Violenza di genere e femminicidio

violenza di genere

a cura della dott.ssa Rossana Stiuso

Abstract

Il Decreto Legge del 14 agosto 2013 n. 93, grazie alla conversione in legge del 15 ottobre 2013, n. 119, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 ottobre 2013, n. 242, ha introdotto disposizioni urgenti preventive e repressive nel diritto penale, per affrontare la violenza contro le donne, incentrata sulla violenza di genere.

Questo articolo scientifico si suddivide in due parti: la prima offre un inquadramento generale del fenomeno e analizza gli aspetti giuridici, criminologici e antropologici che sostengono le nozioni di violenza di genere e femminicidio; la seconda parte si concentra sul significato e sui contesti del rapporto che esiste tra violenza di genere e diritto penale.

Introduzione

Il Decreto Legge dell’agosto 2013 ha introdotto misure urgenti per contrastare la violenza di genere in Italia e, in particolare, ha focalizzato l’attenzione sulla violenza contro le donne.

La Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con risoluzione 48/104 del 20 dicembre 1993, ha affermato che “la violenza contro le donne costituisce una violazione dei diritti e delle libertà fondamentali delle donne e danneggia ed annulla il godimento da parte loro di quei diritti e libertà, e preoccupa per il prolungato insuccesso nella protezione e promozione di questi diritti e libertà nei riguardi della violenza contro le donne”.

Già prima dell’emanazione del Decreto Legge del 2013, l’Italia, nel giugno 2013, con le finalità di avvicinarsi allo standard internazionale di tutela in materia di violenza di genere, aveva accettato la Convenzione di Istabul del 2011, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Si tratta del primo strumento internazionale finalizzato a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro ogni forma di violenza e riconosce la violenza delle donne come uno dei principali ostacoli al raggiungimento della parità di genere. La violenza di genere, sia nel contesto domestico, sia all’interno delle relazioni affettive è diventato un tema di grande dibattito e sensibilità pubblica.

La complessità del fenomeno richiede un approccio multidisciplinare che va oltre l’ambito giuridico e coinvolge discipline come la sociologia, la psicologia e la politica e necessita di un’analisi approfondita delle prospettive coinvolte e dei cambiamenti nel tempo, considerando anche il contesto internazionale ed europeo.

1. Violenza di genere nell’ambito internazionale ed europeo

La violenza contro le donne è diventata una tematica globale di grande rilevanza. L’evoluzione dei diritti umani, guidata dall’ONU, ha progressivamente riconosciuto i diritti delle donne come diritti inviolabili, riconoscendo l’urgenza di un’universale applicazione nei confronti delle donne dei diritti e dei principi fondamentali, quali l’uguaglianza, la libertà, la sicurezza, l’integrità e la dignità di tutte le persone, senza distinzioni di genere, ma anche di lingua, religione, etnia, opinioni politiche, personali e sociali.

La Conferenza di Pechino del 1995 è stata cruciale nel contribuire a rendere il tema della marginalizzazione delle donne nell’ambito dei diritti umani e la causa dell’uguaglianza fra i sessi uno dei temi prioritari a livello internazionale e ha obbligato gli Stati al raggiungimento di obiettivi comuni, ossia garantire alle donne una vita senza violenza attraverso azioni preventive, protettive, persecutorie e risarcitorie.

La normativa internazionale ha trasformato la violenza di genere in una questione politica globale e ha sensibilizzato l’opinione pubblica sulla complessità del fenomeno.

Secondo i documenti internazionali, infatti, la violenza sulle donne, per motivi di genere, è una realtà molto complessa, sia dal punto di vista sociologico, sia giuridico ed è strettamente collegata all’ambiente familiare e culturale di riferimento.

La violenza di genere è legata ad abitudini, radicate nel passato, costumi, credenze e questo spiega la tendenza ad avvicinarsi al tema della tutela dei diritti delle donne e, in particolare, della lotta di violenza di genere con un’ottica locale e di adottare le iniziative più adeguate ad un efficace contrasto del fenomeno, in ambito regionale.

