La Famiglia: viaggio tra storia e animazione cinematografica

A cura di: Chiara Mariagrazia Giarrusso

A partire da una breve sintesi sulle varie sfumature del significato di famiglia, l’articolo si propone di evidenziare quanto quest’ultima sia agente in evoluzione lungo un continuum storico-culturale. La molteplicità di tipi di famiglia esistenti, rende arduo stabilire in modo univoco che cosa è la famiglia.

La sua definizione risulta interconnessa anche dal contesto scientifico che la studia (antropologico, storico, sociale e psicologico) e dall’insieme delle norme e valori condivisi in un dato tempo. Le indicazioni provenienti dagli studi antropologici indicano due criteri per distinguere la molteplicità di forme che la famiglia può assumere: la discendenza (il modo con cui un individuo identifica la propria parentela) e la residenza (dove va a vivere la nuova famiglia)

Da questi principi emergono varie categorie di famiglie: nucleare o monogamica, estesa, monoparentale, poligamica, ricomposta, adottiva, omosessuale, unipersonale. Vi sono anche differenze di prospettiva in base al punto di vista sincronico, che identifica la famiglia con il sistema interattivo nella dimensione del presente e chiuso dentro precisi confini, e quello diacronico che sottolinea l’importanza della trasmissione multigenerazionale e dei suoi scambi emotivi fra più generazioni.

Attraverso esempi cinematografici l’articolo sviluppa il tema della famiglia sotto una lente sistemico-relazionale.

INTRODUZIONE

La famiglia assume funzioni e strutture differenti che rendono impossibile riferirsi ad essa come un’unità immutabile. L’aumento di famiglie monogenitoriali sembra attribuito allo sproporzionato tasso di divorzio.

Generalmente le madri sono investite del ruolo di figure di accudimento primario del bambino. Oggi questo scenario si è in parte modificato grazie a pratiche come l’affidamento congiunto che permettono di creare un rafforzamento del legame e dell’investimento paterno nella relazione con i figli e nella nuova forma di co-genitorialità. Difatti con il divorzio viene meno il ruolo di coppia ma permane quello della genitorialità. Separazioni e divorzi permettono di formare nuclei familiari ricomposti.

Un’ulteriore configurazione familiare è quella della famiglia composta da una sola persona. Molti giovani hanno amici e diverse relazioni affettive ma senza alcun impegno che comporti una convivenza sotto lo stesso tetto. Esistono famiglie single formate da persone che hanno perso il partner o che scelgono di vivere da sole.

Molto delicata è la situazione delle famiglie adottive, in quanto interessa la storia dei futuri genitori, con il loro bagaglio di desideri, e quella del futuro figlio che spesso porta con sé esperienze di abuso e maltrattamento. Si assiste inoltre a un aumento di relazioni di coppia tra persone con differente background culturale. Le famiglie miste convivono con la differenza (di lingua, religione, tratti somatici, tradizioni) e la coltivano.

Le famiglie di omosessuali mutano a seconda che la coppia sia costituita da due donne o due uomini o in relazione a eventuali figli; se nati in seguito al ricorso della fecondazione assistita, adottati o figli nati da una relazione eterosessuale precedente di uno dei due partner. Esistono poi le famiglie pendolari ovvero quelle dove uno dei due partner è assente per lunghi periodo a causa del lavoro, emigrazione o carcere (Andolfi, 2015).

1. Definizione di famiglia

L’etimologia deriva dal latino fam?lia, che, a sua volta deriva da fam?lus «servitore, domestico». Inizialmente indica l’insieme dei servi e dei congiunti accumunati dal vivere e sottostare ad un’unica autorità. La funzione più antica è quella di comunità costituita per ragioni di difesa, con il compito di riproduzione e di sopravvivenza della specie.

Nell’Europa preindustriale si fa largo l’idea di famiglia tradizionale (matrimoni monogami, stabili, prole numerosa) e rigida gerarchia, definita in base all’età, al sesso e all’anzianità. Nei primi anni del Novecento “l’etica del dovere” conduce a una trasformazione sociale e di conseguenza a un certo tipo di famiglia, quella patriarcale.

