ASMR: L’intrattenimento dal potenziale terapeutico attraverso il suono e il gesto

asmr

a cura della dott.ssa Alessia Ghisi Migliari

Abstract

L’avvento dell’ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response) è figlio della modernità e dell’interazione costante in internet.

Nato come fenomeno di intrattenimento, apparentemente senza particolare altro scopo, si è diffuso, primariamente su YouTube, coi suoi contenuti percepiti come “inusuali”: si tratta invero di video, di durata più o meno estesa, in cui i creatori riproducono suoni. Gli esempi sono molteplici, e vanno dalla manipolazione di oggetti al passare una spazzola fra i capelli. Non bisogna scordare però anche la componente visiva degli ASMR; sovente, vi è una linea narrativa nella quale viene riproposto un contesto di accudimento in cui, sussurrando, parlando a bassa voce o anche in silenzio, lo “youtuber” si rivolge dallo schermo all’osservatore, mimando azioni come visite mediche, il truccare o in generale il prendersi cura di chi guarda.

Sono video non di rado considerati da alcuni persino “risibili” o senza senso, eppure un sempre maggior numero di fruitori ha iniziato ad utilizzarli per calmarsi, combattere l’insonnia, la solitudine, l’ansia e varie difficoltà del quotidiano.

Da qui è nato un filone di ricerca circa questa curiosa realtà che, certamente, non è tra le tecniche di rilassamento note, ma che appare essere per molti un “luogo virtuale protetto” in cui trovare sollievo anche in situazioni di notevole stress. C’è fermento su questa tematica, proprio in virtù dei vantaggi che si riscontrano dal suo uso (per quanto non tutti i soggetti siano sensibili ai video ASMR).

I risultati suggeriscono che gli ASMR, per i soggetti predisposti, hanno effetti sia fisici che psicologici: tra i vari, si evidenziano minori livelli di depressione e un rallentamento del battito cardiaco (Engelbregt H. J. et al., 2022; Gutierrez Higueras T. et al., 2023), un miglioramento della capacità di gestione dello stress (Loy V. V. et al., 2021) e una diminuzione degli stati ansiosi in soggetti con disturbi d’ansia (Seifzadeh S. et al., 2023); ulteriori indagini hanno mostrato che la stimolazione uditiva e visiva tipica degli ASMR attiva il sistema nervoso parasimpatico (Tada K. et al., 2021), e, per taluni soggetti, questa inusuale esperienza è utilizzata come complementare “automedicazione” in caso di cefalea, insonnia e dolore cronico (Ahuja A. et al., 2019). 

In questo articolo si vuole dunque trattare, in ottica psiconeuroendocrinoimmunologica (PNEI), degli ASMR nel loro potenziale terapeutico e supportivo.

Introduzione

Suono e gesto, e non solo. Vagando per il web, soprattutto su Youtube, si trova qualcosa di inusuale, che ha un che di “buffo” ad occhi profani.

Invece si scopre di avere appena socchiuso l’uscio su di un mondo virtuale che si fa tangibile nelle conseguenze psicofisiche, e che, in un’ottica PNEI, fornisce notevoli spunti.

Questo retroterra sta mostrando di avere la capacità di rilassare e addirittura di essere potenzialmente terapeutico, discostandosi quindi dall’idea che si tratti di una moda passeggera.

Ci si sta riferendo agli ASMR – il cui acronimo, nato più nel marketing che nella scienza, significa “Risposta Autonoma del Meridiano Sensoriale”, che, per quanto altisonante, non ha significato e valenza scientifica, anche se la scienza si sta interessando a questo panorama.

Ed è sin da ora assolutamente doveroso e corretto citare un libro essenziale per chiunque si voglia approcciare alla materia – professionista della salute e non – che fornisce spunti brillanti e dati su questa dimensione sotterranea: “ASMR. La rivoluzione dei sussurri” (Tecniche Nuove, 2019), scritto dal dottor Marco Mozzoni, psicologo psicoterapeuta che pratica ipnosi, professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, consulente del MIUR e attivo nel campo delle neuroscienze e della comunicazione. A lui e ad alcuni studiosi si deve tanta parte delle conoscenze sul tema, che è sottovalutato e talvolta arduo da spiegare.

