Trainer del benessere: ruolo e competenze
Eccoci alla terza lezione “Il ruolo e le competenze di trainer del benessere“. Entriamo più nello specifico e quindi cerchiamo di capire chi è il trainer del benessere e quali sono le competenze che deve possedere, come agisce nei contesti educativi e con quale ruolo. Innanzitutto diciamo che il trainer del benessere promuove la salute, promuove il benessere della persona quindi, come abbiamo già detto all’inizio di questo percorso formativo, la educa a imparare a star bene. Significa che appunto vuole condurre la persona a sapere da sola poi come prendere la strada verso la salute, verso il benessere, a costruire personalmente quel proprio luogo che è la qualità di vita. Ci siamo detti che il Trainer del benessere lavora in diversi contesti in particolare nei contesti educativi, sia di tipo formale che non formale. Quindi non solo all’interno di un istituto scolastico ma anche in contesti non formali (immaginiamoci qualunque altro contesto della società, del proprio quartiere, della propria città) anche in contesti che non sono non sono insomma considerati principalmente educativi ma in qualche modo possono esserlo. E soprattutto ci siamo detti che il trainer del benessere lavora con un target molto ampio e molto differenziato di utenti quindi può lavorare con i bambini, sia piccolini che un pò più grandi, con i ragazzi (quindi con la fase della preadolescenza e dell’adolescenza) e anche con gli adulti e con gli anziani. Allo stesso tempo interviene anche nei contesti educativi in cui ci sono persone disabili, in generale in qualunque tipo di contesto in cui ci sono situazioni di rischio, di disagio. La sua caratteristica principale è sicuramente quella di adattarsi a qualunque tipo di queste situazioni, quindi sicuramente anche un’attitudine alla all’adattamento, al cambiamento in fase di creazione ma anche più disparate, più diverse.
L’obiettivo naturalmente finale è promuovere il benessere di queste persone e lo fa in una doppia accezione: da un lato favorendo l’integrazione e lo sviluppo integrale della persona; dall’altro lato cercando ovviamente in base alle singole situazioni di combattere e di prevenire i disagi della persona. Obiettivo ultimo il benessere.
Quando parliamo del Trainer benessere e del suo ruolo, naturalmente, parliamo anche dello sviluppo (di cui abbiamo parlato nella lezione precedente) della persona che avviene nel contesto educativo con la persona. Ci siamo più volte detti che ormai la persona è messa al centro di tutte le azioni che la riguardano. Quindi la persona stessa costruisce il proprio stato di benessere come protagonista attivo del suo lavoro. Lo strumento principale, quando ci chiediamo, ma il trainer del benessere come lavora? Con quali strumenti e con quali tipi di tecniche lavora? Chiariamo subito che lo strumento principale del Trainer del benessere non è altro che se stesso. Cosa significa? Deve possedere delle competenze, deve avere anche delle attitudini personali necessarie per affrontare questo tipo di lavoro. Quindi non ha dei veri e propri strumenti o meglio può averlo ma lo strumento principale indispensabile è che ci sia lui, che ci sia lui stesso. Il suo ruolo principale è aiutare e sostenere la persona nel miglioramento delle sue capacità. Perché vuole far sì che la persona acquisisca autonomia e autodeterminazione. Quindi ancora una volta vediamo come ritorna il concetto di empowerment. Il fatto che la persona deve essere continuamente seguita dalla figura professionale ma che faccia un percorso che termini proprio con l’aver imparato a come poi cavarsela, a come costruire perché è diventata una persona autonoma, autodeterminata che sa prendere le proprie scelte in libertà avendo minori ostacoli e limitazioni possibili; per questo appunto Empowerment. Ci siamo detti che il trainer del benessere (lo dissi all’introduzione di questo percorso formativo) o è già un laureato riguardo l’educazione nei contesti diciamo disciplinari-educativi ecc… o comunque affianca a questo tipo di professionista diciamo educativo. In entrambi i casi però il trainer del benessere è abituato al continuo confronto e al continuo dialogo con l’altro, dove l’altro può essere sia il collega che svolge la sua stessa identica professione, sia un professionista diverso che ha magari una disciplina affine alla sua, ma non è la sua stessa professione. Sicuramente il trainer del benessere, come in questo tipo di professioni educative, deve essere abituato a lavorare in equipe ovvero a lavorare con altri professionisti in un’ottica di multidisciplinarità quindi di coesistenza di più discipline (quindi interdisciplinarità) l’insieme di queste diverse discipline e soprattutto in un’ottica di transdisciplinarità.
Cosa significa transdisciplinarità? Che queste discipline si accavallano in qualche modo l’un l’altro, hanno dei confini deboli laddove una disciplina può sfociare in un’altra e viceversa. Sicuramente in contesto educativo ci sono diversi professionisti (dallo Psicologo, al Pedagogista, all’Educatore e via dicendo) che collaborano strettamente tra di loro proprio in quest’ottica di transdisciplinarità.