In epoca odierna il sociologo Z. Baumann conia il termine «società dell’incertezza» per descrivere la precarietà delle due funzioni principali della famiglia: il senso di appartenenza e il processo di individuazione. Sottolinea come lo stato mutevole delle cose e delle relazioni influenza l’idea di famiglia «dove uomini e donne sono abbandonati a sé stessi, oggetti a perdere, che anelano la sicurezza dell’aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno, e quindi ansiosi di “instaurare relazioni” ma al contempo timorosi di restare impigliati in relazioni “stabili” (Bauman, 1990)».

Il soggettivismo ha logorato le basi della modernità dove, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. La famiglia si trova senza basi solide e l’apparire a tutti costi (es. sui social con foto e video da “Famiglia Mulino Bianco” spensierata e senza problemi) assume un valore fondamentale. Questo può causare un vortice pericoloso, in quanto basato su un consumismo che non mira al raggiungimento di “oggetti di desiderio” (in termini psicoanalitici, ovvero con valenza simbolico-significativa) in cui appagarsi ma che li rende subito superati, transitando da un consumo all’altro in una sorta di “bulimia senza fine” (Recalcati, 2017).

1.2 Famiglia come sistema relazionale primario

In ottica sistemica la famiglia è un’unità dove ogni membro influenza ed è influenzato dagli altri componenti. Lo psicologo K. Lewin afferma che «la famiglia come gruppo, differente dalla somma delle singole parti che lo compongono, ha caratteristiche supplementari, ossia un’interdipendenza tra i vari membri, una struttura propria e fini peculiari. Dunque una totalità dinamica in cui un cambiamento di stato di una sua parte qualsiasi influenza lo stato di tutte le altre (Fruggeri, 1997)».

S. Minuchin concettualizza la famiglia come sistema caratterizzato da una struttura ben definita (macrosistema famiglia con regole e ruoli che influenzano i sottosistemi coniugale, genitoriale e filiale) e capacità di adattamento, attraverso processi di negoziazione fra i suoi membri in risposta ad eventi critici o alle sue tappe di sviluppo. Le fasi della famiglia sono scandite lungo il suo ciclo di vita (creazione della coppia, nascita dei figli, adolescenza, età adulta e fase del nido vuoto, anzianità e cambio di ruoli).

V. Satir introduce il concetto di famiglia come peoplemakers, ovvero costruttori di persone, basato su quattro punti fondamentali:

  1. Autostima: i sentimenti e le idee che ognuno ha di sé stesso;
  2. Comunicazione: le modalità che vengono usate per elaborare significati con un’altra persona;
  3. Sistema familiare: regole utilizzate su come si dovrebbe sentire e agire;
  4. Collegamento con la società: modo con cui i membri si relazionano con le istituzioni fuori dalla famiglia.

Il film del 2013 I segreti di Osage County presenta perfettamente i quattro punti esaminati. Dunque la famiglia, come primo ambiente comunitario di appartenenza, plasma la personalità del futuro individuo (Byng-Hall, 1995).

2. Radici in scena: analisi di famiglie transgenerazionali da mono-genitoriale ad estesa di tipo matriarcale

2.1 Encanto

Encanto è il nome del villaggio, del film di animazione del 2021 diretto da B. Howard e J. Bush, dove vive l’eccezionale famiglia Madrigal. La capostipite, Alma Madrigal perde il marito durante la fuga da un conflitto armato e rimane con i suoi tre gemelli Julieta, Pepa e Bruno. Il sacrificio di Pedro dà vita a un miracolo, una candela (oggetto metaforico) sempre accesa (Recalcati,2017).

La sua magia protegge il focolaio domestico e dona ai componenti poteri unici. Mirabel è l’unica apparentemente senza un dono. Come Miguel in Coco anche Mirabel non rispecchia le aspettative della nonna. La giovane cerca di essere utile, provando a dimostrare di essere all’altezza della famiglia. Spinta da timori e senso di protezione, nonna Alma crea alleanze all’interno del sistema familiare. La triangolazione e la coalizione contro chi è considerato diverso, quali Mirabel, “senza talento”, e lo zio Bruno, che con le sue profezie rischia di portare alla luce un segreto lesivo (lutto traumatico non elaborato), impedisce ai membri di differenziarsi. Il dono ricevuto rappresenta il ruolo prestabilito che ciascuno è tenuto a rispettare all’interno del sistema familiare, garantendone così l’omeostasi. Questo diventa una gabbia per tutti i Madrigal quando iniziano a non comprendere quale sia il loro incarico e come poterlo rielaborare e renderlo più adattabile a una nuova identità familiare e individuale (Angiolari, Loriedo 2021).

