterizza da molti anni, ormai, richiede ad ogni individuo di scegliere “di continuo”, in una situazione in costante evoluzione.

Ed è proprio tale condizione, che ha modificato la concezione stessa della selezione, intesa sempre come un processo a carattere permanente, articolato in una serie di fasi, integrate le une con le altre, che danno vita si, ad un tutto unitario, ma che si rifanno, costantemente, a quel paradigma della complessità, a cui nessun evento sfugge.

La realtà e le micro realtà organizzative rispondono a climi e culture singolari che ne determinano sentimenti e logiche d’azione speciali, irripetibili e frutto di percezioni che i componenti hanno del proprio ambiente di lavoro, inteso in tutti i sensi: diverse concezioni nei confronti del potere, delle comunicazioni, dei rapporti tra i gruppi.

De Vito Piscicelli, in La gestione delle risorse umane, illustra che “…gli uomini, arrivassero al centro dei problemi del lavoro e che il loro stare insieme, per stare meglio tutti, venisse riconosciuto come uno scopo raggiungibile.

Si aspettava da tempo, che la risorsa uomo, fatta solo di intelligenza o affetto, ma anche di relazioni, conflitti e tante altre cose ancora, potesse essere trattata scientificamente.

Si aspettava da tempo, il salto, la soluzione di continuità, che ponesse fine allo spreco di benessere e di felicità, che gli uomini assieme potevano evitare, non andando tutti d’accordo, ma, dosando accordo e disaccordo, amicizia ed inimicizia, amore e odio.

Ora che, questo tempo sembra essere arrivato, occorre rimboccarsi le maniche e fare lo sforzo per ottenere con metodo: questo è lo scopo della odierna società affluente, quella della fine dei bisogni e dello scoppio dei desideri.

In considerazione di quanto detto, i contributi al metodo, per trattare le risorse umane, debbono essere considerati preziosissimi oggi, nel campo della psicologia del lavoro organizzato e l’attenzione deve essere rivolta alla scelta, all’orientamento ed alla valutazione degli uomini.

L’obiettivo, è il benessere… e bisognerebbe partire dal presupposto, che, occuparsi di risorsa umana, significa occuparsi dell’uomo nel suo insieme, con tutti i suoi problemi, desideri, possibilità…”

Secondo il mio parere e la mia esperienza passata e presente, la selezione del personale dovrebbe essere vissuta come parte di un dialogo attivo ed allargato tra la persona ed il contesto/ambiente nel quale è inserita e di essere praticata come strumento di orientamento e ri-orientamento.

Gli strumenti ed i metodi che oggi accompagnano il processo di selezione del personale consentono agli individui di tracciare istantanee dello stato attuale e mappe di sé, utili alla riflessione circa le proprie attitudini, interessi, caratteristiche di personalità, progetti e valori, da tenere ben presenti e come punto di partenza per il raggiungimento dei propri obiettivi e dello stato desiderato futuro.

A ciò aggiungerei, senz’altro, l’importanza dell’aumento di consapevolezza che un tale percorso provoca nella valutazione di sé, compresa la necessità di acquisizione di conoscenze e competenze necessarie a colmare il vuoto tra oggi e domani.

Ma noi siamo pronti a tutto questo?

A cura della dott.ssa Rosa D’Elia