STUDIO GUIDATO ALLA NORMATIVA SCOLASTICA ITALIANA
Questo studio guidato si concentra sull'analisi di diversi atti normativi italiani riguardanti il sistema scolastico, universitario e della ricerca. I documenti principali includono:
Decreto Ministeriale 10 settembre 2010, n. 249: Definisce le modalità di acquisizione dei 24 crediti formativi universitari (CFU) nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie didattiche, necessari per l'accesso ai percorsi di abilitazione all'insegnamento.
Decreto Dirigenziale Generale 25 luglio 2013, n. 58: Riguarda l'attivazione dei percorsi speciali per l'accesso all'insegnamento, facendo riferimento a diverse leggi e decreti precedenti che hanno delineato il quadro normativo per la formazione e l'abilitazione del personale scolastico.
Decreto Ministeriale 25 marzo 2013, n. 81: Apporta modifiche al DM 249/2010, presumibilmente specificando o integrando le disposizioni precedenti.
Decreto del Presidente della Repubblica 275/99 (Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche): Introduce e disciplina l'autonomia delle scuole in Italia.
Decreto Legislativo 297/1994 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione): Rappresenta un corpus normativo fondamentale che raccoglie diverse leggi sull'istruzione. Gli estratti si concentrano sugli organi collegiali a livello distrettuale e sulle tasse scolastiche.
Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria per il 2008): Contiene diverse disposizioni di natura finanziaria che hanno impatto anche sul settore dell'istruzione, della ricerca e delle autonomie territoriali.
Legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate): Definisce i principi e le norme per garantire i diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, con implicazioni anche per l'ambito scolastico.
Legge 8 ottobre 2010, n. 170 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento (DSA) in ambito scolastico): Riconosce i DSA e stabilisce misure per garantire il diritto allo studio degli studenti con tali disturbi.
Legge 28 marzo 2003, n. 53 (Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali di prestazione in materia di istruzione e formazione professionale): Delega il governo a emanare decreti legislativi per la riforma del sistema educativo.
Legge 28 dicembre 2000, n. 62 (Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e sull'istruzione e formazione professionale): Introduce il concetto di parità tra scuole statali e non statali e interviene sul diritto allo studio.
Decreto Ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025: modalità per garantire la continuità didattica dei docenti precari sui posti di sostegno per l'anno scolastico 2025/2026
La normativa italiana riguardante i disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) nelle scuole ha avuto un'evoluzione significativa nel tempo. Tra le tappe fondamentali, spicca l'introduzione della Legge 8 ottobre 2010, n. 170, intitolata "Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico".
Questa legge ha rappresentato un momento cruciale in quanto ha riconosciuto ufficialmente la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento. L'obiettivo principale della Legge 170/2010 è stato quello di stabilire misure concrete per garantire il diritto allo studio degli studenti con DSA.
Successivamente all'emanazione della Legge 170/2010, sono state introdotte delle linee guida attraverso il Decreto Ministeriale 5669/11. Queste linee guida hanno fornito indicazioni operative e dettagliate per l'attuazione della legge nel contesto scolastico.
Secondo quanto riportato in uno dei suoi allegati, a partire dall'anno 2012, dopo la promulgazione della Legge 170/2010, si è manifestata un'attenzione crescente verso l'inclusione scolastica. La Legge 170/2010, insieme alle successive linee guida, ha quindi segnato un'evoluzione importante nella normativa italiana, portando al riconoscimento dei DSA e alla definizione di strategie per supportare gli studenti che ne sono affetti all'interno del sistema scolastico.
Il documento "La Buona Scuola - I Decreti Attuativi" presenta una serie di interventi legislativi volti a riformare il sistema educativo italiano. Organizzato per temi, il testo esplora il reclutamento e la formazione iniziale dei docenti, introducendo un nuovo percorso triennale retribuito denominato FIT. Un'altra sezione significativa riguarda la valutazione degli studenti e la certificazione delle competenze, con modifiche agli esami di Stato nei diversi cicli scolastici e l'introduzione delle prove INVALSI come requisito di ammissione. Il decreto affronta inoltre l'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, rafforzando il supporto e definendo nuove procedure e figure professionali. Ulteriori aree di intervento includono l'istituzione di un sistema integrato di educazione e istruzione per la fascia 0-6 anni, il riordino delle scuole italiane all'estero, il potenziamento del diritto allo studio attraverso esoneri, borse e sussidi, il rinnovamento dell'istruzione professionale per un migliore raccordo con il mondo del lavoro, e la valorizzazione della cultura umanistica, del patrimonio e della creatività nelle scuole. Nel suo complesso, il documento mira a modernizzare e rendere più equo ed efficace il sistema scolastico italiano attraverso una serie di riforme strutturali.
