Il Training Autogeno si basa sulla correlazione tra stati psichici, in particolare le emozioni e gli aspetti somatici dell’individuo. Le emozioni sono il risultato di un complesso insieme di modifiche che coinvolgono il sistema nervoso periferico, il sistema nervoso centrale, il sistema neuroendocrino (in particolare una particolare regione situata alla base del cervello, la Formazione Reticolare, che è in grado di controllare, a sua volta, molteplici funzioni dell’organismo: psichiche, ormonali, vegetative).
L’attribuzione cognitiva (ad esempio un’emozione vissuta come piacevole o spiacevole) viene mediata dalla neocorteccia. Oltre ad una predisposizione genetica, l’assetto, ovvero l’equilibrio, tra aspetti prevalentemente somatici ed aspetti di natura principalmente cognitiva (risultanti dall’interazione con l’ambiente fisico e sociale) determina il tipo di risposta che ognuno avrà rispetto all’ambiente stesso durante lo sviluppo.
Il T.A. mira ad auto-indurre volontariamente un’attivazione dell’area trofotropica (nell’ipotalamo), mediante la ripetizione mentale di certe frasi o immagini. La stimolazione di quest’area determina l’attivazione del sistema parasimpatico con conseguenti fenomeni quali la riduzione del ritmo cardiaco, della frequenza respiratoria e del tono muscolare, i quali, caratterizzano lo stato di rilassamento, o metabolismo basale, ovvero il metabolismo che avrebbe il corpo in uno stato di assoluto riposo, senza nessuna attivazione fisica o mentale. In modo volontario è possibile dunque raggiungere la condizione che si raggiunge spontaneamente con il sonno: la riparazione, rigenerazione e rivitalizzazione dell’organismo (per alcuni studiosi, nei soggetti che hanno raggiunto un grado elevato di allenamento, un breve esercizio di T.A. potrebbe addirittura sostituire una o due ore di sonno).
In questa tecnica, contrariamente all’ipnosi, la coscienza conserva sempre uno stato di relativa vigilanza (non vi è perdita di coscienza).
Mediante l’elettroencefalogramma è possibile misurare le onde cerebrali, le quali, nella pratica del T.A. differiscono in modo significativo sia da quelle prodotte durante il sonno che da quelle prodotte sotto ipnosi. La variazione più significativa è riscontrabile nel ritmo alfa. Il ritmo alfa è costituito da onde sinusoidali la cui frequenza media è di solito 10 c/s, con una gamma compresa tra 8 e 13 c/s. Esso si evidenzia nella regione occipito-temporo-parietale ed ha un potenziale compreso tra 25 e 70 microvolt. Il ritmo alfa si presenta di solito intermittente . L’ unità percentuale di ritmo alfa presente in un tracciato viene denominato indice alfa. Tale ritmo alfa è caratteristico dello stato di riposo. Alla chiusura degli occhi compare spesso una certa attività alfa, intervallato da periodi di ritmo più piatto. Nel tracciato E.E.G. dell ipnosi si nota il ritmo alfa desincronizzato nei due emisferi, in particolare si assiste all’ iperfunzione dell’ emisfero destro. Nel T.A. vi è la presenza sincronizzata di ritmo alfa nei due emisferi, si assiste cioè allo stato di coscienza caratterizzato da una contemporaneità conscio-inconscio, che si integrano a vicenda.
Con il procedere dell’allenamento autogeno dunque il ritmo alfa tende a :
- essere più presente nel tracciato
- aumentare la frequenza delle “bouffées” dei fusi
- aumentare di voltaggio (fino a 250mv)
- essere presente nel tracciato anche per molto tempo dopo la fine dell’esercizio
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