La Convenzione di Istabul del Consiglio d’Europa rappresenta un passo significativo e ha imposto misure concrete e un approccio multidisciplinare. È considerata, infatti, uno strumento internazionale ad hoc, un punto di riferimento anche a livello internazionale, soprattutto relativamente a due aree di intervento: prevenzione (in particolare, nei confronti delle vittime di genere) e accesso ai sevizi da parte delle donne che hanno subito violenza.

Tutti i documenti giuridici internazionali sottolineano l’importanza di considerare il contesto sociale e culturale specifico, per affrontare la violenza di genere, in modo efficace e richiedono risposte integrate su scala globale, regionale e locale, per promuovere un cambiamento culturale duraturo (A. Del Vecchio, 2011).

1.1 La violenza di genere

La violenza di genere è un problema complesso e diffuso che riguarda la discriminazione e il maltrattamento basati sul genere. Coinvolge atti di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, perpetrati contro le persone in base al loro genere. Le vittime possono essere donne, uomini o persone di qualsiasi genere, ma la violenza di genere colpisce in modo sproporzionato le donne e le ragazze

Le forme di violenza di genere, dunque, possono includere:

  1. Violenza fisica: comprende atti di aggressione fisica, come colpi, lesioni, o abusi che causano danni fisici alle vittime.
  2. Violenza sessuale: include molestie sessuali, stupri, costrizioni sessuali e altre forme di aggressioni sessuali.
  3. Violenza psicologica o emotiva: coinvolge comportamenti che causano danni emotivi o psicologici, come minacce, umiliazioni, isolamento e controllo coercitivo.
  4. Violenza economica: comprende il controllo economico, come impedire alla vittima di accedere ai propri mezzi finanziari, limitando la loro indipendenza economica.
  5. Violenza verbale: coinvolge l’uso di parole offensive, insultanti o minacciose, per intimidire o controllare la vittima.

La violenza di genere può manifestarsi anche attraverso discriminazioni sul lavoro, controllo coercitivo e altre forme di abuso emotivo.

Le cause della violenza di genere sono radicate in disuguaglianze di potere, stereotipi di genere, norme culturali dannose e mancanza di rispetto per i diritti umani. La lotta contro la violenza di genere richiede sforzi su più fronti, tra cui cambiamenti culturali, educazione, riforme legislative e un impegno globale per promuovere l’uguaglianza di genere.

Organizzazioni e movimenti in tutto il mondo lavorano per sensibilizzare tutti, offrire supporto alle vittime e promuovere un cambiamento culturale, che possa eliminare la violenza di genere. La consapevolezza e l’educazione sono, dunque, fondamentali per contrastare questo fenomeno e creare una società più equa e giusta per tutti (J. Butler, 2006).

1.2 Il femminicidio e le sue origini

Il femminicidio si riferisce all’omicidio di una donna in quanto tale, spesso motivato dal genere della vittima. Questo fenomeno è radicato in disuguaglianze di potere strutturali tra uomini e donne, nonché in norme culturali e sociali, che possono perpetuare la violenza di genere (D.E.H. Russel and Radford, 1992).

Di seguito sono elencate alcune delle origini del femminicidio:

Disuguaglianze di Genere: le disuguaglianze di genere, che si manifestano in vari settori come l’accesso all’istruzione, all’occupazione e alle risorse economiche, possono creare un ambiente in cui le donne sono più vulnerabili e meno in grado di difendersi.

Cultura del Possesso: in molte società, persiste una cultura che vede le donne come proprietà degli uomini. Questa mentalità può portare a un controllo eccessivo, comportamenti possessivi e, in alcuni casi estremi, all’omicidio, quando la donna cerca di emanciparsi o rompere una relazione abusiva.

Norme Culturali: norme culturali, che promuovono la supremazia maschile e disprezzano la femminilità, possono contribuire alla violenza di genere e al femminicidio. La percezione distorta della superiorità maschile può portare a un senso di impunità tra gli aggressori.

