Digital detox: come curare la dipendenza da smartphone

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L’avvento e la diffusione degli smartphone ha certamente avuto un impatto straordinario sulla nostra società e sul nostro modo di vivere: da forme evolute di cerca-persone e walkie-talkie, i telefoni cellulari sono diventati delle vere e proprie estensioni della nostra identità, in grado di mantenerci costantemente connessi con i nostri contatti personali e con il mondo che ci circonda.

Questa connessione perenne ci permette di comunicare, di informarci, di lavorare e di intrattenerci; tuttavia, è bene ricordare che può esporci anche a dei rischi, spesso ignorati o trascurati, che possono influenzare negativamente la nostra salute mentale. Non è un caso, infatti, che ultimamente si parli così tanto di “diritto alla disconnessione”. 

La risoluzione del Parlamento Europeo finalizzata alla tutela dei lavoratori che operano in smart working ha messo in luce una serie di effetti negativi provocati dall’utilizzo eccessivo delle tecnologie, non solo all’interno del contesto lavorativo ma che si estendono a tutti gli aspetti del benessere psico-fisico dell’individuo: l’utilizzo prolungato di strumenti digitali può determinare una riduzione della concentrazione, un sovraccarico cognitivo ed emotivo, oltre che tensioni muscolari e disturbi muscolo-scheletrici; inoltre, può aggravare fenomeni di isolamento, privazione del sonno, esaurimento emotivo, ansia, burnout e dipendenza dalle tecnologie.

La dipendenza da smartphone esiste davvero?

Sebbene non ci sia ancora un accordo su una classificazione diagnostica riconosciuta, la dipendenza da internet, o “Internet Addiction Disorder”, è un fenomeno largamente riscontrato in tutto il mondo.

In Italia, i primi casi di dipendenza da internet sono stati registrati nel 1998 e, nel corso degli anni, l’attenzione verso questa nuova forma di dipendenza si è fatta sempre più rilevante, fino a portare alla creazione di un ambulatorio ospedaliero specializzato nel 2009, presso il Policlinico Gemelli di Roma.

La dipendenza da smartphone è, di fatto, una derivazione della dipendenza da internet, ma presenta alcune differenze. Nella dipendenza da smartphone, infatti, è predominante l’aspetto compulsivo dell’utilizzo, che porta chi ne è affetto a prendere in mano e guardare il telefono più volte all’ora (o addirittura al minuto) anche soltanto per pochi istanti, spesso senza neanche rendersene conto.

Questa compulsività può portare a una forte riduzione dello span di attenzione, con conseguenze anche a lungo termine sulla capacità di concentrarsi, nonché sullo sviluppo delle capacità comunicative, affettive e relazionali, soprattutto nel caso degli utenti più giovani.

Cos’è il digital detox e come funziona

Sono sempre più le persone che, per contrastare gli effetti negativi dell’uso eccessivo dello smartphone, ricorrono a una qualche forma di digital detox (letteralmente “disintossicazione digitale”), ovvero un periodo di tempo in cui si sceglie volontariamente di allontanarsi da social media, giochi e internet, smettendo di utilizzare ogni forma di device digitale.

L’obiettivo del digital detox è quello di rendere le persone più consapevoli del proprio rapporto con la tecnologia, in modo da renderlo più sano ed equilibrato. 

Il periodo di disconnessione può essere molto variabile, in base alle proprie esigenze e al tipo di approccio per cui si preferisce optare: 

  • chi ha bisogno solo di una piccola “spinta” per limitare l’utilizzo del proprio smartphone, può affidarsi a delle “digital detox” app, ovvero delle applicazioni per smartphone che incoraggiano a passare del tempo lontano dallo schermo oppure inviano una notifica nel caso in cui si stia facendo un uso eccessivo del telefono, indicando il tempo trascorso sulle singole app;
  • per chi deve utilizzare quotidianamente lo smartphone per motivi di lavoro e ha difficoltà a mantenere un corretto work-life balance, con conseguenze negative sulla vita di coppia o di famiglia, una possibile soluzione è prendere l’abitudine di spegnere il cellulare ogni giorno dopo cena e fino al mattino seguente, oppure concentrare il tempo di disconnessione nel weekend;
  • chi, invece, cerca una “disintossicazione” più importante e intensiva, può rivolgersi a un detox hotel, un luogo in cui, lontani dalle distrazioni del mondo digitale, è possibile concedersi del tempo per rilassarsi, fare meditazione e riconnettersi con se stessi.

Se si opta per un periodo di disconnessione più lungo di ventiquattro ore, è importante programmare per tempo le attività da svolgere, in modo da allontanare il più possibile la tentazione di prendere il cellulare e la sensazione di FOMO (Fear Of Missing Out, la paura di restare tagliati fuori e di “perdersi qualcosa”). Andare al cinema, leggere, fare esercizio fisico o attività manuali, cucinare, andare a trovare un amico, organizzare una gita con la famiglia o mettere a posto casa: non deve trattarsi per forza di attività particolarmente impegnative o edificanti; ciò che conta è che rendano piacevole e gratificante il tempo trascorso lontano dal telefono.

Per approfondire

Il tema della dipendenza da internet è approfondito nel corso online La dipendenza da Internet – i rischi derivanti dall’utilizzo delle nuove tecnologie, tenuto dalla psicologa Beatrice Leonello.

Il corso online Figli adolescenti: come evitare la dipendenza da smartphone e tablet, tenuto dalla psicologa clinica Veronica Rossi, tratta nel dettaglio i rischi connessi alla dipendenza dalle nuove tecnologie per lo sviluppo psico-emotivo dei più giovani.