Questo è lo scopo di questo articolo, che vuole metter in luce contenuti che posseggono la capacità di calmare e, potenzialmente, essere terapeutici.

Si tratta di video in cui i così detti ASMRtists (artisti dell’ASMR) producono, spesso con grande maestria ed elaborazione, filmati in cui la gestualità e il suono (ovattato, sussurrato, incomprensibile, con tono basso, addirittura il silenzio che lascia spazio a variegate ambientazioni acustiche) sono i protagonisti.

È una descrizione semplicistica, perché è un fenomeno assai eterogeneo.

Non si tratta solo della produzione di vocalità o suoni lievi che hanno a che fare con la manipolazione di oggetti o con azioni come il pettinare i capelli (per citarne una fra migliaia), ma queste creazioni si nutrono anche del loro essere, non sempre ma sovente, vere e proprie messe in scena di gesti di accudimento che coinvolgono lo spettatore, avvolgendolo in un’atmosfera che accompagna al sonno.

Sono “rumori” che richiamano un percepirsi accolti e accuditi e provocano quel tipico brivido (in chi è predisposto) che caratterizza gli ASMR, brivido che parte dalla nuca e si propaga, con un senso di rilassatezza arduo da provare nel caos del quotidiano.

E per quel che concerne la voce e il suo potere di condivisione ed evocazione, c’è da sottolineare come essa contenga in sé già il “necessario” per esperire gli ASMR, divenendo talvolta più importante del linguaggio, al punto che si possono persino provare le sensazioni desiderate ascoltando una lingua sconosciuta.

1. ASMR: Esempio di uno scenario tipico

Come accennato, lo scenario non è unico, ma per chiarire a chi è nuovo dell’argomento, se ne può tratteggiarne uno usuale, da provare a visualizzare.

Prima di tutto è necessario immaginare uno spazio quieto, comodo e riservato, per lo più in tempo notturno; un bisogno di dormire, un dispositivo connesso a internet, delle cuffie – perché così funziona meglio, e la componente binaurale (suono prodotto in modalità tridimensionale) è la più effettiva. Tutta l’attenzione è concentrata sulla scena.

Nel visual, una donna (lo sono la maggioranza degli ASMRtists) ti osserva dallo schermo, ti parla, lentamente e con tono lieve (e forse neanche quello), mima una gestualità come se ti stesse accarezzando il viso, o truccando, forse persino visitando, come farebbe un medico.

È gentile, premurosa, rassicurante.

La quantità di esempi che si potrebbero elencare sui diversi copioni di queste produzioni è incalcolabile, perché gli input che producono i brividi e le sensazioni positive che spingono alla ricerca di ASMR hanno una forte componente di soggettività: non tutti, per esempio, richiedono la simulazione di uno scambio con l’ASMRtist; può bastare vedere delle mani che toccano e sfiorano oggetti, e avvertire precise frequenze gradevoli alla persona, fosse anche la penna che corre su di un foglio, scrivendo.

I movimenti, i rumori umani e non, la scenografia costruita, la riproduzione di triggers acustici sottili: la creatività, nell’esplorazione e fruizione di ASMR, è considerevole.

E possono, contenuti simili, portare ad un tale stato globale di quiete e tranquillità da placare e far addormentare anche chi soffre di ansia, o depressione, o ha semplicemente pensieri che disturbano?
La risposta, malgrado i molti increduli, è sì.

Non tutti gli utenti, ma sì.

Si pensi all’essere “coccolati”, antico rituale che caratterizza il nostro sviluppo e che adesso sappiamo essere, nel tocco e nella sua espressione, componente fondamentale per la nostra evoluzione sana anche in senso biologico; un essere “coccolati” che attenua l’agitazione anche da adulti, dopo una giornata di lavoro pressante, un sollievo che emana da un contatto intimo e pacato che coinvolge a rasserena; vi è a proposito l’idea che possa esservi un aspetto “regressivo” negli ASMR, un ritorno ad una dimensione di infanzia, il sapore di essere protetti.

Si capisce chiaramente come sia complesso studiare l’universo ASMR, eterogeneo nelle sue manifestazioni, nel suo pubblico e nelle sue applicazioni.

