Strategie di gestione del rischio ergonomico per promuovere il benessere dei lavoratori

Il termine “rischio ergonomico” si riferisce a tutte quelle attività che possono potenzialmente compromettere il benessere psicofisico dei lavoratori.

L’obiettivo dell’ergonomia è migliorare le prestazioni del sistema lavorativo, garantendo contemporaneamente la soddisfazione generale dei lavoratori e preservandone il benessere, la salute e la sicurezza.

Questo obiettivo viene raggiunto attraverso la valutazione del rischio ergonomico, che implica lo studio delle funzioni e dell’interazione tra il lavoratore e l’ambiente di lavoro.

L’ambiente di lavoro comprende le caratteristiche fisiche del luogo in cui viene svolta l’attività lavorativa, compresi apparecchiature, utensili e altri strumenti utilizzati per svolgere le mansioni assegnate.

La gestione del rischio ergonomico implica diversi approcci, tra cui l’organizzazione del layout dello spazio, della postazione o del locale dedicato all’attività lavorativa.

Inoltre, è fondamentale regolare tutti i parametri fisici dell’ambiente, come la presenza di inquinanti, temperatura, umidità relativa, ventilazione, rumore e illuminazione.

Inoltre, la gestione degli aspetti sociali e organizzativi è essenziale per mitigare il rischio ergonomico.

Il rischio ergonomico si manifesta in varie situazioni lavorative, ma è particolarmente comune nelle attività di Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC).

Ad esempio, le attività che coinvolgono continui trascinamenti, sollevamenti e spinte comportano un elevato rischio ergonomico per la contrazione di patologie e problemi muscoloscheletrici, specialmente se non vengono rispettate le norme ergonomiche durante tali attività.

Anche coloro che trascorrono molte ore seduti di fronte a un computer senza interruzioni adeguate aumentano il rischio di adottare posture errate, causando dolori e potenziali danni permanenti.

Pertanto, la gestione del rischio ergonomico è fondamentale per preservare la salute e il benessere dei lavoratori.

Ma cosa implica esattamente la Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC) e quali sono le conseguenze potenziali?

La MMC può portare a patologie causate da sovraccarico biomeccanico, concentrandosi soprattutto su affezioni alle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.

In base alla definizione, la MMC rappresenta un rischio correlato a diversi fattori, tra cui:

  1. Caratteristiche, peso, ingombro e posizione del carico;
  2. Sforzo fisico richiesto per movimentare il carico;
  3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio disponibile, tipo di pavimentazione, dislivelli, microclima);
  4. Esigenze connesse all’attività;
  5. Fattori individuali di rischio.

La normativa, in particolare l’articolo 168 del D. Lgs. 81/08, stabilisce che il datore di lavoro è tenuto ad adottare misure organizzative necessarie e a utilizzare mezzi appropriati, come attrezzature meccaniche, per evitare che i lavoratori debbano effettuare la Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC).

I criteri di riferimento per la valutazione del rischio legato alla MMC sono definiti nelle norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3), che riguardano le attività di movimentazione manuale, quali sollevamento, trasporto, traino, spinta e movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza.