Mindful Eating nel trattamento delle Abbuffate e della Fame Emotiva (Parte 2)

mindful eating

a cura della dott.ssa Erika Bianconi

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Evidenze scientifiche sul programma MB-EAT (Mindful Based Eating Awareness Training)

Lo studio iniziale a supporto del programma MB-EAT (Mindful Based Eating Awareness Training) ha adottato un disegno di studio di base/prolungato non randomizzato [Kristeller & Hallett, 1999], con un campione di 18 donne obese (su 20 partecipanti iscritti) che soddisfacevano i criteri per il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED) (età media = 46,5; peso medio = 238 libbre; BMI medio: 40).

Queste donne hanno partecipato a un programma di gruppo di 7 sessioni distribuite in 6 settimane. Il numero di episodi di abbuffata a settimana è diminuito da oltre 4 a circa 1,5. Secondo quanto riportato autonomamente, la quantità di cibo consumata durante le rimanenti abbuffate è notevolmente diminuita, sebbene quattro partecipanti soddisfacessero ancora i criteri per il BED al follow-up di 1 mese. I punteggi sulla Binge Eating Scale (BES) [Gormally, Black, Daston, & Rardin, 1982] sono scesi dalla categoria “grave” a poco sopra l’avere “poco o nessun problema” con le abbuffate. Anche la depressione è passata da livelli clinici a livelli sub-clinici. Il miglior predittore di un miglioramento nel controllo alimentare è risultato essere il tempo dedicato alla pratica di meditazioni legate all’alimentazione.

Successivamente, uno studio clinico randomizzato finanziato dal NIH condotto in due siti [Kristeller, Wolever & Sheets, 2009] ha randomizzato partecipanti con caratteristiche simili (N totale = 140; 15% uomini) in tre gruppi: MB-EAT; un trattamento psicoeducativo (PE) basato sul programma di trattamento dell’obesità del Duke Diet and Fitness Center; o una lista d’attesa, con follow-up a 1 e 4 mesi. Il trattamento è stato ampliato a 9 sessioni e ha posto maggiore enfasi sull’esperienza corporea e sulle qualità empatiche della consapevolezza: non giudizio, compassione e coltivazione dell’accettazione di sé.

Come segnalato in altri studi che confrontano nuove terapie con terapie attive, i gruppi MB-EAT e PE hanno mostrato miglioramenti relativamente simili nel comportamento e sulla BES.

Tuttavia, il miglioramento nel gruppo sottoposto al trattamento di Mindful Eating è risultato maggiore o ha avvicinato la significatività in misure indicative di un cambiamento internalizzato (ad esempio, la scala della Fame del Three Factor Eating Questionnaire) [Stunkard & Messick, 1985]. Anche la depressione è migliorata in entrambi i gruppi, ma sembra per motivi diversi. Il miglioramento nel gruppo PE era correlato a una diminuzione delle abbuffate, mentre il miglioramento in MB-EAT era collegato alla quantità di pratica di meditazione. La pratica di meditazione mindful ha previsto anche il miglioramento su altri indicatori di auto-regolazione, inclusa la perdita di peso. L’utilizzo di meditazioni legate all’alimentazione e “mini-meditazioni” ha spiegato una maggiore parte della varianza rispetto alla meditazione seduta generale.

Un trial più recente [Kristeller, 2010] ha ampliato la selezione includendo individui con un BMI di almeno 35; il 25% soddisfaceva i criteri per BED clinico o subclinico (una abbuffata/settimana). Il trattamento è stato esteso a 10 sessioni, con due sessioni di follow-up, e includeva ulteriori componenti che affrontavano la “saggezza esterna” specifica delle linee guida caloriche e nutrizionali. Questi componenti esplorano come utilizzare tali linee guida in modo sostenibile per incoraggiare il dimagrimento e riequilibrare i modelli alimentari.

I temi della “saggezza interna” della fame, sazietà e consapevolezza della scelta sono rimasti gli stessi, con esercizi finalizzati a promuovere la riregolazione dei comportamenti alimentari senza un senso di lotta o auto-accusa. Le analisi preliminari indicano che i partecipanti con BED hanno mostrato miglioramenti comparabili a quelli senza BED, incluso una perdita di peso di circa 7 libbre al follow-up immediato, con un tasso di permanenza equivalente nello studio. Il miglioramento su altre variabili chiave sembra essere paragonabile a quello osservato nelle ricerche precedenti.

Conclusioni

Il programma MB-EAT fonde principi ben consolidati della regolazione dell’assunzione alimentare con i principi della meditazione mindful per presentare un approccio innovativo alla riregolamentazione dei comportamenti alimentari.

Sebbene concettualmente in sintonia con altri approcci efficaci per il trattamento dei disturbi alimentari, presenta caratteristiche uniche. In primo luogo, la formazione nella meditazione mindful costituisce la base per sviluppare la capacità di portare consapevolezza senza pregiudizi ai processi complessi legati alla scelta alimentare, alla decisione di iniziare a mangiare e alla decisione di smettere di mangiare. In secondo luogo, la formazione aiuta le persone a riattivare sistematicamente le capacità innate di interpretare i segnali di fame e sazietà. In terzo luogo, la formazione coltiva deliberatamente il godimento nel mangiare, dando enfasi a “qualità sopra quantità”. Infine, il trattamento basato su Mindful Eating promuove un atteggiamento di accettazione senza giudizio di sé nella vita quotidiana, nell’autoconsapevolezza corporea e nelle esperienze emotive, iniziando dalle esperienze legate al cibo e allargandosi all’intera persona.

La ricerca ha dimostrato l’efficacia di MB-EAT nel trattare i modelli alimentari compulsivi associati al disturbo da alimentazione incontrollata. Ulteriori ricerche suggeriscono che il Mindful Eating possa essere adattato per affrontare la perdita di peso, senza compromettere l’efficacia nel trattare i sintomi associati all’abbuffata. Ulteriori approfondimenti sono necessari per esplorare la sua applicazione nella normalizzazione del rapporto con il cibo e l’alimentazione, sia per gli aspetti compulsivi che restrittivi dell’assunzione alimentare associati alla bulimia nervosa e all’anoressia nervosa.

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