Per questo si è aiutati dalla letteratura, e persino dai numeri.

1.1 La diffusione di contenuti ASMR: un po’ di numeri

Il dottor Mozzoni, basandosi su di un articolo del New York Times, sottolinea come siano presenti online più di 13 milioni di video ASMR – in pochi anni, la ricerca di questi content è aumentata del 200%.

Un intrattenimento il cui richiamo si espande e diventa altro: sono incalcolabili, le tendenze che si propagano nel web, ma in questo caso si tratta di una vera e propria comunità, coesa, spesso solidale, per la quale questi artisti divengono figure amiche, e la visualizzazione acquisisce le sembianze di un bisogno che per taluni si fa quasi salvifico.

Il 27% dei fruitori ricorre agli ASMR per ridurre i livelli di stress, poco meno (il 26%) lo fa per aiutarsi ad addormentarsi, mentre c’è chi, in uguale percentuale, grazie ad essi, si sente meno triste o vi trova piacevolezza (12%).

Per quanto non sia dato scientifico, l’osservazione delle migliaia di commenti presenti in queste pagine mostrano aspetti qualitativamente interessanti: vi è un senso di appartenenza gruppale, gente di ogni nazione che si ritrova in questa nicchia, consolandosi quando necessario, sostenendosi, intrattenendosi con garbo e ringraziando chi crea questi ASMR, perché questo permette a molti di loro di essere più tranquilli o di trovare sollievo da condizioni che talora sono anche gravi.

E sono proprio le analisi scientifiche a testimoniare che gli ASMR, oltre che per rilassamento, vengono sfruttati da chi è affetto da condizioni variegate e afferma di trovarne beneficio: attacchi di panico, depressione, ansia ed insonnia sono solo alcuni esempi, che suggeriscono orizzonti di possibilità di azioni terapeutiche e supportive in ambito di salute psicofisica, al di là delle applicazioni nell’ambito educativo, nel marketing, e in diversi settori.

2. L’efficacia degli ASMR: i risultati scientifici

La psicologa Giulia Lara Poerio, ricercatrice presso l’Università di Sheffield, Inghilterra, indaga profondamente gli ASMR; in un suo corposo lavoro (Poerio et al., 2018) presenta due studi, uno in laboratorio ed uno su vasta scala.

Dall’analisi della dottoressa Poerio emerge che gli ASMR sono un’esperienza “attendibile e fisiologicamente radicata” negli esseri umani, e che può avere effetti terapeutici per la salute (come nei disturbi del sonno e dell’umore), sottolineando come vi sia una componente di predisposizione individuale alla risposta verso questi stimoli.

Si conferma la presenza diffusa dei “formicolii” a seguito della visione dei video, e si delinea un effetto interessante, nel senso che gli ASMR producono sia un profondo rilassamento, minor stress e tristezza, ma anche un “eccitamento” che però, e questo è un punto nodale, non ha connotazione sessuale, essendo una più sfumata di “attivazione” – un apparente paradosso che però non mina l’effetto tranquillizzante dell’ASMR.

Di conseguenza, la dottoressa Poerio identifica l’ASMR come “esperienza emozionale complessa” – si tratta di esperienze dove percezioni apparentemente opposte si presentano assieme (viene portato l’esempio della nostalgia, che implica assieme felicità e tristezza).

Ciò permette di ipotizzare che questa struttura articolata dell’ASMR possa aiutare a comprendere “gli effetti dal potenziale positivo delle esperienze emozionali miste sulla salute ed il benessere”.

La Poerio precisa, nella sua approfondita trattazione, come si crei inoltre, nei contenuti che includono il parlato, un senso di connessione, suggerendo l’ipotesi che si verifichi una sorta di “grooming sociale”. Il “grooming”, a livello etologico, è un’attività tipica dei mammiferi, ed è l’atto di pulire la pelle o il mantello; se fatto reciprocamente, diviene un mezzo di consolidamento dei legami e delle gerarchie all’interno del gruppo – ecco quindi la componente cui la dottoressa Poerio fa riferimento quando considera la variabile sociale dell’ASMR.