Passiamo appunto alle competenze del Trainer del benessere. Partiamo proprio da quest’ultima cosa che abbiamo detto il fatto che il trainer debba sapere lavorare in equipe in collaborazione in questo continuo confronto e dialogo con l’altro è la prima delle competenze che andiamo ad elencare:
- quella sulla riflessività: il trainer deve essere in grado di riflettere sia con se stesso ma anche e soprattutto con l’altro riguardo il lavoro quindi in questo continuo confronto e dialogo.
- Accanto alla competenza della riflessività ce ne sono due principali importanti quella che riguarda l’intervento e quella che riguarda la valutazione. Quello che riguarda l’intervento cosa significa che il trainer deve avere questa competenza saper intervenire in maniera seria il prima possibile e quindi in maniera insomma rapida nelle diverse situazioni. Più volte vi sto dicendo che ci sono target disparati, situazioni disparate, tutte le situazioni sono singoli a sé e sono, anche se similari, diverse l’una dall’altra, perché diversi sono le persone che le portano. Per cui competenze importanti del trainer del benessere è saper agire e quindi avere anche delle attitudini particolari come riuscire a cogliere un elemento di disagio, di difficoltà e riuscire ad intervenire in questo senso quindi avere intuizione saper cogliere anche da una comunicazione indiretta, una comunicazione non verbale. Vedremo poi nelle prossime elezioni cosa significa comunicazione non verbale. Quindi cogliere anche quei messaggi indiretti e saper prontamente intervenire nelle diverse situazioni.
- La competenza invece che riguarda la valutazione, significa appunto, che in ogni fase ogni step di intervento lavorativo bisogna saper valutare ciò che si sta pensando, che si sta facendo e che quali sono i risultati. Quindi valutazioni sia nella fase intenzionale iniziale, sia nella fase di azioni di svolgimento dell’azione del lavoro, sia nella fase finale che quella del risultato.
- Oltre a queste tre competenze vi sono altre competenze molto importanti che il trainer del benessere deve possedere, quelle che riguardano l’organizzazione. Bene, le competenze organizzative sono fondamentali per un trainer del benessere perché in un lavoro così complesso deve sapere come organizzare il lavoro. Innanzitutto sottolineiamo ancora una volta l’importanza della persona al centro dell’intervento ed essa stessa come protagonista. L’organizzazione del trainer è quella di organizzare sia gli obiettivi che le azioni, che la valutazione da svolgere e in particolar modo deve anche saper documentare tutto il lavoro che si sta svolgendo step by step. In senso più generale è importante, a livello sempre organizzativo, che il trainer possegga la competenza anche di gestione dei servizi in cui sta intervenendo in cui sta lavorando.
- Altra competenza importante sono le competenze strumentali, sistemiche, interpersonali cioè (non lavorando da solo) deve tener conto quindi anche delle relazioni interpersonali quindi con gli altri, sia a livello più generale deve conoscere il sistema globale e legislativo in cui lavora, sia a livello diciamo nel proprio ambito educativo organizzativo amministrativo e gestionale, sia poi nelle singole azioni nel lavoro pratico vero e proprio riguardo la valutazione e la documentazione.
- Una importantissima competenza del trainer sono le competenze per lo sviluppo e l’apprendimento. Cosa significa? Il trainer del benessere come professionista e come ogni altro professionista in qualunque ambito e in qualunque disciplina deve essere continuamente aggiornato, quindi deve dedicarsi ad una formazione continua, a prendere sempre nuove competenze e nuove abilità, quindi riflettere sulla situazione attuale e sul lavoro che ha svolto fino a quel momento, ma anche fare ricerca e analisi per il futuro. Quindi questo continuo aggiornamento e formazione. La caratteristica principale delle competenze per lo sviluppo dell’apprendimento che il trainer deve possedere è ovviamente la preparazione al cambiamento. Perché come cambiano e si evolvono le persone, i contesti ambientali in generale e quelli educativi nello specifico, così lo stesso mio stessi operatori che lavorano devono essere pronti e preparati a qualunque tipo di cambiamento di modifica.
- Infine esistono ovviamente delle competenze specifiche per ogni professione. Ogni professionista deve avere delle competenze specifiche diverse, quelle teoriche e metodologiche, quelle creativo-comportamentali, e quelle culturali ed etiche. Cosa significa? Le competenze teoriche sono soprattutto quelle che abbiamo visto anche nel primo modulo. Bisogna avere delle basi teoriche per poter intervenire, per poter conoscere e così quelle metodologie che stiamo vedendo anche in questo modulo e (che vedremo anche nel modulo successivo) che riguardano proprio il come intervenire e con quali strumenti e con quali competenze. Importante anche le attitudini ma anche proprio la competenza creativa. Essere creativi significa anche inventare una soluzione al momento in base a quella particolare situazione in cui mi ritrovo quindi importante anche il comportamento. Infine è necessario anche che il professionista abbia diciamo quelle competenze culturali ed etiche che gli permettano di intervenire in sicurezza anche nell’ambiente in cui lavora, quindi rispettando ovviamente il contesto culturale e rispettando quelle norme morali ed etiche necessarie da rispettare.
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