Vacanza studio all’estero: quando e perché farla

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Le vacanze estive sono, sicuramente, il periodo dell’anno preferito da tutti gli studenti: niente compiti in classe, niente interrogazioni, niente verifiche e niente stress. Tuttavia, non deve necessariamente essere un periodo di totale sospensione dell’apprendimento e con una vacanza studio può diventare, invece, un’occasione per fare esperienza, per migliorare la propria padronanza delle lingua straniere e conoscere nuove culture.

Cos’è e come funziona una vacanza studio

Una vacanza studio è un viaggio dedicato agli studenti della scuola secondaria di primo o, più spesso, secondo grado, finalizzato al potenziamento delle competenze linguistiche e delle cosiddette “life skills”. Fare un’esperienza di studio all’estero, infatti, è un’importante opportunità di crescita personale, che contribuisce alla costruzione dell’autonomia, rafforza la sicurezza in sé e migliora le capacità sociali e relazionali.

Le vacanze studio si svolgono solitamente nei mesi estivi, durante il periodo di sospensione delle attività didattiche, e hanno una durata di circa 2-4 settimane, sebbene in alcuni casi (soprattutto per i ragazzi più grandi) siano disponibili pacchetti della durata di oltre un mese.

Una vacanza studio tradizionale prevede un corso di lingua giornaliero, accompagnato da attività ludico-ricreative, visite ed escursioni alla scoperta della città o del paese in cui si svolge. Esistono, tuttavia, anche vacanze studio tematiche, in cui, oltre ai corsi di lingua, sono previsti anche corsi di potenziamento e approfondimento di alcune discipline specifiche: ad esempio, corsi di informatica, scienze, ma anche musica, arte o teatro.

Durante una vacanza studio, lo studente può alloggiare presso una famiglia del luogo oppure all’interno di un college. 

La prima soluzione è certamente più economica, e può essere un’ottima occasione per ragazzi più esperti, che già sono in grado di interagire con facilità in una lingua straniera e muoversi in modo autonomo per la città: la famiglia ospitante, infatti, solitamente non è bilingue e la convivenza può essere difficile per bambini più piccoli che ancora non padroneggiano bene la lingua.

La seconda soluzione ha un costo superiore e offre meno opportunità allo studente di vivere proprio come farebbe una persona del posto, ma è la scelta più adatta per chi può avere bisogno di un accompagnatore bilingue o preferisce stare all’interno di un campus, vicino al luogo delle lezioni e agli altri studenti.

A quale età partire

Non esiste un vero e proprio limite d’età quando si tratta di vacanze studio: solitamente si tratta di un’esperienza rivolta ad adolescenti e pre-adolescenti, ma esistono programmi rivolti anche agli studenti della scuola primaria. In questo caso, è possibile partecipare a una vacanza studio in Italia, ma in un contesto linguistico diverso, in cui il bambino è chiamato a interagire con compagni e insegnanti in lingua straniera.

Per quanto riguarda le vacanze studio all’estero, invece, generalmente le prime esperienze di viaggio in gruppo si fanno a partire dai 12-13 anni (con permanenza in college) e le prime esperienze di viaggio individuali attorno ai 14-15 anni (con permanenza presso una famiglia o presso un college con studenti provenienti da altre nazioni). 

È importante ricordare che, però, non esiste una regola valida per tutti: la decisione di fare una vacanza studio può essere presa anche alla fine del percorso scolastico, dopo la maturità, magari proprio per orientarsi meglio nella scelta dell’università, chiarirsi le idee sui propri interessi o valutare il proprio futuro professionale.

I vantaggi della vacanza studio

Il primo e più grande vantaggio della vacanza studio è che permette agli studenti di imparare la vera lingua del posto, parlata da persone madrelingua e in un contesto naturale. Essere completamente immersi in una cultura straniera apre gli occhi e la mente, facilita l’apprendimento della lingua e, allo stesso tempo, “sfida” lo studente a mettersi alla prova, a cercare le parole giuste, a correggere la propria pronuncia, a usare perifrasi e giri di parole se non conosce un determinato vocabolo, e così via.

Partecipare a una vacanza studio aiuta, quindi, non solo a potenziare le proprie capacità linguistiche, ma anche quelle comunicative, relazionali e di problem solving. 

Inoltre, trascorrere del tempo lontano da casa e dalla famiglia costituisce un importante momento di passaggio per gli studenti: sia che si scelga di stare in un college o presso una famiglia, infatti, lo studente in vacanza all’estero è chiamato a organizzare e gestire i propri tempi e spazi in autonomia, il che lo porta a sviluppare un maggior senso di responsabilità, di auto-efficacia, e tornare a casa più maturo.

Un altro vantaggio, spesso sottovalutato dai genitori ma molto importante per i ragazzi, è che durante una vacanza studio si possono stringere forti legami di affetto e di amicizia con la famiglia ospitante o con i propri compagni di viaggio, connazionali e non: se, infatti, in molti casi il gruppo vacanze è composto da persone che partono tutte insieme dallo stesso paese, non è raro che una volta raggiunto il campus si incontrino altri gruppi provenienti da paesi diversi.