Effetto Mandela: perché si generano falsi ricordi

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In alcune circostanze, soprattutto quando si parla di eventi storici, importanti, riportati e diffusi dalla tv e dai social media, può capitare di assistere a uno strano fenomeno di massa, all’apparenza inspiegabile: l’effetto Mandela.

Cos’è l’Effetto Mandela

Con l’espressione “effetto Mandela” si fa riferimento a una situazione in cui un gruppo di persone manifesta un falso ricordo collettivo. Molto spesso, si tratta più che altro di un’alterazione che interessa soltanto alcuni elementi (condizioni atmosferiche di un evento, dettagli o colori di un’immagine o di un logo), ma in altri casi – come quello da cui questo fenomeno prende il nome – le persone affermano di ricordare in maniera nitida e distinta avvenimenti che, in realtà, non sono mai accaduti.

Nel 2010, la studiosa del paranormale Fiona Broome fece riferimento, durante un congresso, alla morte in carcere dell’attivista e politico sudafricano Nelson Mandela avvenuta negli anni Ottanta. La donna ricordava perfettamente i dettagli del funerale, il discorso della moglie in lutto, la copertura giornalistica e i servizi televisivi e, come lei, moltissime altre persone erano convinte di aver assistito alle stesse scene e aver visto le stesse immagini.

Eppure, all’epoca del congresso, Nelson Mandela era ancora in vita.

Perché si generano dei falsi ricordi

L’effetto Mandela rappresenta una particolare forma di falso ricordo, in quanto non si tratta soltanto della distorsione di una memoria personale, ma di un errore condiviso, legato a un processo di confabulazione collettiva. In questi casi, il ricordo viene costruito e ricostruito sulla base delle proprie conoscenze, mettendo insieme gli elementi (immagini, video, racconti) che generano la sequenza di eventi più probabile e convincente.

Inoltre, è possibile che il ricordo venga alterato anche a causa della ripetizione e diffusione di un “falso storico”, come accade molto spesso per alcune citazioni di libri o film che, come in un gioco del telefono senza fili, finiscono per essere distorte o attribuite in modo erroneo.

Ad esempio, la regina cattiva nel film Disney Biancaneve si rivolge al suo specchio magico con la frase “Specchio, servo delle mie brame”, e non con “Specchio, specchio delle mie brame.” Nell’ultimo capitolo della trilogia originale di Guerre Stellari, Darth Vader rivela la sua identità a Luke dicendo “No, io sono tuo padre”, ma senza chiamarlo per nome. E la famosa definizione della follia data da Albert Einstein (“Follia è fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi”) non fu mai né pronunciata né scritta dallo scienziato, ma sarebbe tratta, invece, da un documento pubblicato nel 1981 dall’organizzazione non-profit dei Narcotici Anonimi.

I falsi ricordi, anche quelli condivisi, sono molto più comuni di quanto si potrebbe pensare e possono nascere da eventi totalmente inventati, da una sorta di “alterazione” di ricordi reali o ancora dall’aggregazione di diversi avvenimenti, anche accaduti in momenti diversi (chiamati ricordi ricombinati), che col tempo si sedimentano nella memoria, fino a generare una sincera convinzione.

Un fattore determinante nella nascita di un falso ricordo – così come in tutti gli aspetti che riguardano la memoria – è la qualità del sonno. Infatti, è proprio durante il riposo notturno che la mente elabora e immagazzina i ricordi, esaminando le immagini e le esperienze vissute nel corso della giornata ed effettuando una selezione di cosa memorizzare e cosa eliminare.

In questa fase, nel cervello avviene quella che viene definita “consolidazione sinaptica”, ovvero una sorta di “salvataggio” dei nuovi ricordi in particolari circuiti cerebrali, seguita dalla “consolidazione del sistema”, in cui i nuovi ricordi vengono integrati e messi in correlazione con quelli pre-esistenti.

Se durante questo processo vengono a crearsi dei “buchi” nella registrazione degli eventi o delle immagini della giornata (circostanza non infrequente per chi soffre di disturbi del sonno), può capitare che la mente ricostruisca gli elementi mancanti sulla base delle proprie conoscenze pregresse, inventando ciò che non sa.

Per approfondire

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Il seminario online La memoria: Consigli pratici per tenerla allenata, tenuto dalla docente Silvia Bonomo, Dott.ssa in Linguistica e Glottologia, offre un’introduzione al funzionamento della memoria e propone alcuni esercizi pratici per allenare le proprie capacità mnemoniche. Il seminario si struttura in tre lezioni e propone di fornire strumenti utili per preparare una “palestra mnemonica”, aumentando insieme alla capacità di ricordare meglio anche il grado di creatività.

Il corso online Conoscere i disturbi del sonno – prevenzione e trattamento, tenuto dalla docente Marta Brunetti, Psicologa, evidenzia l’importanza del sonno per la salute psico-fisica e relazionale della persona. Dopo un’introduzione generale sul sonno e le sue principali caratteristiche, il corso illustra i disturbi del sonno più frequenti, presentando i segnali e i sintomi che permettono di riconoscere una problematica del sonno e descrivendo i principali strumenti di trattamento.

Il corso online Insonnia – Un disturbo dai mille volti. Strategie per prevenirla, gestirla e curarla, tenuto dalla docente Maria Rosaria Mottola, Psicologa ed Esperta in Neuropsicologia Clinica, approfondisce nello specifico il disturbo dell’insonnia. Il corso offre una panoramica delle cause, dei fattori di rischio e dei trattamenti più efficaci, accanto a una serie di consigli e suggerimenti utili atti a migliorare la qualità e la quantità del sonno.