A livello fisiologico viene notato, col rilassamento indotto dagli ASMR, un decrescere del battito cardiaco (in media di circa tre battiti al minuto), paragonabile a quanto ottenuto dagli interventi di Mindfulness e di tecniche di riduzione dello stress con l’uso della musica; ed in più vi è un aumento della conduttanza cutanea (indicatore di arousal fisico, ossia un’attivazione).

Sottolineando la necessità di sviluppare strumenti e disegni di studio più rigorosi, appare comunque indiscussa la capacità degli ASMR di placare l’ansia, aiutare in casi di insonnia e varie patologie, rilassare, e creare un senso di condivisione che potrebbe essere utile per combattere la solitudine.

In un’ulteriore trattazione (Ahuja et al., 2019), gli ASMR, proprio in funzione del loro effetto, vengono definiti come una dimensione che è divenuta una “terapia complementare fai-da-te”.

Assolutamente da considerare è un approfondimento che, oltre ad aver scandagliato ampia letteratura (Engelbregt et al., 2022), si è focalizzato sul neuroimaging.

I risultati di risonanze magnetiche funzionali fanno supporre che vi sia nei soggetti recettivi agli ASMR dei network cerebrali atipici, e, più precisamente, si è rivelato che il DMN (Default Mode Network) di tali soggetti mostrava connettività diverse rispetto alla norma; il DMN è un network cerebrale che si attiva primariamente quando, in uno stato di veglia, in condizioni di tranquillità, si sposta la focalizzazione dal mondo che ci circonda a quello interiore – il dottor Mozzoni spiega come questo passaggio conduca a quell’avvio dell’attività immaginativa, progettuale, di riflessione su sé stessi e gli altri, che caratterizza l’esplorare del proprio paesaggio mentale. Un’implicazione che ne deriva è la suggestione che chi è reattivo agli ASMR potrebbe avere una “minore inibizione delle esperienze sensoriali ed emotive”.

In più, sempre attraverso RMN funzionale, si è notato che il visionare ASMR attiva aree cerebrali legate non solo ad emozione o sensazione, ma anche a movimento ed attenzione; durante la percezione del “formicolio” si è notata un’attivazione della corteccia prefrontale mediale (legata alla cognizione sociale e alla consapevolezza del sé), e un’attivazione delle aree associate al sistema di ricompensa (tra cui il nucleo accumbens).

Engelbregt e colleghi hanno in seguito voluto attenzionare gli effetti su umore, attenzione, battito cardiaco, conduttanza cutanea, fattori di personalità e risultati di elettroencefalogramma su giovani adulti. Viene confermata la diminuzione di stati depressivi, stress e tristezza, e la presenza del già citato binomio calma-eccitazione.

In contrasto con altri approfondimenti, in questo caso l’EEG mostra un calo dell’attività delle onde Theta in alcune aree frontotemporali, ed una maggiore attività delle onde Beta, che portano a vedere negli ASMR un evento di immersione e attenzione focalizzata (ossia la capacità di concentrarsi su un singolo compito, ignorando altri fattori che distraggono).

Altri scienziati hanno considerato un gruppo di studenti universitari, notando che gli ASMR venivano da loro sfruttati come mezzo per migliorare il proprio benessere, affrontare meglio lo stress e percepire un minor carico di lavoro (Vi-Vian et al., 2021).

Interessante, pur con tutte le cautele circa la delicatezza della situazione, l’analisi per cui gli ASMR, confermandosi utili nel contrastare i disturbi d’ansia, potrebbero essere presi in considerazione nei pazienti che non rispondono adeguatamente ai farmaci o che vorrebbero cercare alternative agli stessi, piuttosto che incrementare, grazie agli ASMR, l’effetto degli psicofarmaci (Seifzadeh et al., 2023).

Essenziale da citare l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, quando si visiona un ASMR (Tada et al., 2021) – aspetto primario per quell’acquietarsi tanto desiderato.

E si ritorna quindi alla questione della tipologia di stimolo che scatena la reazione – quali sono, nella loro versatilità?

Come ci spiega il dottor Mozzoni nel suo libro, Craig Richards, fisiologo americano e fondatore della “ASMR University”, ha individuato alcuni di questi triggers tipici:

  • le sonorità umane prodotte dalla voce, e dai suoni legati a labbra e bocca;
  • triggers visivi che “attivano” quando si vedono atti per lo più ripetitivi (come il muoversi delle mani, il contatto visivo, la manipolazione degli oggetti);
  •  gli effetti sonori che derivano dagli oggetti stessi, dall’interazione con essi, e le azioni tattili che implicano contatto.

