Il lavoro notturno e rischi professionali

LAVORO NOTTURNO E RISCHI PROFESSIONALI

Il lavoro notturno, che coinvolge settori come sanità, vigilanza, industria alimentare, trasporti, logistica, metalmeccanica e turistico/alberghiero, rappresenta un rischio professionale specifico. In Italia, secondo i dati Eurispes, sono circa 2,5 milioni i lavoratori notturni.

Ritmi circadiani e lavoro notturno

I ritmi circadiani regolano alcuni processi fisiologici e sono in gran parte controllati dall’alternanza luce/buio. Questa sincronizzazione incide sui livelli di melatonina, secreti dalla ghiandola pineale. Le alterazioni in questa sincronizzazione possono comportare variazioni ormonali e cellulari.

Effetti del lavoro notturno sulla salute riproduttiva

Recenti studi hanno individuato la possibilità che una modificazione dei ritmi circadiani possa incidere sui livelli di concentrazione degli ormoni sessuali (LH, FSH e PRL), ipotizzando una soppressione della funzione ovarica potenzialmente dipendente dal lavoro notturno. Questo può contribuire indirettamente allo sviluppo di tumori ormone-dipendenti e a una irregolarità nel ciclo mestruale significativamente maggiore.

Prevenzione e protezione nel lavoro notturno

L’organizzazione dei turni di lavoro, e quindi del lavoro notturno, è regolamentata da accordi presenti nella contrattazione collettiva in diversi comparti produttivi. Questo comporta un grado di discrezionalità da parte del datore di lavoro per gestire l’organizzazione del lavoro in modo funzionale per l’attività lavorativa specifica. Comunemente non sono presenti delle rigidità che vincolino a turnazioni definite. All’interno di tale possibile variabilità è centrale che siano chiare le misure di prevenzione e protezione che possono andare a ridurre le alterazioni circadiane e quindi possibili eventi avversi.

Gestione del rischio da lavoro notturno

L’organizzazione del lavoro è fondamentale nella gestione del rischio da lavoro notturno. Adottare turni e tempistiche appropriate può minimizzare i possibili rischi per la salute e la sicurezza.

Linee guida per il benessere dei lavoratori notturni

Le linee guida di organismi nazionali e internazionali suggeriscono comportamenti che possono aumentare il benessere dei lavoratori. Gli elementi principali da considerare per la valutazione del rischio includono genere, età, lunghezza, frequenza e regolarità del turno, direzione della rotazione, numero di notti consecutive, orario di inizio e fine turno, modalità di inserimento dei giorni di riposo, presenza di turni nel weekend, orario prolungato.

Interventi compensativi per il lavoro notturno

Gli interventi compensativi possono includere la riduzione delle ore di lavoro notturno, l’incremento del numero dei riposi compensativi, la possibilità di passaggio al lavoro diurno ad intervalli periodici o in modo stabile dopo un determinato numero di anni, garantire un adeguato training per i lavoratori, e la messa a disposizione di appositi spazi/stanze per brevi pisolini.

Ruolo del medico competente nel lavoro notturno

Il medico competente ha un ruolo importante nella valutazione dello stato di salute del lavoratore, accertando l’idoneità alla mansione specifica che prevede lavoro notturno. Questo include visite preventive, visite periodiche almeno ogni 2 anni e visite in caso di condizioni di salute incompatibili con lo svolgimento del lavoro notturno. Il medico competente deve prestare attenzione a quelle condizioni cliniche che potrebbero rappresentare rischi aggiuntivi per il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, tenendo in considerazione anche l’assetto endocrino.

Aspetti normativi

Art. 1 comma 2 d.lgs. 66/2003 s.m.i.
‘periodo notturno’: periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino; ‘lavoratore notturno’: qualsiasi lavoratore che svolga per almeno tre ore lavoro notturno per un minimo di 80 giorni lavorativi all’anno (il suddetto limite è riproporzionato in caso di lavoro a tempo parziale).
Art. 11 comma 2 d.lgs. 66/2003 e s.m.i. e art. 53 d.lgs. 151/2001; art. 10 d.lgs. 345/1999

Divieto di adibire a lavoro notturno donne in gravidanza, fino al compimento di un anno del bambino; divieto per i minori.