Da anni ormai continua il dibattito sulla figura dello Psicologo di base in Italia. In molte occasioni il disagio corporeo e psichico vengono tenuti separati come se appartenessero a due ambiti diversi, mentre tutte le ricerche degli ultimi anni ci confermano come mente e corpo dialogano e si influenzano costantemente. Attualmente tutti coloro che si rivolgono al medico di base per sintomi psicosomatici quali gastriti, cistiti, dermatiti, dolori lombari e cefalee, IBS o disturbi depressivi sono curati unicamente con la terapia farmacologica, nonostante la dimostrata efficacia della psicoterapia. Ma lo Psicologo in tutto questo dov’è? Ecco che nasce l’esigenza di affiancare al medico di base, la figura dello Psicologo di base. La figura dello Psicologo di base prende spunto da un’altra figura, lo Psicologo delle Cure Primarie.
In passato sono state fatte delle proposte di leggi che non ancora hanno portato a nulla di concreto a livello nazionale. Non si può dire lo stesso per il locale.
Il Veneto è stata la prima Regione a sperimentare questa figura nel 2014. Un altro esempio lo possiamo trovare in Emilia-Romagna, a Bologna dove nel 2015 è partito un progetto che associ al medico di base, la figura dello Psicologo di base. Si iniziò con un solo ambulatorio coinvolto arrivando al 2017 in cui se ne contano ben 7 di ambulatori. Tutto questo è potuto avvenire grazie ad un finanziamento della Fondazione del Monte e a medici che hanno messo a disposizione gratuitamente i loro studi per alcune ore a settimana.
Attualmente sono tante le Regioni che si stanno adoperando affinché si riesca a dare una soluzione alla crescente richiesta di cure in questo senso. Tanti pazienti che si rivolgono al medico di base hanno delle emozioni che non riescono a decifrare, sentono un malessere e si presentano dal medico, il quale deve dare assistenza a molti pazienti ai quali ha poco tempo da dedicare.
Altra situazione c’è in Olanda e nel Regno Unito, dove questa realtà è già da tempo ben gestita a livello nazionale. In UK, infatti, già dal 2008 esiste lo IAPT (Improving Access to Psychological Therapies) che garantisce a tutti i cittadini la copertura pubblica psicologica.
L’intento del programma IAPT è quello di offrire ai pazienti un trattamento di prima linea per disturbi depressivi e dello spettro ansioso, in eventuale associazione, qualora ritenessero opportuno, con la terapia farmacologica. Ciò costituisce un cambiamento radicale in quanto la farmacoterapia con antidepressivi è infatti spesso l’unico trattamento a poter essere proposto, nonostante ampia evidenza di efficacia della psicoterapia.
In analogia con l’esperienza inglese, in Olanda, il collegio dei medici di base invita i propri aderenti a non considerare gli antidepressivi come trattamento di prima linea per i sintomi depressivi ma solo per la depressione maggiore di livello grave. Da circa 30 anni è stata istituita nei Paesi Bassi la figura dello “psicologo di base” (primary care psychologist) all’interno del SSN ed attualmente ci sono circa 6000 psicologi di base.
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