La normativa italiana riguardante il reclutamento e la formazione dei docenti ha subito diverse evoluzioni nel tempo, con il decreto ministeriale n. 249 del 2010 che rappresenta un punto di riferimento fondamentale, successivamente integrato e modificato.
Formazione Iniziale degli Insegnanti (DM 249/2010)
Il DM 249/2010 disciplina i requisiti e le modalità della formazione iniziale degli insegnanti per tutti i gradi scolastici. L'obiettivo primario della formazione iniziale è qualificare e valorizzare la funzione docente attraverso l'acquisizione di competenze disciplinari, psico-pedagogiche, metodologico-didattiche, organizzative e relazionali, necessarie per far raggiungere agli allievi i risultati di apprendimento previsti. Un aspetto integrante è anche l'acquisizione delle competenze per lo sviluppo e il sostegno dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, competenze che costituiscono il fondamento dell'unitarietà della funzione docente.
Il decreto prevede percorsi formativi preordinati all'acquisizione di tali competenze per tutte le classi di abilitazione. Questi percorsi si differenziano a seconda del grado di istruzione:
Il Tirocinio Formativo Attivo (TFA)
Il TFA è istituito presso le università o le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Può essere svolto in collaborazione tra più atenei o tra atenei e istituzioni AFAM. Il TFA comprende diverse attività:
La gestione del TFA è affidata al consiglio di corso di tirocinio, composto da tutor coordinatori, docenti universitari, dirigenti scolastici e un rappresentante degli studenti tirocinanti. Questo consiglio cura l'integrazione tra le diverse attività e organizza i laboratori.
L'attività di tirocinio nella scuola si conclude con la stesura di una relazione del lavoro svolto in collaborazione con l'insegnante tutor. La relazione finale, valutata da un docente universitario e dall'insegnante tutor, deve evidenziare la capacità del tirocinante di integrare competenze teoriche e pratiche.
Docenti Tutor
Il DM 249/2010 prevede diverse figure di docenti tutor per lo svolgimento delle attività di tirocinio:
I tutor coordinatori e organizzatori rispondono al consiglio di facoltà, che annualmente ne conferma o revoca l'incarico in base a specifici parametri.
Valutazione e Abilitazione
L'esame finale del TFA prevede:
La commissione d'esame è composta da docenti universitari, tutor e un rappresentante dell'Ufficio scolastico regionale. La valutazione finale complessiva costituisce esame abilitante all'insegnamento e dà luogo, se superato, al rilascio del relativo diploma.
Formazione Iniziale e Tirocinio (FIT) (Decreto Legislativo 59/2017)
Il Decreto Legislativo 59 del 2017 ha introdotto un sistema unitario e coordinato di formazione iniziale e accesso ai ruoli dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, inclusi gli insegnanti tecnico-pratici e i posti di sostegno. Questo sistema, denominato percorso FIT (Formazione Iniziale e Tirocinio), prevede:
L'obiettivo del percorso FIT è sviluppare e rafforzare nei futuri docenti competenze culturali, disciplinari, didattiche, metodologiche, pedagogiche, relazionali, valutative, organizzative e tecnologiche. Il percorso FIT è articolato in:
I titolari di contratto FIT su posto di sostegno devono frequentare nel primo anno un corso di specializzazione in pedagogia e didattica speciale per le attività di sostegno didattico e l'inclusione scolastica.
La valutazione finale del tirocinio tiene conto del grado di sviluppo delle competenze professionali.
