Tesi Online Gratuita: Articolo 32 e Autismo – Facilitare e Garantire l’Accesso alle Cure Mediche

TESI ONLINE GRATUITA Articolo 32 e Autismo - Facilitare e Garantire l’Accesso alle Cure Mediche

A cura della Dott.ssa Emma Berardi

Un estratto della tesi:

1. STORIA DEL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO

Il Disturbo dello Spettro Autistico (in inglese Autistic Spectrum Disorder, ASD) è un disordine neuroevolutivo o del neurosviluppo caratterizzato da deficit nella comunicazione sociale, presenza di interessi ristretti e comportamenti ripetitivi con esordio tipico nei primi 3 anni di vita (Hodges et al., 2020).

L’Autismo si configura come una disabilità permanente che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale con caratteristiche che assumono un’espressività variabile nel corso del tempo (Giuberti, 2017).

La parola autismo, dal greco “autos” ovvero se stesso e “ismos” che si riferisce ad un’azione o uno stato, viene utilizzata per indicare un comportamento di attenzione verso se stessi, di ritiro sociale e isolamento.

Fino al termine del diciannovesimo secolo, l’isolamento e i disturbi comportamentali dell’infanzia come ecolalia e stereotipie venivano ricondotti a forme di demenza precoce ad eziologia organica, mentre a partire dal secolo successivo l’interessamento verso questi sintomi aumentò e portò alla formulazione della diagnosi di autismo.

Il primo a coniare ed utilizzare il termine autismo nel 1911 fu lo psichiatra svizzero Eugene Bleuler, impiegandolo nell’ambito dei suoi studi riguardanti pazienti affetti da schizofrenia. In questo caso, la componente autistica veniva descritta come una conseguenza secondaria di una patologia già esistente che comportava atteggiamenti di chiusura nei confronti della realtà esterna, con un ripiegamento su se stesso, difficoltà nella comunicazione e un ritiro al mondo interiore.

L’autismo venne considerato per la prima volta un disturbo primario e non derivante da altre patologie a partire dal 1943, anno in cui lo psichiatra Leo Kanner ne rivalutò i legami con altri disturbi e ne descrisse le caratteristiche peculiari. Kanner osservò 11 bambini affetti da “autismo infantile precoce” di età compresa tra i due e gli undici anni che presentavano tratti comuni tra loro: la preferenza per la solitudine, una preferenza per routines elaborate e alcune abilità che apparivano notevoli rispetto ai deficit (Frith, 1993).

Lo psichiatra si concentrò in particolare sui deficit riguardanti la sfera della comunicazione, aspetto che riportò come centrale nella patologia autistica all’interno dell’articolo “Autistic disturbances of affective contact”(Kanner, 1943) pubblicato sulla rivista “The Nervous Child”. Nell’articolo Kanner delineò i tratti principali del disturbo, tra cui:

  • un buon livello cognitivo in alcuni precisi compiti, come quelli di classificazione e memorizzazione di liste di oggetti (questa caratteristica in particolare portò Kanner a escludere che si potesse trattare di casi di ritardo mentale secondo la definizione classica del termine);
  • l’interesse intenso e ristretto per oggetti di specifiche categorie che vengono osservati e manipolati con estrema attenzione;
  • la presenza di mutismo o di un linguaggio anche verbale ma che non viene utilizzato per l’interazione volontaria con altri soggetti;
  • un marcato isolamento sociale e ritiro affettivo rispetto alle altre persone (estrema solitudine autistica);
  • l’estrema volontà nel mantenere le azioni e gli ambienti invariati nel tempo…