Il mito del perfetto albero genealogico dei Madrigal svolge una doppia funzione: da un lato diventa un meccanismo di difesa che protegge il sistema e dall’altro diventa un impedimento alle innovazioni. Spinte espulsive e di contenimento caratterizzano il sistema familiare. Mirabel sperimenta appieno quest’ambivalenza attraverso il messaggio del doppio legame: la comunicazione verbale (sei preziosa per noi) e quella analogica (sguardi, posture, silenzi, toni della voce che indicano disapprovazione) da parte dei familiari suona come: «Sei utile ma non possiedi un dono speciale» (Canovi, 2023).

I Madrigal rappresentano la cosiddetta famiglia invischiata. Caratterizzata da una forte interconnessione e dalla debolezza dei confini tra i vari sottosistemi. In essa i ruoli sono confusi, la nonna diventa la mamma delle nipoti, i figli prendono in carico le responsabilità e non sono trattati nel rispetto delle differenze di età. Nei confronti dello zio Bruno viene operata quella che Haley chiama coalizione perversa. Bruno per aver intuito/predetto le dinamiche interne viene cacciato, costretto a vivere nel “rimosso” in mezzo ai topi (Recalcati, 2017). Lo zio, come detentore del segreto (la profezia sulla famiglia), assume una posizione scomoda poiché può rivelare le sue conoscenze a uno dei membri appartenente a un diverso livello generazionale. Quello che di fatto succederà con la nipote Mirabel. Toccherà proprio alla nipote tagliare il laccio emotivo familiare. Con la sua empatia coglie e dà voce alle crepe della casa, le quali simboleggiano le fragilità e i bisogni dei suoi componenti.

Ciò comporta un momento di crisi interna, crollo dell’abitazione, fiamma che si spegne, perdita dei doni, accompagnato da una fase di riconciliazione (Angiolari, Loriedo, 2021). Non è casuale che nonna e nipote si rincontrano nel luogo del lutto. Lungo il fiume, Alma finalmente abbraccia il suo dolore e il suo unico figlio maschio, Bruno. Una nuova candela si accende, un altro miracolo prende vita per la famiglia Madrigal.

2.2 Coco

Nel 2017 esce il film d’animazione Coco di L. Unkric e A. Molina che, con grande maestria, riescono a farci entrare all’interno del genogramma familiare della famiglia Rivera. Durante la preparazione del Giorno dei Morti vengono portate in scena parallelamente, in un tempo presente e in un tempo passato, quattro generazioni del ramo materno. Il dodicenne Miguel sogna di diventare un musicista. È inconsapevole del mandato che la trisavola, Mamá Imelda, ha lasciato ai membri della casa: la musica è bandita dalla famiglia e tutti devono dedicarsi alle calzature.

L’antico trauma familiare vede protagonista proprio Imelda e la bisnonna Coco bambina, abbandonate dal marito/padre Hector per seguire la carriera musicale. La tenacia di Imelda, nell’avviare la ditta di calzature e portarla avanti, tramanda un tipo di narrazione familiare; sono le donne di casa a garantire il futuro della famiglia (analogia con Encanto). Il segreto protettivo, ovvero quello in cui i sentimenti troppo dolorosi per essere affrontati sono messi da parte, e la lealtà invisibile (vi salverò dal mio stesso destino) spingono nonna Abuelita a impedire il sogno del nipote.

Quando Miguel si ribella, rischia di spezzare una regola implicita fondamentale e Abuelita giunge a rompere la chitarra tanto amata (Byng-Hall, J., 1995 & Loriedo, Angiolari, 2021). La lealtà cieca al proprio sistema familiare imbriglia e impedisce al giovane di guardare avanti. Miguel decide di sganciarsi, scappa ed entra nella tomba monumentale di De La Cruz. Imbraccia la chitarra, la suona e inizia un viaggio nell’Aldilà, dove incontra le anime dei suoi antenati. Tuttavia l’aver sottratto un oggetto a un morto comporta una maledizione, trasformarsi lentamente in scheletro, che può essere sciolta solo dalla benedizione di un componente della famiglia (rituale di passaggio, il petalo di tagete). Miguel incontra Imelda che le offre aiuto in cambio della sua fedeltà: “Per tutta la tua vita non dovrai suonare né cantare!”. Il ragazzo rifiuta e per la seconda volta scappa dal sistema familiare spinto, inconsapevolmente, dal desiderio di cambiare copione e svelare il segreto.

