Violenza sulle donne: i segnali da riconoscere

violenza sulle donne

Il 25 Novembre di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 25 Novembre di ogni anno si ricorda in tutto il mondo che la violenza contro le donne non è ancora eliminata e continua a mietere vittime.

Quando si parla di violenza sulle donne o violenza di genere, ci si riferisce a un fenomeno molto ampio, che nasce dalla discriminazione e dall’oggettificazione e può manifestarsi in diverse forme. La violenza può essere fisica o psicologica, può avvenire tra le mura domestiche o sul luogo di lavoro, può essere fatta di spintoni, percosse, maltrattamenti oppure di abusi e ricatti sessuali. Sono violenza di genere lo stalking, le molestie, le minacce. È violenza di genere la violenza economica, che nega alle vittime di essere indipendenti e di allontanarsi da un partner o da un familiare abusivo. 

Il tema, tristemente attuale, è stato approfondito sul nostro blog dalla Dottoressa Sara D’Ambrosio in due articoli dedicati: La Violenza di Genere: Quando il Sesso diventa Pregiudizio pt.1 e pt. 2.

La situazione in Italia

A partire dagli anni Novanta, su tutto il territorio nazionale sono iniziati a nascere associazioni e Centri antiviolenza dedicati alla tutela e all’assistenza delle vittime di violenza di genere, oggi riuniti nella federazione D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne

I Centri antiviolenza si occupano di offrire alle vittime in cerca di aiuto servizi di accoglienza, ascolto e supporto psicologico, nonché consulenza legale, orientamento e accompagnamento ad altri servizi offerti dalla rete territoriale. Nel 2020, sono state più di 15mila le donne che si sono rivolte a un Centro Antiviolenza e, grazie al sostegno ottenuto, hanno iniziato un percorso per uscire da situazioni di violenza psicologica o fisica (dati ISTAT, 2021).

Nel 2006, il Dipartimento per le Pari Opportunità ha attivato il numero antiviolenza e antistalking 1522, attivo 24 ore su 24, gratuito e con operatori in lingua italiana, inglese, francese, spagnola e araba. 

Le richieste di aiuto al numero di pubblica utilità sono aumentate del 79,5% tra il 2020 e il 2019, con picchi significativi durante i mesi di lockdown (+179,6% ad aprile, +182,2% a maggio), indice di un incremento della violenza domestica, derivante dalla convivenza forzata e dalla presenza di alcune condizioni di disagio dal forte impatto psicologico (perdita del lavoro, incertezza, paura della malattia).

Come riconoscere una situazione di violenza?

Il primo passo per sostenere e aiutare una donna vittima di violenza è prestare attenzione e riconoscere i segnali di una situazione di abuso.

I principali campanelli d’allarme vengono proprio da lei: esistono, infatti, degli indicatori psicologici, comportamentali e fisici che si possono riscontrare nelle donne che subiscono violenza.

  • Segnali psicologici: la vittima manifesta stati -apparentemente ingiustificati- di paura, ansia, depressione, attacchi di panico, perdita di fiducia, senso di colpa;
  • Segnali comportamentali: la vittima si isola e si chiude in se stessa, capita spesso che sia in ritardo o assente da lavoro o da scuola, è agitata quando è lontana da casa per troppo tempo e fornisce spiegazioni e giustificazioni non sempre congruenti (per esempio, in presenza di danni da percosse);
  • Segnali fisici: la vittima presenta lividi, bruciature, fratture o altri segni di traumi fisici; in caso di grave violenza psicologica, la vittima può sviluppare dei disturbi alimentari.

La dottoressa Ilenia Camarda, Psicologa specializzata in tutela dei minori e donne vittime di violenza, ha approfondito il tema dei segnali e indicatori d’allarme nel seminario online La violenza sulle donne: riconoscerla per intervenire.

Come aiutare una vittima di violenza di genere?

Per aiutare una donna vittima di violenza è essenziale, innanzitutto, dimostrare di essere aperti all’ascolto, solidali e senza pregiudizi. Le vittime di violenza di genere tendono a isolarsi, a nascondere la propria situazione e a evitare di parlarne con gli altri. Questo non vuol dire che non cerchino aiuto o che non sentano la necessità di confidarsi con qualcuno, ma si trovano in difficoltà ad affrontare l’argomento perché provano paura, vergogna o senso di auto colpevolizzazione.

  • Rassicurala del fatto che non ha alcuna colpa.
  • Fai in modo che si senta accettata e a proprio agio.
  • Dalle tutto il tempo che le serve per raccontarti quello che le è successo o sta succedendo. 
  • Non forzarla a prendere decisioni. Soprattutto in casi di violenza domestica o da parte di un partner, la fase di separazione e allontanamento è estremamente delicata e una scelta impulsiva potrebbe metterla in pericolo.
  • Dalle il numero di telefono del centro antiviolenza più vicino e assicurale che lì sarà ascoltata, sostenuta e aiutata.

Se vuoi fornire un sostegno professionale alle vittime di violenza di genere diventando uno specialista, puoi seguire il Master online tenuto dalla docente e formatrice Antonella Petricone, PhD in storia delle scritture femminili, socia fondatrice della Cooperative BeFree e Presidente dell’Associazione Le Funambole finalizzata alla promozione della parità di genere.