Da non scordare però il ruolo cruciale che può assumere il role-play, ossia la messa in scena dell’accudimento, che si intensifica considerando che la modalità di fruizione conduce ad un senso di accoglienza.

3. Tratti di personalità e similitudini con altre situazioni

Un aspetto rilevante che è stato sondato nella letteratura, è quello delle peculiarità dei fruitori di ASMR: qual è il loro profilo “psicologico”?
O, meglio, quali aspetti ha la loro personalità?
Ci sono comuni denominatori?

Per quanto a proposito non ci sia opinione univoca, il dottor Mozzoni cita delle ricerche interessanti: in una apparsa su Frontiers in Psychology (Fredborg et al., 2016), si evidenzia che chi è sensibile al fenomeno ha una spiccata tendenza all’apertura a nuove esperienze, come conferma un lavoro della James Cook University (McErlean et al., 2017), che in più individua in questi soggetti un’accentuata capacità empatica e un’inclinazione al fantasticare; ulteriori sfumature appaiono più controverse, in termini di analisi.

Assolutamente interessante il parallelo e la sovrapposizione che vi è tra gli ASMR e realtà eterogenee: infatti vi sono aspetti che mostrano una correlazione tra ASMR e Mindfulness (emozioni positive, rilassatezza, serenità), per esempio.

O la similitudine con il “Frisson”, stato di piacevolezza che dà i brividi, spesso associato alla fruizione di musica, che condivide diversi aspetti con gli ASMR, pur avendo durata minore in termini temporali; o il “Flow”, uno stato di assorbimento e concentrazione totale in ciò che si sta facendo, stando nel momento, con serenità, in un fluire naturale (“Uno stato di grazia”, come lo definisce lo psicologo Matteo Simone).

In particolar modo, il dottor Mozzoni si sofferma sul parallelismo tra ASMR ed ipnosi: anche negli ASMR, per quanto in maniera blanda, si verifica uno “stato dissociativo”, visto l’isolamento insito nel setting, che è in cuffia, in video, creando quindi una forma di intimità; viene evidenziata inoltre l’avvertire di avere l’attenzione “esclusiva” dell’ASMRtist, e acquisisce importanza l’aspetto della componente binaurale, con un coinvolgimento che risulta più “vivo”.

Questo è un rapido menzionare per dimostrare come possano esservi, in circostanze differenti, affinità all’apparenza invisibili con altre dimensioni, che svelano quanto articolate siano le reazioni umane e in che aspetti inusuali possano cercare e trovare conforto.

Conclusioni

Malgrado i numerosi preconcetti e stereotipi che accompagnano un evento nato in rete e che ha caratteristiche che superficialmente possono farlo apparire bizzarro, l’universo degli ASMR sta dimostrando di essere in grado, per quanto ancora speculative siano alcune informazioni, di aiutare su molteplici fronti.

Qualitativamente e attraverso indagini, il suo potenziale si rende manifesto ma ancora in tanta parte da indagare; è noto il suo effetto benefico su ansia, depressione, disturbi dell’umore, insonnia, doloro cronico, solitudine e stress. Gli ASMR rilassano, conciliano il sonno dei più piccoli e per altri sono un mezzo per concentrarsi nello studio.

In questo fenomeno che si nutre di un rispecchiamento tra colui che vede (e/o ascolta) e chi produce il contenuto, si celano dei semi di benessere che non possono essere trascurati.

In una società complessa, nessuno strumento utile può essere trascurato per riportare ad uno stato di armonia e maggiore equilibrio.

Armonia che, per definizione, è un concetto fatto di suono.

In questo caso, di voce e gesto.

E, qualità sempre necessaria per avvicinarsi alle novità, serve un po’ di “apertura all’esperienza” – tratto che, come detto, pare essere tipico degli appassionati di ASMR.

Certe avventure sono nascoste, protette, solo sussurrate.

Per questo, bisogna ascoltare (e vedere) oltre.

Bibliografia e sitografia

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