Impunità Legale: in alcune regioni del mondo, le leggi possono essere meno severe riguardo alla violenza di genere, o possono essere applicate in modo inconsistente. L’impunità legale può incoraggiare ulteriormente l’aggressione contro le donne.

Stigmatizzazione delle donne: le donne, che cercano di sfidare le norme di genere o che cercano di uscire da situazioni abusive, possono essere stigmatizzate dalla società. Questo potrebbe disincentivare le donne dall’allontanarsi da relazioni pericolose o dal cercare aiuto.

Problemi Economici: la mancanza di indipendenza economica può costringere le donne a rimanere in relazioni abusive, per paura di perdere il supporto finanziario. Questa dipendenza economica può renderle più vulnerabili agli abusi.

Combattere il femminicidio richiede un approccio multidimensionale che affronti le radici profonde della violenza di genere, implementi leggi più severe, promuova l’uguaglianza di genere e fornisca supporto alle vittime.

Sensibilizzare l’opinione pubblica e incoraggiare un cambiamento culturale sono fondamentali, per prevenire e contrastare il femminicidio (B. Spinelli, 2014).

2. Femminicidio e diritto penale

Il femminicidio è un fenomeno che coinvolge l’omicidio di una donna in quanto donna e spesso è radicato in dinamiche di violenza di genere. Il diritto penale gioca un ruolo cruciale nel cercare di prevenire, affrontare e punire il femminicidio.

Qui di seguito sono alcune considerazioni relative al femminicidio e al diritto penale:

Riconoscimento legale del femminicidio: in molte giurisdizioni, il femminicidio è stato riconosciuto come una categoria separata di omicidio rispetto ad altri omicidi generici. Ciò significa che le leggi possono essere adattate per affrontare specificamente il problema della violenza di genere e del femminicidio.

Leggi penali rigorose: alcune giurisdizioni hanno introdotto leggi più severe e specifiche, per punire coloro che commettono femminicidio. Queste leggi possono prevedere pene più gravi rispetto agli omicidi comuni, riconoscendo la gravità dell’atto motivato dal genere.

Norme sulla violazione dei diritti umani: il femminicidio viola i diritti umani fondamentali e il diritto penale può essere utilizzato per perseguire coloro che commettono tali crimini, in base a norme internazionali sui diritti umani.

Protezione delle vittime: le leggi penali dovrebbero anche prevedere misure per la protezione delle vittime di violenza di genere, fornendo loro supporto e risorse necessarie. Questo può includere ordinanze restrittive, rifugi per le vittime e servizi di consulenza.

Riforme legali: alcune giurisdizioni stanno rivedendo e riformando le leggi penali, per garantire che siano in grado di affrontare efficacemente il fenomeno del femminicidio. Queste riforme possono includere cambiamenti nelle definizioni legali, nell’individuazione e nel perseguimento degli autori.

Sensibilizzazione e formazione: il diritto penale può anche incorporare iniziative di sensibilizzazione e formazione per coloro che lavorano nel sistema giuridico, incluso il personale di polizia, giudici e avvocati, per garantire una comprensione approfondita delle questioni di genere.

È importante sottolineare che, nonostante i progressi nelle leggi e nei regolamenti, la lotta contro il femminicidio richiede un approccio olistico che coinvolga la società nel suo complesso, dalla prevenzione alla protezione delle vittime e all’applicazione efficace delle leggi contro gli aggressori. (AA.VV., C. Karadole e A. Pramstrahler, 2011).

2.1 Violenza di genere e diritto penale

La violenza di genere è un fenomeno complesso e diffuso che coinvolge atti di violenza, discriminazione o abuso basati sul genere di una persona. Il diritto penale svolge un ruolo significativo nella gestione della violenza di genere e molte giurisdizioni hanno adottato misure specifiche, per affrontare questo problema.

Ecco alcuni aspetti chiave della relazione tra violenza di genere e diritto penale:

Riconoscimento legale: molti sistemi giuridici riconoscono la violenza di genere come un reato specifico e trattano gli atti di violenza basati sul genere come crimini distinti. Questo riconoscimento contribuisce a mettere in luce la natura discriminatoria e offensiva della violenza di genere.

