Soddisfazione lavorativa: come essere più felici al lavoro

soddisfazione lavorativa

In un periodo di grande cambiamento e incertezza, nella stagione delle “Grandi Dimissioni”, del south working e del nomadismo digitale, il concetto di “soddisfazione lavorativa” si è evoluto molto rapidamente e si ritrova, ancora una volta, al centro dell’attenzione e delle discussioni di manager, responsabili delle risorse umane, ricercatori, dipendenti e job seekers.

Come misurare la soddisfazione lavorativa

La soddisfazione lavorativa può assumere, ovviamente, significati molto diversi per persone diverse: la definizione di “soddisfazione”, infatti, è altamente soggettiva e non esiste una formula valida per tutti.

Tuttavia, l’Agenzia di sondaggi statunitense Gallup ha individuato, grazie a una serie di ricerche nel settore, sei fattori fondamentali che possono determinare e condizionare significativamente il grado di soddisfazione sul lavoro.

  1. Rapporto con i colleghi. Stringere relazioni positive e solide con i propri colleghi porta alla costruzione di un’identità sociale condivisa e di un forte senso di identificazione con l’organizzazione per la quale si lavora, elementi che risultano strettamente correlati con un alto livello di soddisfazione sul lavoro. Questo perché sapere di poter contare sui propri colleghi significa avere qualcuno di cui fidarsi e con cui confrontarsi, condividere gli stessi valori morali e gli stessi obiettivi, avere una “scialuppa di salvataggio” in caso di tempesta.
  2. Condizioni di lavoro. Orario di lavoro, flessibilità, postazione/luogo fisico in cui svolgere le proprie attività: tutti questi fattori hanno un’influenza tangibile sulla soddisfazione di un lavoratore. Una postazione piccola, scomoda e scarsamente illuminata oppure un turno di lavoro che non garantisce delle pause regolari possono essere causa di forte insoddisfazione lavorativa, anche se non sempre se ne è del tutto consapevoli. 
  3. Carico di lavoro. Oltre alle condizioni in cui si è chiamati a svolgere il proprio lavoro, anche la mole e l’entità del lavoro sono fondamentali: un carico troppo oneroso può portare a un aumento dello stress e della stanchezza sia fisica che cognitiva del lavoratore, mentre un carico poco stimolante può essere interpretato come una mancanza di fiducia o rispetto e risultare in un forte senso di frustrazione.
  4. Varietà del lavoro. Un lavoro eccessivamente meccanico e ripetitivo può risultare stressante e generare un senso di depersonalizzazione, ma anche un lavoro troppo variegato, in cui è difficile “prendere il ritmo” può essere dannoso. Per essere soddisfatti del proprio lavoro, è importante trovare il giusto equilibrio.
  5. Autonomia. Poter gestire il proprio lavoro in autonomia, senza essere vittima di quello che viene definito “micro-management” (uno stile manageriale in cui ogni singola azione viene controllata da vicino) da parte del proprio superiore è fondamentale per svolgere al meglio la propria attività. L’autonomia è, infatti, sinonimo di fiducia da parte dei propri colleghi e superiori e, per questo motivo, contribuisce significativamente a creare un clima positivo e rilassato sul posto di lavoro.
  6. Formazione. Un aspetto spesso trascurato ma che porta grandi benefici: avere delle regolari opportunità di formazione permette a chi ne usufruisce di migliorare nel suo lavoro, coltivare i suoi interessi o sviluppare nuove competenze che potrebbero portarlo a un avanzamento di carriera o a ricoprire un diverso ruolo all’interno del team.

Come migliorare la propria soddisfazione lavorativa

Se non si è completamente soddisfatti della propria vita lavorativa, è possibile intervenire per migliorare le condizioni relative ai sei aspetti appena citate.

Il primo passo per migliorare la propria soddisfazione è, sicuramente, aumentare la propria autoconsapevolezza. Avere una buona consapevolezza di sé, dei propri obiettivi e delle proprie emozioni è fondamentale per individuare ciò che ci motiva e spinge a dare il meglio di noi o, viceversa, ciò che ci rende insoddisfatti, ci infastidisce e non ci piace del nostro lavoro. 

Non sempre, infatti, la causa dell’insoddisfazione è palese e immediatamente riconoscibile e, per questo motivo, può essere utile fare un po’ di “autoanalisi” e prestare attenzione a ciò che suscita in noi emozioni e sensazioni positive o negative. In questo contesto, essere più consapevoli significa avere non solo un maggiore controllo sulle proprie reazioni emotive, ma anche essere in grado di praticare più self compassion e prendersi cura di sé in modo adeguato, riconoscendo i propri limiti e le proprie esigenze.

In secondo luogo, per essere più felici a lavoro è fondamentale dedicare del tempo a sviluppare le proprie Life Skills. Questo insieme di abilità comprende tutte quelle capacità emotive, cognitive e relazionali indispensabili per gestire le richieste della vita – e del lavoro. 

Impegnarsi a migliorare, ad esempio, le proprie skill di comunicazione efficace può rappresentare un valido strumento per facilitare i flussi di informazione all’interno del contesto lavorativo, evitando fraintendimenti, incomprensioni e ridondanze, e contribuendo alla creazione di relazioni positive con colleghi e collaboratori.

Allo stesso tempo, è essenziale anche imparare a gestire lo stress senza lasciarsi travolgere, in modo da riuscire a fronteggiare tutte quelle situazioni in cui ci si ritrova a lavorare sotto pressione, ad esempio a causa di una scadenza particolarmente vicina o di un compito di elevata responsabilità e importanza.

Per approfondire

Il corso online Accrescere la propria soddisfazione sul lavoro: Strategie e Tecniche utili per la gestione nella vita quotidiana, tenuto dalla Formatrice e Recruiter Maria Paola Mercuri, approfondisce il tema della soddisfazione lavorativa attraverso evidenziando, in particolare, il ruolo giocato dalla motivazione, dalle emozioni e dagli aspetti estrinseci correlati.