Reclutamento
I percorsi di formazione iniziale, come la laurea magistrale per l'infanzia e primaria e il TFA (nel contesto del DM 249/2010) o il superamento del concorso per l'accesso al percorso FIT (per la scuola secondaria), costituiscono la via di accesso alla professione docente. Il completamento con successo di questi percorsi, e il superamento delle relative valutazioni, porta all'abilitazione all'insegnamento, che è un requisito per l'immissione in ruolo.
Nelle more di una riforma complessiva, il DM 249/2010 ha rappresentato un quadro di riferimento importante per la formazione e l'abilitazione, con l'obiettivo di assicurare regolarità alle assunzioni e di eliminare le cause del precariato. Il percorso FIT introdotto dal D.Lgs. 59/2017 si inserisce in questo processo di riforma, delineando un nuovo modello per l'accesso alla professione nella scuola secondaria.
Le università hanno adeguato i loro regolamenti didattici a partire dall'anno accademico 2011/2012 per attuare le disposizioni del DM 249/2010.
La programmazione degli accessi ai percorsi di formazione iniziale è definita annualmente con decreto ministeriale, basandosi sul fabbisogno di personale docente abilitato e sull'offerta formativa degli atenei e delle istituzioni AFAM [Le nostre conversazioni].
La valutazione e la certificazione delle competenze sono aspetti cruciali nel sistema educativo italiano, riguardando sia la formazione degli insegnanti che il percorso di apprendimento degli studenti.
Valutazione nella Formazione Iniziale degli Insegnanti:
Nei percorsi di formazione iniziale per diventare insegnanti, come il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) previsto dal DM 249/2010, la valutazione gioca un ruolo fondamentale. L'esame finale del TFA, che ha valore abilitante all'insegnamento, consiste in:
La commissione esaminatrice, composta da docenti universitari, tutor e un rappresentante dell’Ufficio scolastico regionale, effettua questa valutazione. Al punteggio ottenuto si aggiunge quello risultante dalla media ponderata dei voti conseguiti negli esami di profitto della laurea magistrale (o diploma accademico di secondo livello) e degli esami sostenuti durante l’anno di tirocinio, fino a un massimo di 30 punti. Il punteggio complessivo, espresso in centesimi, costituisce il voto di abilitazione all’insegnamento.
Anche nel percorso FIT (Formazione Iniziale e Tirocinio) introdotto dal Decreto Legislativo 59/2017, la valutazione è continua e culmina con la valutazione finale del tirocinio, che tiene conto del grado di sviluppo delle competenze professionali. I corsi di specializzazione previsti all'interno del FIT si concludono con un esame finale che considera i risultati conseguiti in tutte le attività formative.
È importante sottolineare che l'acquisizione e la valutazione di specifiche competenze sono parte integrante dei percorsi formativi per l'insegnamento. Ad esempio, è essenziale l'acquisizione delle competenze linguistiche in lingua inglese di livello B2, la cui valutazione o certificazione costituisce un requisito essenziale per conseguire l’abilitazione. Allo stesso modo, l'acquisizione delle competenze digitali è prevista, con particolare attenzione alla capacità di utilizzo dei linguaggi multimediali per la rappresentazione e la comunicazione delle conoscenze.
Valutazione e Certificazione delle Competenze degli Studenti:
Per quanto riguarda gli studenti, la normativa pone l'accento su una valutazione formativa ed educativa che ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento. La valutazione concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo, documenta lo sviluppo dell'identità personale e promuove l'autovalutazione.
Nella scuola primaria e secondaria di primo grado, la valutazione degli apprendimenti è effettuata dai docenti di classe, mantenendo l’attribuzione di un voto in decimi e valorizzandone la funzione formativa. Questa valutazione deve essere correlata all'esplicitazione dei livelli di apprendimento raggiunti. Nella scuola secondaria di primo grado è stata introdotta la valutazione attraverso un giudizio sintetico.
Per gli alunni con disabilità, la valutazione è indicata nel Piano Educativo Individualizzato (PEI), specificando per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte. La valutazione tiene conto del progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Il PEI esplicita le modalità di verifica e i criteri di valutazione, anche in relazione alla programmazione individualizzata. Le modalità di verifica per questi studenti devono fondarsi su un criterio di equità, garantendo l’accessibilità e la fruibilità delle prove.