Leggi speciali: alcune giurisdizioni hanno introdotto leggi specifiche, per affrontare la violenza di genere. Queste leggi possono includere disposizioni più severe per reati legati al genere, nonché definizioni chiare e specifiche di violenza di genere.

Ordinanze restrittive: il diritto penale può includere la possibilità di emettere ordinanze restrittive o misure di protezione a favore delle vittime di violenza di genere. Queste misure possono essere utilizzate per impedire agli autori di avvicinarsi alle vittime o per vietare loro determinati comportamenti.

Indagini e persecuzioni efficaci: il diritto penale deve garantire un’indagine rapida ed efficace delle denunce di violenza di genere e una persecuzione rigorosa degli autori. Questo può contribuire a garantire la responsabilità legale per i perpetratori di violenza di genere.

Sensibilizzazione e formazione: i professionisti del diritto, inclusi agenti di polizia, avvocati e giudici, dovrebbero ricevere formazione sulla sensibilità di genere, per affrontare correttamente i casi di violenza di genere.

La sensibilizzazione può contribuire a evitare la revittimizzazione delle persone coinvolte e a garantire un trattamento equo nel sistema giuridico.

Protezione delle vittime: le leggi penali dovrebbero prevedere misure per la protezione delle vittime, inclusi rifugi sicuri, servizi di supporto e accesso a risorse finanziarie.

Prevenzione: oltre alla punizione, il diritto penale dovrebbe anche integrare strategie di prevenzione, affrontando le cause profonde della violenza di genere attraverso iniziative educative, culturali e sociali.

Affrontare la violenza di genere richiede un approccio globale che coinvolga il sistema legale, la società civile, le istituzioni educative e altri attori.

La sensibilizzazione, l’educazione e il cambiamento culturale sono fondamentali per ridurre e prevenire la violenza di genere (Volpato, 2013).

Conclusioni

In conclusione, la violenza di genere e il femminicidio rappresentano gravi violazioni dei diritti umani e una sfida critica per le società di tutto il mondo. Affrontare efficacemente questi fenomeni richiede un impegno su più fronti, coinvolgendo il sistema legale, la società civile, le istituzioni governative e la comunità nel suo complesso.

Alcuni punti chiave possono essere sottolineati:

Riconoscimento e consapevolezza: è essenziale riconoscere e accettare che la violenza di genere e il femminicidio sono problemi diffusi che richiedono una risposta urgente. La consapevolezza pubblica è fondamentale per combattere stereotipi di genere dannosi e promuovere una cultura di rispetto reciproco.

Leggi e sanzioni efficaci: il diritto penale deve offrire protezione alle vittime e garantire che gli autori di violenza di genere siano perseguiti e puniti in modo efficace. Leggi specifiche e sanzioni più severe per il femminicidio possono contribuire a dissuadere gli aggressori e a promuovere la giustizia.

Sensibilizzazione e formazione: gli operatori del sistema legale, compresi agenti di polizia, avvocati e giudici, devono ricevere formazione sulla sensibilità di genere. La sensibilizzazione a livello comunitario è altrettanto cruciale per promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza.

Protezione e supporto alle vittime: è necessario garantire un adeguato supporto e protezione alle vittime di violenza di genere, compresi rifugi sicuri, servizi di consulenza e risorse finanziarie. L’empowerment delle vittime è fondamentale per aiutarle a rompere il ciclo della violenza.

Prevenzione: affrontare le radici culturali e strutturali della violenza di genere è essenziale per la prevenzione. Iniziative educative, campagne di sensibilizzazione e programmi di prevenzione nelle scuole possono contribuire a cambiare mentalità e comportamenti.

Collaborazione internazionale: la lotta contro la violenza di genere richiede una cooperazione internazionale. Scambi di buone pratiche, condivisione di risorse e collaborazione tra Paesi possono migliorare gli sforzi globali, per affrontare il problema.