Difatti l’aspetto paradossale del segreto è che ha diversi livelli comunicativi, viene contemporaneamente celato e svelato, «ciò che viene taciuto alla prima generazione la seconda lo porta nel suo corpo» (cit. in Schützenberger, 1993). Durante la fuga incontra Hector che lo aiuta a recuperare una chitarra e a partecipare alla gara musicale. In cambio Hector chiede di portare una sua foto nell’ofrenda della propria famiglia, in modo da non essere dimenticato e poter passare il ponte per visitarli. Hector confida a Miguel di voler ritornare nel mondo dei vivi per rivedere la sua bambina, Coco, facendo capire al ragazzo chi è il suo vero trisavolo.

Con il supporto delle guide spirituali, l’alebrije Pepita e Dante, gli antenati aiutano il giovane senza vincolarlo a promesse. Tornato a casa Miguel canta per Coco la canzone Ricordami e dona il pezzo mancante della foto del papà. Anche qui la guarigione dell’albero genealogico permette la riconciliazione e accettazione di tutti i membri grazie a una nuova lente sistemica.

Conclusioni

Secondo un’ottica sistemico-relazionale ciò che siamo o sentiamo ha spesso una matrice antica. Come abbiamo visto con l’analisi di Encanto e Coco la vita familiare è costituita da avanzamenti e retrocessioni. Questo continuo movimento permette l’adattamento nel tempo e la riconfigurazione dei ruoli all’interno del sistema.

L’identità della famiglia si crea tramite continui aggiustamenti, oscillando tra antiche usanze e innovazioni. In ogni famiglia esistono membri che lavorano per il mantenimento (Alma, Imelda, Abuelita) e altri per il cambiamento (Bruno, Mirabel, Miguel). Quest’ultimi cercano di creare un nuovo assetto con la possibilità di una indipendenza emotiva.

Nelle costellazioni familiari è importante quel membro escluso, scappato, traditore, ribelle, ovvero chi in un certo modo lascia un vuoto o viene considerato la pecora nera, in quanto ha il compito di portare alla luce tutto ciò che viene considerato negativo o proibito. Quest’ultimo inizialmente sente l’opposizione del suo sistema, proprio per la scossa emotiva creata, per poi percepire una riconciliazione nel momento della riorganizzazione.

Nei due film di animazione emerge il tema dello svincolo, quel senso di essere grati per i sacrifici degli antenati ma sganciati.

Si colgono due livelli nel processo emotivo: quello dell’esperienza emotiva con funzione adattiva (in famiglia il sacrificio ci ha salvato vs in famiglia la musica ci ha diviso) e quello dell’espressione emotiva, ovvero poter esprimere ciò che si sente (Lisa sente il peso delle aspettative, Isabel vuole creare piante grasse, non solo fiori).

Encanto e Coco forniscono una base per rappresentare la complessità delle trame familiari, dove trovano posto concetti come omeostasi, morfogenesi (l’abilità del sistema di evolversi), regole (implicite o esplicite) e credenze.

Bibliografia

  • Andolfi, M. (2015). La terapia familiare multigenerazionale. Milano: Raffaello Cortina.
  • Angiolari, C., Loriedo, C. (2021). Il segreto. La complessità nascosta nel sistema familiare. Milano: Raffaello Cortina.
  • Baumann, Z. (1999). La società dell’incertezza. Bologna: il Mulino.
  • Byng-Hall, J. (1995). Le trame della famiglia. Attaccamento sicuro e cambiamento sistemico. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Canovi, A. G. (2023). Di Troppa (o poca) famiglia. Milano: Sperling & Kupfer.
  • Fruggeri, L. (1997). Famiglie. Dinamiche interpersonali e processi psico-sociali. Roma: Carrocci Editore.
  • Recalcati, M. (2017). Cosa resta del padre. Milano: Raffaello Cortina.
  • Schützenberger, A. A. (1993). La Sindrome degli Antenati. Psicoterapia Transgenerazionale e i legami nascosti nell’albero genealogico. Roma: Di Renzo Editore.