La certificazione delle competenze è prevista al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione (scuola secondaria di primo grado). Per le alunne e gli alunni con disabilità, il modello nazionale di certificazione può essere accompagnato da una nota esplicativa che rapporti il significato degli enunciati di competenza agli obiettivi specifici del PEI. La certificazione delle competenze spetta al team docenti e al consiglio di classe.
Anche al termine del percorso dell’obbligo (16 anni) e a conclusione del quinquennio della scuola superiore è prevista la certificazione delle competenze. Per gli studenti con disabilità della scuola secondaria di secondo grado, la valutazione degli apprendimenti e la certificazione delle competenze devono essere coerenti con il PEI, personalizzando i descrittori e i giudizi descrittivi dei livelli raggiunti.
Le prove INVALSI escono dall’esame di Stato ma rimangono necessarie per l'ammissione all'esame e valutano anche la lingua inglese nella scuola secondaria di primo grado. L'esito dell'esame di maturità nella scuola secondaria di secondo grado è più strettamente legato al percorso di studi.
In sintesi, la valutazione e la certificazione delle competenze rappresentano processi interconnessi e fondamentali nel sistema scolastico italiano, mirati a garantire la qualità della formazione degli insegnanti e l'efficacia del percorso di apprendimento degli studenti, con particolare attenzione alle esigenze individuali e all'inclusione.
L'inclusione scolastica degli alunni con disabilità in Italia è un tema centrale e ampiamente regolamentato, fondato su principi costituzionali e su una legislazione specifica in continua evoluzione. Il quadro normativo italiano si distingue a livello internazionale per la sua tradizione di equità e accoglienza.
Fondamenti Normativi:
La Legge 5 febbraio 1992, n. 104, "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate", rappresenta il pilastro fondamentale per l'inclusione scolastica. Questa legge garantisce il diritto all'educazione e all'istruzione degli alunni con disabilità nelle sezioni di scuola materna e nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nonché nelle università. L'obiettivo primario dell'integrazione scolastica è lo sviluppo delle potenzialità della persona con disabilità nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. Il diritto all'educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento o da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap.
Il quadro normativo è stato successivamente integrato e modificato da diversi decreti legislativi attuativi della Legge 107/2015, tra cui il Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 66 (c.d. “Decreto sull’inclusione”) e il Decreto Legislativo 7 agosto 2019, n. 96. Questi decreti hanno ulteriormente rafforzato il concetto di "scuola inclusiva", coinvolgendo tutte le componenti scolastiche e rafforzando il ruolo della famiglia e delle associazioni nei processi di inclusione.
Il Piano Educativo Individualizzato (PEI):
Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) è il documento fondamentale che definisce gli interventi individualizzati per gli alunni con disabilità. Il PEI è parte integrante del Progetto Individuale previsto dall'articolo 14 della legge 8 novembre 2000, n. 328. La sua redazione avviene a cura del Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione (GLO), composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori, dello studente con disabilità (nella scuola secondaria di secondo grado, nel rispetto del principio di autodeterminazione sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità), delle figure professionali specifiche interne ed esterne alla scuola e con il necessario supporto dell'Unità di Valutazione Multidisciplinare.
Il PEI:
Il PEI è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell'anno scolastico per accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche e integrazioni.
Sostegno e Risorse per l'Inclusione:
L'inclusione scolastica si realizza anche attraverso l'assegnazione di docenti specializzati per le attività di sostegno. I corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità sono svolti esclusivamente presso le università e prevedono l'acquisizione di un minimo di 60 crediti formativi, comprendendo almeno 300 ore di tirocinio. Almeno 75 ore del tirocinio formativo attivo sono dedicate al settore della disabilità. La specializzazione consente l'iscrizione negli elenchi per il sostegno ai fini delle assunzioni a tempo indeterminato e determinato.
Le scuole, nell'ambito dell'autonomia scolastica introdotta dal DPR 275/99, progettano il percorso di tirocinio in collaborazione con il consiglio di corso, integrando le attività formative. Almeno uno dei laboratori pedagogico-didattici previsti nel Tirocinio Formativo Attivo (TFA) è dedicato al settore della disabilità.
