“Sordomuto” a chi?

sordomuto

A partire dall’approvazione della Legge n. 95 del 2006, l’espressione Sordomuto è stata abolita.

Come mai?

Data la maggiore sensibilità verso la tematica dei minorati auditivi, si è compreso che il termine Sordomuto, oltreché totalmente scorretto, potesse risultare addirittura offensivo per gli individui affetti da Sordità.

La parola Sordomuto implicherebbe infatti, l’incapacità per il soggetto di comunicare attraverso una qualsiasi forma linguistica, e questo è erroneo.

Le persone sorde, hanno infatti un apparato fono-articolatorio perfettamente integro e funzionante. Il mutismo a cui potrebbero incorrere sarebbe un fenomeno che si verificherebbe solo nei casi in cui esse siano nate sorde oppure che abbiano perso l’udito entro i primi due anni di età.

Si preferisce pertanto utilizzare il termine Sordo, definendolo come: “l’individuo minorato sensoriale dell’udito, affetto da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva che gli abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato, purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da cause di guerra, di lavoro o di servizio”. Oltre a meglio definire chi è il sordo, la legge n. 95 del 2006, distingue quindi anche il sordo pre-linguale e quello post-linguale.

I Sordi, per comunicare possono avvalersi della Lingua dei Segni.

La Lingua dei Segni, talvolta, viene definita erroneamente linguaggio. Essa tuttavia non è semplicemente un linguaggio, ma è una vera e propria lingua, articolata e caratterizzata da specifiche regole grammaticali.

Vedi anche: La Lingua Italiana dei Segni (LIS) come nuova materia scolastica?