Disturbi del comportamento alimentare: la bulimia nervosa

bulimia nervosa

I disturbi del comportamento alimentare consistono in disfunzioni delle abitudini alimentari o in comportamenti patologici di controllo del peso corporeo.

L’incidenza dei disturbi alimentari è in aumento soprattutto nel mondo occidentale, a causa di un ideale di magrezza sempre più diffuso anche a causa dei social network (basti pensare alla popolarità di hashtag come #thinspiration e #thinspo su Instagram e TikTok). 

Solitamente, i disturbi dell’alimentazione insorgono nell’adolescenza e colpiscono prevalentemente ragazze e giovani donne, ma sono in aumento anche i casi riscontrati tra bambini e adulti.

Cos’è la bulimia nervosa

La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da grandi abbuffate seguite da condotte anomale mirate a eliminare l’apporto calorico del cibo appena ingerito. Il metodo più comune utilizzato a questo scopo dalle persone affette da bulimia è il vomito autoindotto, un comportamento molto pericoloso in quanto provoca uno squilibrio elettrolitico e un abbassamento dei livelli di potassio, magnesio e sodio, che possono portare a un indebolimento del muscolo cardiaco e all’insorgere di difficoltà cardiache.

Altre strategie messe in atto per neutralizzare l’effetto delle abbuffate sono l’assunzione di lassativi e diuretici, l’adozione di regimi alimentari altamente restrittivi e un eccessivo esercizio fisico.

Segni e sintomi della bulimia nervosa

Il sintomo principale della bulimia nervosa è l’assunzione di grandi quantità di cibo, significativamente superiori rispetto a quanto si mangerebbe in circostanze normali o a quanto la maggior parte delle persone mangerebbe in quel lasso di tempo, seguita da comportamenti di tipo compensatorio per evitare di prendere peso. Durante le abbuffate, chi soffre di questo disturbo ha la sensazione di perdere il controllo ed è incapace di fermarsi. Inoltre, tende a manifestare una forte e costante preoccupazione rispetto al proprio peso e alla propria immagine corporea.

Perché si possa parlare di bulimia nervosa, gli episodi di abbuffate seguite da pratiche di “eliminazione” devono avvenire almeno una volta a settimana per un periodo continuativo di almeno tre mesi. Tuttavia, la frequenza dei comportamenti compensatori è estremamente variabile e cresce con l’aumentare della gravità del disturbo.

Come riportato dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5, 2014), la bulimia nervosa è considerata:

  • Lieve, nel caso di 1-3 episodi a settimana di condotte compensatorie inappropriate
  • Moderata, nel caso di 4-7 episodi a settimana di condotte compensatorie inappropriate
  • Grave, nel caso di 8-13 episodi a settimana di condotte compensatorie inappropriate
  • Estrema, nel caso di 14 o più episodi a settimana di condotte compensatorie inappropriate

Tra gli altri segnali e sintomi mostrati dalle persone che soffrono di bulimia nervosa, si riscontrano un’aumentata frequenza di sintomi depressivi, di disturbi d’ansia e di disturbi bipolari e della personalità (con una prevalenza del disturbo borderline di personalità) che possono manifestarsi contemporaneamente, in seguito o in precedenza all’insorgere del disturbo alimentare.

Cause e fattori di rischio della bulimia nervosa

La bulimia nervosa è stata associata ad alcuni fattori di rischio legati alla personalità dell’individuo, all’ambiente culturale in cui vive e alla sua genetica e fisiologia.

Rispetto ai fattori psicologici e temperamentali, si è riscontrato un aumento del rischio nelle persone che soffrono di bassa autostima, sintomi depressivi, disturbo d’ansia o fobia sociale e che, in età evolutiva, manifestano sintomi del disturbo iperansioso dell’infanzia.

Per quanto riguarda i fattori ambientali, il rischio di sviluppare la bulimia nervosa è più alto nelle culture in cui la magrezza è considerata un valore, come quella occidentale. Tra gli elementi ambientali da considerare, però, ci sono anche il vissuto e il contesto familiare dell’individuo: un fattore di rischio molto importante è rappresentato, infatti, da esperienze di abuso (fisico e/o sessuale) subite durante l’infanzia.

Infine, rispetto ai fattori genetici e fisiologici, il rischio di sviluppare bulimia nervosa risulta essere più alto tra chi ha una “familiarità” con questo disturbo (ovvero ha altri parenti che ne soffrono o ne hanno sofferto). Inoltre, sono indicati come possibili fattori di rischio anche l’obesità infantile e una maturazione puberale precoce.

Per approfondire

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Il tema dell’alimentazione e del legame tra comportamenti alimentari e benessere psicologico è trattato anche in due seminari tenuti dalla Psicologa Veronica Rossi, specializzata in Psicologia dell’alimentazione, del benessere e dello sport.