Oltre al sostegno didattico, sono garantite attività di assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali. Il PEI può prevedere l'impiego di specifici mezzi tecnici (strumenti compensativi) in relazione alla tipologia di disabilità e la possibilità di svolgere prove equipollenti.
Per favorire un ambiente di apprendimento inclusivo, è fondamentale individuare gli elementi che possono essere facilitatori e identificare le barriere da rimuovere. L'inclusione non riguarda solo l'alunno con disabilità, ma investe l'intera comunità scolastica.
Valutazione e Validità del Percorso di Studi:
La valutazione degli alunni con disabilità è strettamente connessa al PEI. Nella scuola secondaria di secondo grado, sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove. L'obiettivo è valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.
Per quanto riguarda la validità del titolo di studio, è importante sottolineare che, anche per gli studenti con disabilità, l'obiettivo è il conseguimento del diploma conclusivo del ciclo di studi. La dicitura "PEI differenziato" non implica necessariamente un titolo di studio differente, soprattutto nel primo ciclo di istruzione, dove l'alunno con disabilità che sostiene l'esame consegue comunque il diploma. Nel secondo ciclo, le disposizioni relative all'esame di Stato tengono conto del PEI.
Formazione degli Insegnanti per l'Inclusione:
Il DM 249/2010 prevede l'acquisizione delle competenze didattiche atte a favorire l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità. I percorsi di laurea magistrale e i corsi accademici di secondo livello prevedono periodi di tirocinionelle istituzioni scolastiche, con una parte specifica dedicata al settore della disabilità.
Il Decreto Legislativo 59/2017 sulla formazione iniziale e il reclutamento dei docenti della scuola secondaria valorizza il possesso di ulteriori crediti nell'ambito della pedagogia speciale e della didattica dell'inclusione. I percorsi di specializzazione in pedagogia e didattica speciale per le attività di sostegno didattico e l'inclusione scolastica sono fondamentali per la qualificazione dei docenti di sostegno.
Evoluzione del Concetto di Inclusione:
Si è passati da un concetto di integrazione focalizzato sull'inserimento degli alunni con disabilità nel contesto scolastico comune, a una visione più ampia di inclusione, rivolta a tutti gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendendo quindi non solo la disabilità ma anche i disturbi specifici di apprendimento (DSA) e altre situazioni di svantaggio. La Legge 170/2010 riguarda specificamente gli studenti con DSA.
In conclusione, l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità in Italia si basa su un solido quadro normativo che pone al centro il diritto all'educazione, la personalizzazione del percorso di apprendimento attraverso il PEI, il sostegno specializzato e la collaborazione di tutte le componenti della comunità educante, con un'evoluzione costante verso un concetto di inclusione sempre più ampio e rispondente alle diverse esigenze degli studenti.
Il Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni è stato introdotto con l'obiettivo di creare un modello educativo che garantisca la continuità del percorso educativo e didattico per i bambini in questa fascia d'età, superando la distinzione tra servizi educativi per l'infanzia e scuola dell'infanzia. Questo sistema mira a far uscire i servizi educativi per l'infanzia dalla dimensione assistenziale per inserirli pienamente nella sfera educativa.
Punti qualificanti del Sistema Integrato 0-6 anni:
In sintesi, il Sistema integrato 0-6 anni rappresenta un cambiamento significativo nella concezione dei servizi per l'infanzia, ponendo l'accento sulla loro natura educativa e mirando a garantire maggiore equità, qualità e continuità nel percorso di crescita dei bambini fin dalla nascita.
Le scuole italiane all'estero rappresentano un sistema dedicato a promuovere e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo. Questo sistema è stato oggetto di un riordino e adeguamento normativo per superare l'inadeguatezza della disciplina precedente, risalente al 1994, rispetto all'evoluzione socio-economica.
