Tesi Online Gratuita: Anzianità Come Tempo del Possibile

Tesi Online Gratuita Anzianita? Come Tempo del Possibile

A cura della Dott.ssa Aurora Di Gennaro

Un estratto della tesi:

INTRODUZIONE

Questo lavoro nasce dal desiderio di approfondire una fase della vita, quella della vecchiaia, spesso dimenticata, sia a livello politico che sociale, ma anche pedagogico.

Negli ultimi anni, in tutto il mondo, ma in special modo nel nostro paese, si è verificato un fenomeno che gli studiosi definiscono “transizione demografica”, espressione utilizzata per indicare l’attuale fase storica, caratterizzata da poche nascite e ridotti decessi.
Questa fase storica, senza precedenti, ha significato un grande mutamento strutturale della popolazione mondiale.

Se da un lato l’aumento della longevità rappresenta una grande conquista, in quanto testimonia il crescente miglioramento delle condizioni di vita, dall’altro potrebbe trasformarsi in un grande problema, nel caso in cui non fosse controbilanciato da una capacità di programmazione di sistematici e urgenti interventi di politica, che investano sulla ricerca, l’assistenza e il benessere personale e sociale degli anziani, tenendo in considerazione l’evoluzione del concetto stesso di invecchiamento.

In risposta all’andamento globale dell’allungamento della vita, l’Oms ha proposto di porre l’attenzione su un nuovo concetto di vecchiaia, non necessariamente caratterizzata da emarginazione, malattie e disabilità, ma promuovendo l’invecchiamento sano e attivo.
L’attenzione si sposta per la prima volta dai bisogni dell’anziano ai suoi diritti e opportunità, sulla promozione dell’autonomia, di una cittadinanza piena e attiva e sull’inserimento della persona anziana nella comunità, favorendo il suo benessere personale e sociale.

Questa nuova visione di vecchiaia ci interroga anche come educatori e pedagogisti; in questa prospettiva la pedagogia è chiamata a impegnarsi nello studio e nell’implementazione di pratiche che abbiano come oggetto l’educazione di chi anziano non è, a promuovere una nuova visione di invecchiamento e un’immagine delle persone anziane non solo bisognose di assistenza e di cure, ma anche depositarie di progettualità e risorse.
La prospettiva è quella dell’educazione permanente, intesa come interminabile cammino perfettivo, entro il quale il soggetto ridefinisce ricorsivamente sé stesso e la propria identità.

Alla luce di queste riflessioni l’elaborato è articolato in tre capitoli così suddivisi.

Nel primo capitolo viene affrontato il tema della transizione demografica, compiendo una riflessione sulle principali tappe storiche che hanno contribuito alla formazione dell’attuale assetto sociale.

Nel secondo Ottocento, lo sviluppo della società, dovuto alle rivoluzioni agricole e industriali, permise una forte crescita della popolazione e la riduzione della mortalità, soprattutto infantile, grazie alla scomparsa della peste, all’aumento delle risorse alimentari e le migliori condizioni igieniche delle città.
Il calo della natalità fu un effetto del calo della mortalità; man mano che i figli sopravvivevano i genitori iniziarono a generarne un numero minore.

Nel Novecento il calo delle nascite prosegue inarrestabile, in particolar modo per le importanti trasformazioni familiari e la mutata condizione sociale della donna. Questa tendenza continua ancora oggi e l’Oms ha annunciato che entro il 2050 la popolazione di anziani tenderà a raddoppiare.
L’allungamento della vita, la ridotta mortalità e il calo drastico delle nascite, aprono davanti agli occhi di tutto il mondo, un nuovo tipo di vecchiaia.

Il capitolo prosegue con una riflessione sulle definizioni di quarta età ed invecchiamento attivo; numerosi studi testimoniano il legame positivo tra l’invecchiare in maniera attiva e i benefici sulla salute fisica e psicologica; proprio per questo l’invecchiamento attivo può essere considerato un importante strumento di prevenzione per aspirare quanto più possibile ad un invecchiamento in salute.

Il concetto di “vecchio” non riesce più a soddisfare la varietà di condizioni che riguardano una fetta della popolazione, soprattutto italiana, sempre più grande.
Fino a poco tempo fa si distinguevano tre fasce di età: la giovinezza, comprendente anche l’infanzia e l’adolescenza; l’età adulta e la “terza età”, intesa come vecchiaia in generale.

Oggi, invece, se parliamo di terza età, intendiamo la fascia della popolazione compresa tra i 65-75 anni; a partire dai 75 anni fino ai 90 anni, parliamo di “quarta età”, in cui il decadimento fisico e psichico è maggiore; fino ad arrivare agli ultranovantenni, sempre più in crescita, che fanno parte di una “quinta età” che inizia a fare il suo ingresso.

Attualmente sono numerose le politiche europee in tema di invecchiamento e sono volte in particolare alla promozione dell’invecchiamento in buona salute, nel rispetto della dignità della persona e alla realizzazione di ambienti di vita senior friendly.

Anche nella regione Umbria, c’è stata un’accelerazione nei cambiamenti delle dinamiche demografiche che determinano la necessità di puntare l’attenzione sui fenomeni di invecchiamento della popolazione.
Da qui nasce l’esigenza di investire socialmente su questa preziosa figura della comunità oltre che sui servizi socioassistenziali a carattere residenziale e semiresidenziale per le persone anziane autosufficienti.

Vengono in questo senso ripercorse le principali azioni regionali all’interno del piano sociale umbro.

In realtà, ancora oggi, il percorso risulta essere molto lungo e frastagliato, in quanto l’incompiutezza della legge 328/2000, viene messa in evidenza da un welfare in cui vengono privilegiati interventi di tipo assistenzialistico, senza prendere in considerazione gli aspetti socioeducativi...