Obesità: fattori di rischio, prevenzione e trattamento

obesità

L’obesità è una patologia sempre più comune e diffusa nei paesi occidentali, non solo tra gli adulti ma anche tra bambini e adolescenti. Secondo i dati raccolti dall’Indagine Multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana” (2015), l’obesità è un problema che interessa quasi una persona su dieci in Italia (9,8%), mentre oltre un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso (35,3%). Le statistiche relative ai bambini sono ugualmente allarmanti: dall’indagine condotta sui bambini nella fascia d’età 8-9 anni nell’ambito dell’iniziativa Okkio alla Salute (2019) emerge che il 9,4% dei bambini è in condizione di obesità e il 20,4% in condizione di sovrappeso. 

La situazione italiana evidenzia, quindi, una crescente esigenza di sviluppare e promuovere una corretta Educazione Alimentare sin dalla tenera età, in modo da imparare -e insegnare ai più piccoli- a riconoscere tutti quei fattori (emotivi, cognitivi, ambientali e percettivi) che possono influenzare il rapporto con il cibo e, di conseguenza, intervenire prontamente nel caso di comportamenti a rischio.

Cause e fattori di rischio

Tra le principali cause dell’obesità sono presenti fattori genetici, condizioni mediche (presenza di patologie congenite o acquisite, assunzione di particolari farmaci), stile di vita (eccessivo consumo calorico, sedentarietà, mancanza di sonno) e fattori psicologici.

Sebbene non sia annoverata ufficialmente tra i disturbi del comportamento alimentare, infatti, l’obesità è, in molti casi, strettamente legata ai fattori emotivi e psicologici tipici dei disturbi della nutrizione e alimentazione. Nei soggetti obesi non è infrequente riscontrare problematiche rispetto al rapporto con il cibo, che viene utilizzato come uno strumento e una strategia di coping per far fronte allo stress, al malessere e alle difficoltà della vita quotidiana.

Per questo motivo, a partire dagli anni ‘80, le cause dell’obesità sono diventate sempre più oggetto di studio e di interesse per la Psicologia della salute, portando a un superamento del tradizionale approccio prescrittivo, secondo cui l’obesità potesse essere curata attraverso diete predefinite, ignorando completamente l’aspetto psico-emotivo che costituisce la base del problema.

In particolare, tra i disturbi psicologici maggiormente associati all’obesità si possono trovare quelli dello spettro ansioso (ansia generalizzata, panico, disturbo ossessivo-complusivo), dei quadri depressivi e disturbi della nutrizione e dell’alimentazione come il disturbo da alimentazione incontrollata e la sindrome da alimentazione notturna

  • Disturbo da alimentazione incontrollata

Anche chiamato binge-eating disorder (BED), questo disturbo è caratterizzato da episodi ricorrenti di grandi abbuffate, in cui il consumo del cibo è molto più rapido e compulsivo di quanto avviene normalmente, anche se non ci si sente affamati o si è già completamente sazi. Durante l’abbuffata, che può avvenire di nascosto e in solitudine a causa dei sensi di colpa e di vergogna, chi soffre di BED ha una sensazione di totale perdita del controllo. Circa il 30% degli individui che richiedono un trattamento per curare l’obesità è affetto da disturbo di alimentazione incontrollata.

  • Sindrome da alimentazione notturna

Questa sindrome è caratterizzata da difficoltà ad addormentarsi o da frequenti risvegli notturni, accompagnati dall’esigenza di ingerire grandi quantità di cibo per contrastare l’insonnia. Solitamente, chi soffre di questa sindrome tende a rifiutare di mangiare durante il giorno. La sindrome da alimentazione notturna interessa circa il 9% dei pazienti obesi e il 27% dei pazienti fortemente obesi.

Prevenzione e trattamento dell’obesità

La prevenzione dell’obesità parte -soprattutto nel caso dei più piccoli ma anche per gli adulti- da una corretta educazione alimentare: essere aperti e disponibili a provare una varietà di alimenti sani e nutrienti è il primo passo per costruire un rapporto equilibrato con il cibo e tenere sotto controllo il peso corporeo. Educare i bambini a un buona alimentazione e dare il buon esempio mantenendo uno stile di vita attivo è fondamentale per prevenire l’insorgere dell’obesità infantile. I figli di genitori obesi o sovrappeso, infatti, tendono a sviluppare più frequentemente questa patologia rispetto ai figli di genitori normopeso.

Tra i principali alleati nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità e dei disturbi alimentari, va ricordata anche la pratica del mindful eating (“mangiare consapevolmente”), uno strumento molto utile per contrastare i sintomi della fame nervosa che consiste nello sviluppare una maggiore consapevolezza rispetto al proprio senso di sazietà ed energia prima, durante e dopo i pasti. Attraverso il mindful eating, inoltre, è possibile riconoscere più distintamente e rapidamente i “trigger” che rischiano di portarci a mangiare in modo smisurato o incontrollato, come ad esempio una situazione particolarmente stressante o uno stato d’ansia o depressione.

Infine, oltre alla dieta, un ruolo sostanziale nel prevenire e trattare una condizione di obesità è svolto dall’attività fisica: gli adulti dovrebbero fare almeno 30 minuti al giorno di attività fisica aerobica di intensità moderata (camminare a passo svelto, andare in bicicletta, nuotare, ballare), mentre per i bambini è raccomandato fare esercizio fisico per almeno 60 minuti al giorno.

Per approfondire

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