Creazione del Sistema della Formazione Italiana nel Mondo:
Ruolo e Azioni del MIUR e del MAECI:
Partecipazione di Soggetti Pubblici e Privati:
Personale delle Scuole Italiane all'Estero:
Valutazione e Trasparenza:
Normativa Preesistente (Decreto Legislativo 297/1994):
Il Decreto Legislativo 297/1994 contiene diverse disposizioni relative alle scuole italiane all'estero:
Riconoscimento dei Titoli di Studio:
In sintesi, il sistema delle scuole italiane all'estero è un complesso di istituzioni e iniziative volte a preservare e promuovere la lingua e la cultura italiana nel mondo, con una rinnovata attenzione alla qualità, alla sinergia tra i ministeri competenti e alla trasparenza, come delineato dal recente riordino normativo. Le disposizioni del Decreto Legislativo 297/1994 costituiscono una base importante, integrata e aggiornata dalle nuove direttive.
1 punto in GPS per ciascun master di I o II livello, fino a un massimo di 3 punti
1 punto in GPS per ciascun corso di perfezionamento di 60 CFU, fino a un massimo di 3 punti
Questo decreto del Ministero dell'Istruzione e del Merito stabilisce le modalità per garantire la continuità didattica dei docenti precari sui posti di sostegno per l'anno scolastico 2025/2026. In attuazione di una recente normativa, definisce un processo specifico per la conferma di tali docenti, basato sulla valutazione del dirigente scolastico, sull'interesse dello studente disabile e sulla disponibilità dei posti. L'obiettivo primario è offrire stabilità al percorso educativo degli alunni con disabilità, assicurando la presenza dello stesso insegnante di sostegno qualora sussistano determinate condizioni e la volontà delle parti coinvolte.
Il decreto ministeriale in oggetto definisce le misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026. Questo decreto è emanato in riferimento all’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106.
Il decreto dà attuazione a quanto previsto dall’articolo 14, commi 3 e 3-bis, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, relativo alle norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, come modificato dall’articolo 8 del citato decreto-legge n. 71/2024.
Procedura per la conferma dei docenti di sostegno a tempo determinato:
Destinatari della procedura di conferma:
Le disposizioni relative alla conferma si applicano ai seguenti docenti a tempo determinato in servizio nell’anno scolastico 2024/2025 con supplenze rientranti nelle tipologie di cui all’articolo 2, comma 5, lettere a) e b), dell’Ordinanza:
Per quanto non specificamente disciplinato dal decreto, si applicano le disposizioni dell’Ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito 16 maggio 2024, n. 88. Il presente decreto si applica limitatamente all’anno scolastico 2025/2026.
L'anno scolastico 2025/2026 è specificamente menzionato nel decreto ministeriale fornito, in quanto esso definisce le misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno proprio per quell'anno scolastico.
Il decreto trae origine dall'articolo 8, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106. Questo articolo prevede che, in attesa dell'adozione di un regolamento generale sulle supplenze (di cui all'articolo 4, comma 5, della legge 3 maggio 1999, n. 124), le modalità di attuazione delle misure per la continuità dei docenti di sostegno a tempo determinato siano definite con un decreto del Ministro dell'istruzione e del merito per l'a.s. 2025/2026.
Punti chiave riguardanti l'anno scolastico 2025/2026 secondo il decreto:
La procedura di conferma per l'anno scolastico 2025/2026 è dettagliata nell'Articolo 2 del decreto e si rivolge a specifiche categorie di docenti a tempo determinato che hanno prestato servizio su posto di sostegno nell'anno scolastico 2024/2025.
La precedente discussione sulle scuole italiane all'estero [Your Previous Turn] non è direttamente collegata alle disposizioni specifiche per l'anno scolastico 2025/2026 all'interno del sistema scolastico italiano, come definite in questo decreto. Il decreto si concentra sulle misure per garantire la continuità dei docenti di sostegno in Italia per quell'anno specifico.
Il decreto ministeriale si concentra sulle misure relative ai docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026. L'obiettivo principale è garantire una certa continuità didattica per gli alunni con disabilità attraverso una procedura specifica per la conferma di questi docenti.
