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STRATEGIE DI INTERVENTO CON L’ALUNNO ADHD: TECNICHE DI INTERVENTO COGNITIVO- COMPORTAMENTALI

adhd cartatteristiche principali

Nell’ambito delle strategie d’intervento utili alla gestione delle problematiche dei ragazzi con tale disturbo passiamo a vedere nel dettaglio alcune metodologie sia cognitive che comportamentali attuabili ai fini della realizzazione di un programma di intervento efficace:

  • Organizzazione strategica della classe e della didattica: dal tenere in considerazione la disposizione dei banchi, alla distribuzione dei tempi di lavoro che dovrebbero essere indicativamente quanto più brevi e prevedibili fino alla gestione delle regole che dovrebbero essere poche, incisive e facilmente accessibili ed infine, al monitoraggio delle modalità di proposta delle lezioni: strumenti, ritmo, strategie, programmi didattici;
  • Gestione delle manifestazioni comportamentali problematiche attraverso l’osservazione e l’uso dell’Analisi Funzionale del Comportamento: si tratta di una tecnica di intervento cognitivo-comportamentale che prevede lo studio di un comportamento e delle sue caratteristiche in relazione al suo contesto così da definire delle ipotesi relative alle condizioni che favoriscono una minore comparsa dei comportamenti problematici ed una verifica delle ipotesi stesse, oltre che l’uso di un sistema di gratificazioni-punizioni adeguato ed efficace.
  • L’uso di un training metacognitivo alla classe con particolare attenzione al ragazzo/bambino con ADHD, al fine di migliorare la conoscenza e il controllo dei propri processi attentivi, delle fasi di pianificazione e risoluzione dei problemi (problem solving) e della modulazione dello stress e/o emozioni.
  • È particolarmente consigliato ricavare uno spazio di training dedicato alla gestione dello stress dell’insegnante/operatore, che tenga in considerazione l’approfondimento dei pensieri irrazionali sottostanti nonché la condivisione di esperienze e strategie adottate.
  • Diversi studi concordano nel ritenere di maggior efficacia l’uso di tecniche comportamentali durante i primi anni di scuola elementare, mentre, man mano che il livello di scolarizzazione e le capacità rappresentative ed autoriflessive degli alunni aumentano, è fondamentale ricorrere ad un approccio di tipo cognitivo e metacognitivo, in particolare quest’ultimo contribuirà a consolidare quanto già raggiunto attraverso le strategie precedenti (De Meo T., Vernacotola S. et al., 2002, 2013).

L’APPROCCIO MULTIMODALE

Sono numerosi gli studiosi che concordano nella maggiore efficacia degli interventi che combinano vari approcci, in particolare quello multimodale. Uno studio recente coordinato dal National Institute of Mentale Healt degli Stati Uniti, ha messo in evidenza l’utilità di questa tipologia d’intervento lavorando su di un ampio campione composto da 579 bambini con una diagnosi conclamata di ADHD di età compresa tra i 7 e i 9 anni. E’ stata messa a confronto l’efficacia del trattamento psicologico di tipo cognitivo-comportamentale (parent training prolungato, behaviour modification e social skill training per i bambini, tranining e supervisione per gli insegnanti/operatori), con terapie di tipo esclusivamente farmacologico a base di farmaci psicostimolanti e con interventi di tipo psicologico e farmacologico insieme.

Dai risultati è emerso che all’interno dei 3 gruppi messi a confronto, l’efficacia maggiore proveniva dal tipo di intervento combinato che prevedeva il trattamento di tipo cognitivo-comportamentale associato alla somministrazione di farmaci, rispetto agli altri interventi.

Una prima considerazione che emerge da questo risultato è che la terapia farmacologica se accurata e rigorosa, costituisce un supporto potente per aiutare questi bambini, in particolare per tutti quei bambini per i quali il trattamento psicologico risulti solo parzialmente efficace.

E’ importante inoltre evidenziare che la terapia farmacologica funziona bene soprattutto sui sintomi cardine, quali disattenzione, iperattività e impulsività. L’intervento cognitivo-comportamentale invece, agisce soprattutto dal punto di vista delle relazioni con i pari, aumenta le soddisfazioni dei genitori per gli effetti ottenuti e per la miglior comprensione delle caratteristiche più difficili del disturbo, consente di usare nel tempo un dosaggio più basso dei farmaci. Adottare questa combinazione come trattamento d’elezione, rappresenta una strada favorevole da percorrere, soprattutto nei casi in cui all’ADHD, siano associati altri disturbi quali quello della condotta, DSA, problemi sul piano delle relazioni interpersonali. Naturalmente ogni intervento va calibrato sul singolo caso e sulle caratteristiche manifestate diverse da soggetto a soggetto. L’approccio multimodale appena descritto, può essere considerato un approccio d’elezione nel trattamento del disturbo, in particolare nei casi più complessi dove la terapia farmacologica non può mancare.

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