In sintesi, la violenza di genere e il femminicidio richiedono un impegno collettivo per creare un ambiente in cui le donne possano vivere libere da violenza, discriminazioni e minacce. Solo attraverso un approccio integrato e multisettoriale si può sperare di ottenere cambiamenti duraturi nella società e di costruire un futuro più equo e sicuro per tutti.

Bibliografia

  1. A. Colli, La tutela della persona nella recente legge sulla violenza sessuale all’epilogo di un travagliato cammino legislativo, in Riv. it. dir. proc. pen., 1997, 4, p. 1163 ss.
  2. A. Del Vecchio, La tutela delle donne nelle convenzioni internazionali, in Atti del Convegno in memoria di Luigi Sico, (a cura di Talitha Vassalli di Dachenhausen), Napoli, 2011, pp. 315-329
  3. A. Manna, La donna nel diritto penale, in Donne, civiltà e sistemi giuridici. Femmes, civilisation et systemes juridiques. Raccolta di testi dal Master Internazionale Congiunto, Giuffrè, Milano, 2007
  4. B. Spinelli, “Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale”, 6 ed., 2014, Angeli ed.
  5. B. Spinelli, “Il riconoscimento giuridico dei concetti femmicidio e femminicidio”, pubblicato in AA.VV., “Femicidio: dati e riflessioni intorno ai delitti per violenza di genere” Regione Emilia Romagna – Assessorato Promozione Politiche Sociali, A cura di C. Karadole e A. Pramstrahler, 2011, pp.125-142
  6. C. Volpato, Psicosociologia del maschilismo, Laterza, 2013
  7. D.E.H. Russel and J. Radford, Femicide: The Politics of Woman Killing, New York, Twajne Gale Group, 1992, p. 3
  8. E. Larrauri, “Control formal: y el derecho penal de las mujeres”, in EAD (comp), Mujeres, Derecho Penal y Criminologia, S.A, Madrid, 1994, p. 100 ss
  9. E. Palici Di Suni Prat, Tra parità e differenza: dal voto alle donne alle quote elettorali, Torino, 2004, p. 175
  10. F. Mantovani, I delitti contro la libertà e l’intangibilità sessuale, Cedam, Padova, 1998, p. 29
  11. G. Carmignani, Elementi di diritto criminale, Milano, 1863, p. 67
  12. G. Fiandaca-E. Musco, Diritto penale, p.s., vol. II, tomo primo, 2013, p. 14 e 17
  13. I. Peretti (a cura di), Il genere della cittadinanza, in “Quaderni di democrazia e diritto”, 1988, XXVIII, C. Saraceno, Il genere della cittadinanza, ivi, pp. 273-275
  14. J. W. Scott, “Il genere. Un’utile categoria di analisi storica”, in P. Di Cori, a cura, Altre storie. La critica femminista alla storia, Bologna, 1996, Clueb, pp. 307-347
  15. M. Acale Sanchez, La discriminazione per motivi di “genere” verso le donne nel codice penale spagnolo, in Critica del diritto, 2007- Fascicolo 1, p. 17 ss.148 p. 475 ss.
  16.  P. Faraldo Cabana, “Reflexiones para la introducción de la perspectiva de género en Derecho penal a través de la Ley Orgánica 1/2004, de 28 de diciembre, sobre Medidas de Protección Integral contra la Violencia de Género, in Revista Penal, 2006/17, p. 91
  17. P. Laurenzo Copello, “La violencia de género en la Ley Integral: valoracion politico-criminal”, in Revista Electrónica de Ciencia penal y Criminologia (RECPC 07-08/2005), in http://criminet.ugr.es/recpc.1, p. 18
  18. S. Piccone Stella, C. Saraceno. (a cura di), Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, Bologna, Il Mulino, 1966, p. 11
  19. T. Padovani, Sicurezza pubblica: quel collasso dei codici “figlio della rincorsa all’ultima emergenza, in Guida al diritto, 36, 2013, p. 10
  20. V. Musacchio, Le nuove norme contro la violenza sessuale: un’opinione sull’argomento, in Giust. pen. 1996, II, p. 118