Riferimenti normativi per i posti a tempo determinato:
Procedura di conferma per i docenti a tempo determinato su posto di sostegno (a.s. 2025/2026):
Il decreto stabilisce una procedura specifica per la conferma sui posti di sostegno destinata a docenti a tempo determinato che hanno svolto servizio nell'anno scolastico 2024/2025. Questa procedura prevede diverse fasi:
Destinatari della procedura di conferma (docenti a tempo determinato):
La procedura di conferma si applica a specifiche categorie di docenti a tempo determinato in servizio nell'anno scolastico 2024/2025 con supplenze annuali o fino al termine delle attività didattiche (tipologie di cui all’articolo 2, comma 5, lettere a) e b), dell’Ordinanza):
In sintesi, il decreto si focalizza sulla gestione dei posti a tempo determinato di sostegno per l'anno scolastico 2025/2026, introducendo una procedura di conferma specifica per determinate categorie di docenti che hanno già maturato esperienza su tali posti nell'anno precedente. Questa procedura mira a garantire la continuità didattica, pur operando nel quadro normativo esistente per le supplenze e in attesa di una regolamentazione più generale.
Il decreto ministeriale in oggetto è specificamente orientato a garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità. L'intera finalità del provvedimento è quella di stabilire misure per la conferma dei docenti a tempo determinato sui posti di sostegno per l'anno scolastico 2025/2026, nell'interesse degli studenti con disabilità.
Normativa di riferimento per l'inclusione scolastica:
Il decreto si basa su diverse normative fondamentali riguardanti l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità:
Centralità dell'interesse del discente nella procedura di conferma:
La procedura di conferma dei docenti di sostegno a tempo determinato è esplicitamente finalizzata a tutelare l'interesse del discente con disabilità. Infatti, l'articolo 2 del decreto prevede che:
Questa valutazione da parte del dirigente scolastico, che coinvolge anche il GLO (organismo che si occupa specificamente del progetto inclusivo del singolo alunno con disabilità), pone al centro il benessere e le esigenze educative dello studente con disabilità nel decidere se confermare o meno il docente di sostegno.
Continuità didattica come obiettivo primario:
La ratio del decreto è chiaramente quella di favorire la continuità didattica per gli alunni con disabilità, garantendo, laddove possibile e ritenuto opportuno, che lo stesso docente di sostegno possa seguirli per più anni scolastici. Questa continuità è considerata un fattore importante per la qualità del processo di inclusione e per il benessere dello studente.
In sintesi, il decreto ministeriale si configura come uno strumento specifico per l'anno scolastico 2025/2026 volto a migliorare il supporto educativo fornito agli alunni con disabilità attraverso la possibilità di confermare i docenti a tempo determinato sui posti di sostegno, ponendo come criterio fondamentale l'interesse superiore dello studente e la valutazione del GLO. Le normative richiamate nel decreto sottolineano l'importanza dell'inclusione scolastica e dei diritti degli studenti con disabilità.
La Procedura di conferma è il fulcro del decreto ministeriale, essendo finalizzata a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026. Questa procedura specifica è stata introdotta in attuazione dell'articolo 14, commi 3 e 3-bis, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, come modificato dall'articolo 8 del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71.
Obiettivo principale: Assicurare una maggiore stabilità del corpo docente di sostegno a beneficio degli alunni con disabilità.
Fasi della Procedura di Conferma (Articolo 2):
Destinatari della Procedura di Conferma (Articolo 3):
La procedura si applica a docenti a tempo determinato in servizio nell’anno scolastico 2024/2025 con supplenze annuali o fino al termine delle attività didattiche (tipologie di cui all’articolo 2, comma 5, lettere a) e b), dell’Ordinanza n. 88/2024) appartenenti alle seguenti categorie:
Esclusione da altre procedure:
I docenti per i quali è stata disposta la conferma non partecipano alle operazioni di conferimento degli incarichi a tempo determinato di cui all’articolo 4, commi 1, 2 e 3, della Legge 124/1999 per l’anno scolastico 2025/2026, inclusa la procedura di cui all’articolo 13, comma 23, dell’Ordinanza n. 88/2024.
In sintesi, la Procedura di conferma rappresenta un meccanismo specifico e temporalmente delimitato all'anno scolastico 2025/2026 volto a stabilizzare, in determinate condizioni e nell'interesse degli alunni con disabilità, i docenti a tempo determinato che hanno già operato su posti di sostegno nell'anno precedente.
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