Identità Sociale: fattore di protezione dallo stress sul lavoro

stress sul lavoro

“Circa metà dei lavoratori europei considera lo stress comune nei luoghi di lavoro e ad esso è dovuta quasi la metà di tutte le giornate lavorative perse.” I dati dell’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro mettono in luce l’impatto dello stress da lavoro correlato sul benessere di milioni di lavoratori ed evidenziano la necessità di adottare nuovi approcci per la prevenzione e la gestione dei rischi psico-sociali all’interno delle organizzazioni.

Cos’è l’Identità Sociale

La teoria dell’identità sociale (chiamata anche SIT, “Social Identity Theory”), elaborata negli anni Settanta dagli psicologi sociali Henri Tajfel e John C. Turner, afferma che l’essere umano non si definisce esclusivamente sulla base della propria identità personale ma anche sulla base di un’identità condivisa, ovvero della sua appartenenza a uno o più gruppi.

Secondo la teoria dell’Identità sociale, infatti, ogni essere umano tende naturalmente all’aggregazione e alla “categorizzazione” in gruppi e mostra comportamenti di favoritismo nei confronti dei membri del proprio gruppo (ingroup) a discapito dei membri di un altro gruppo (outgroup). 

La percezione di ingroup e outgroup, tuttavia, non è fissa e immutabile, ma può variare nel tempo e in base ai contesti di riferimento: ad esempio, in un contesto in cui la differenza tra i due settori è saliente (una riunione interna, un corso di formazione, un’offerta di lavoro), un copywriter e un grafico tenderanno a categorizzarsi come appartenenti a due gruppi distinti; tuttavia, in un contesto in cui interagiscono reparti creativi e amministrativi, tenderanno a considerarsi come parte di un unico ingroup (“team creativo”).

Fattori di rischio e fattori protettivi dello stress 

Lo stress è la risposta psicologica e fisiologica dell’organismo di fronte a stimoli o sollecitazioni che vengono percepiti come una minaccia per il suo benessere. Persone diverse, quindi, possono essere “stressate” da situazioni diverse, in quanto operano una valutazione personale (solitamente inconsapevole) circa il livello di minaccia da affrontare.

La valutazione di uno stimolo avviene in due fasi: nella valutazione primaria viene operata una stima di ciò che un evento o una situazione rappresenta per il benessere dell’individuo (irrilevante, positivo, dannoso o minaccioso per il sé); se lo stimolo è visto come dannoso o minaccioso, nella valutazione secondaria l’individuo opera una stima delle risorse che ha a disposizione per affrontare quella minaccia. 

Se la persona ha un alto livello di fiducia nelle proprie risorse e nella propria capacità di gestire la situazione, si troverà in una condizione di eustress (stress positivo), mentre se la valutazione dà esito negativo, si troverà in condizione di distress (stress negativo). 

I principali fattori di rischio e fattori protettivi dallo stress sono, quindi, da ricondurre alla percezione che l’individuo ha degli strumenti, delle competenze e del sostegno sociale su cui può fare affidamento per risolvere un problema, rispondere a una richiesta o gestire una situazione potenzialmente stressante.

Non è un caso, infatti, che tra i principali fattori di rischio associati allo stress da lavoro correlato vi siano l’eccessivo carico di lavoro e la mancanza di supporto adeguato da parte di dirigenti o colleghi. 

Molti studi di psicologia sociale si sono, quindi, concentrati sugli effetti del sostegno sociale come meccanismo di protezione. Gli studi hanno dimostrano che possedere una forte rete sociale di supporto possa ridurre gli effetti dannosi dello stress attraverso quattro funzioni distinte: 

  • Sostegno strumentale (risorse materiali e aiuto finanziario);
  • Sostegno emotivo (senso di accettazione e valore personale);
  • Compagnia (affiliazione e contatto sociale);
  • Sostegno informativo (informazioni pratiche sui problemi in gioco e la loro soluzione).

Come l’Identità Sociale protegge dallo stress sul lavoro

Per chiunque lavori all’interno di un’organizzazione, è comune che l’esperienza dello stress lavorativo sia strettamente legata a fatti e situazioni della vita di gruppo. Può capitare che un team di lavoro sia mal strutturato o mal gestito, che ci siano attriti tra i membri di un team o tra due team diversi, che un individuo non sia d’accordo con le norme del gruppo, che all’interno dell’azienda ci siano favoritismi per l’uno o l’altro team, e così via.

Le dinamiche di gruppo possono sicuramente costituire una fonte di stress, ma possono essere anche la chiave per superarlo. Le ricerche di psicologia sociale e psicologia del lavoro, infatti, hanno dimostrato che più una persona si definisce in funzione della propria appartenenza a un gruppo, più è disposta a fornire ai membri dell’ingroup un sostegno sociale maggiore. 

Allo stesso modo, nella valutazione delle risorse disponibili per far fronte ad eventi potenzialmente stressanti, più una persona sviluppa un’identità sociale condivisa con altre persone all’interno dell’organizzazione, più sente di poter fare affidamento su di loro e di poter contare sul loro sostegno.

L’appartenenza a un gruppo e la percezione di una forte identità sociale condivisa, quindi, rappresentano un fattore di protezione di fronte allo stress non solo da un punto di vista “pratico” -sotto forma di sostegno dell’ingroup- ma anche dal punto di vista psicologico, perché fornisce agli individui una lente attraverso cui percepire e interpretare il mondo.